Molta strada si è fatta dal 1972 quando in Italia venne fondata la Federazione Internazionale dell’Agricoltura Biologica che raccoglieva i pionieri di questo metodo di coltivazione. Allora non esistevano normative nazionali e internazionali, solo nel 1991 un Regolamento Comunitario sviluppò norme e sistemi di controllo certificati. Negli anni, la consapevolezza ambientale è cresciuta e l’agricoltura biologica si è diffusa notevolmente. Sono molte le imprese alimentari che hanno adottato comportamenti e strategie ambientali nell’ambito dei loro sistemi produttivi e la spesa bio è diventata una buona abitudine per molti italiani. Dal 1991, l’agricoltura biologica e quella biodinamica sono disciplinate dall’Unione Europea, che stabilisce le regole da rispettare e i criteri di coltivazione. In base alle direttive europee, sono riconosciuti solo i prodotti sottoposti ad accurati controlli. Ad operarli sono enti certificatori privati che, autorizzati e abilitati dal Mipaf, Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, hanno il compito di verificare il rispetto della normativa comunitaria da parte delle aziende. Quando il prodotto è a norma, presenta un marchio di certificazione in etichetta. Nel mondo il segmento del biologico non risente della crisi e ha generato nel 2010 un fatturato di quasi 55 miliardi di euro. Nel nostro paese è aumentato dell’11,6 per cento nel 2010 e del 13 per cento nei primi sei mesi del 2011. Il Belpaese si piazza anche tra i primi in Europa per superficie coltivata.
Il prezzo del prodotto biologico è più alto perché esige più cura e manodopera nella coltivazione. Ma è inferiore se si considerano i costi «nascosti» del cibo convenzionale, ovvero quelli provocati dai danni all’ambiente causati dalla chimica in agricoltura, come l’inquinamento dei terreni e della falda acquifera. Il carrello della spesa bio può essere meno costoso se si scelgono prodotti di stagione. L’agricoltura biologica evita una serie di ricadute negative sull’ambiente, la contaminazione delle acque, l’impoverimento dei terreni, la perdita di biodiversità, la produzione di gas serra.
Il successo del biologico in Italia ha portato alla nascita di tanti negozi specializzati nelle città come nei piccoli paesi e ormai da anni anche le più grandi catene di supermercati, ipermercati e discount riservano a questi prodotti appositi scaffali. Sempre più ristoranti, agriturismi e mense scolastiche offrono menù a prova di pesticidi. Un modo per acquistare bio e contenere i costi è associarsi a uno dei tanti Gas, Gruppi d’acquisto solidale, presenti sul territorio oppure fare la spesa direttamente nelle cascine certificate o in alcuni farmer’s market.