Guai e multe in vista per l’Italia. L’Unione europea ha aperto cinque nuove procedure d’infrazione nei confronti del nostro paese. Siamo finiti nel mirino di Bruxelles per diverse inadempienze: nello specifico, l’Europa chiede all’Italia di rispettare le norme sui rifiuti delle industrie estrattive, di rendere “più rigorosa” la legislazione sulla responsabilità ambientale sulla base del principio del “chi inquina paga”, e di mettere al bando le vecchie gabbie per polli.
Ancora, alle autorità italiane si intima di “rispettare l’obbligo di attuare norme semplificate in materia di fusioni e scissioni” e conformarsi alle regole della Ue in tema di autorizzazione alla commercializzazione dei medicinali generici.
L’Italia ha adesso due mesi di tempo per adeguarsi e rispondere alle richieste. Una volta scaduti i termini, se il nostro paese non si sarà messo in regola, verrà deferito alla Corte di giustizia europea. Nel frattempo, il governo e la commissione Ue lavoreranno insieme a livello tecnico per dare una risposta conclusiva alla crisi dei rifiuti in Campania entro giugno: è l’impegno assunto dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, e dal commissario europeo all’Ambiente, Janez Potockinik, in queste ore a Bruxelles.“È una lotta contro il tempo – ha detto Potocknik – e la Ue non sospende alcuna procedura”, ha precisato. Ma, ha aggiunto, “tiene in conto certi passi che sono stati presi dalle autorità nazionali e locali”.