Rispetto al 2019, nonostante il crollo delle vendite registrato durante il primo lockdown (tra -60% e -100%), il mercato della smart home è riuscito a contenere l’impatto della pandemia, registrando una flessione pari a -5% e mantenendo un valore di 505 milioni di euro. Negli altri Paesi europei, dove pure è visibile il rallentamento del settore rispetto agli anni precedenti, si registra invece un trend in crescita (tra cui spiccano Germania e Regno Unito con +16% e +10% rispettivamente). Sono alcuni dei dati emersi dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi durante il convegno online “Stay at home, stay in a Smart Home: la casa intelligente alla prova del Covid”.
Il Superbonus 110% non ha ancora avuto un impatto diretto sul mercato della smart home, ma ha favorito indirettamente gli altri incentivi fiscali esistenti, come Ecobonus e Bonus Domotica, che hanno favorito soprattutto le vendite di caldaie, termostati e climatizzatori smart. A beneficiare del boom dell’e-commerce è stato soprattutto il canale gli e-retailer, cresciuti del 20% superando per quote di mercato la filiera tradizionale degli installatori, che, pur mantenendo un ruolo di primo piano, perde il 17% del mercato.
Una nota positiva: il livello di conoscenza e l’uso degli oggetti smart da parte degli italiani non è diminuito. Il 69% dei consumatori, infatti, ha sentito parlare almeno una volta di “casa intelligente” o Smart Home (+1%), il 43% possiede almeno un oggetto smart (+1%) e due su tre dichiarano di utilizzare spesso le soluzioni smart acquistate. Due sono i trend che tracceranno il futuro della smart home nei prossimi mesi: prima di tutto il progressivo passaggio dalla vendita del solo oggetto smart alla proposta di servizi aggiuntivi, come la possibilità di attivare un pronto intervento in caso di pericolo per gli anziani che vivono soli in casa. “Il secondo è l’ingresso di nuovi attori in questo mercato, dai produttori di arredamento alla GDO, dal real estate ai produttori auto, allargando i confini della competizione”, spiega Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things.
Il mercato
Al primo posto per quote di mercato (21%) con 105 milioni di euro si confermano le soluzioni per la sicurezza – come videocamere, sensori per porte e finestre e serrature connesse – che però segnano un calo del 30% rispetto al 2019. Continua invece la crescita degli smart home speaker, con un valore di 105 milioni di euro (+10%), pari al 21% del mercato. Seguono gli elettrodomestici con 100 milioni di euro, pari al 20% del mercato e in crescita del 17%, caratterizzati da un ampliamento dell’offerta “connessa” e con alcune tipologie, come i robot aspirapolvere e i purificatori d’aria, che hanno segnato un boom di vendite. Caldaie, termostati e condizionatori connessi per la gestione di riscaldamento e climatizzazione hanno beneficiato degli incentivi di Superbonus e Ecobonus, segnando una crescita del 15% con vendite per 75 milioni di euro, pari al 15% del mercato. Chiudono le casse audio (9% del mercato) e le lampadine connesse (8%), le cui vendite sono trainate da numerose offerte che prevedono bundle con altri dispositivi.
I consumatori
Oltre due terzi dei consumatori italiani hanno sentito parlare almeno una volta di casa intelligente (69%, +1%), con un livello di conoscenza più alto fra i 18-34enni (82%) e fra gli utenti che hanno più familiarità con le tecnologie (89%). Crescono anche la percentuale di utenti che possiede almeno un oggetto (43%, +1%) e l’uso delle funzionalità smart (il 19% ha aumentato l’uso, il 13% lo ha ridotto). Diminuiscono invece l’attenzione verso gli oggetti intelligenti, con il 14% del campione che li ritiene meno prioritari rispetto a prima della pandemia, e il budget da dedicare a queste soluzioni, che si è ridotto per un quarto dei consumatori mentre lo ha aumentato solo il 5%. In prospettiva, il 62% vorrebbe acquistare almeno un servizio associato ai dispositivi connessi e un terzo sarebbe disposto a pagare di più per la sua attivazione, soprattutto quelli legati all’assistenza medica (35%) e al monitoraggio e all’ottimizzazione dei consumi energetici (31%). Cala la preoccupazione per la privacy, che interessa solo il 45% degli utenti contro il 54% del 2019, mentre è ancora forte l’esigenza di mantenere il controllo dei dispositivi connessi in casa, indicata dal 57%, con solo il 25% che affiderebbe la propria abitazione alla gestione autonoma da parte di oggetti smart basati sull’Intelligenza Artificiale.
“L’emergenza ha arrestato il trend di forte crescita degli ultimi anni, ma il mercato della Smart Home ha saputo reggere l’urto del Covid, segnando soltanto una lieve flessione – afferma Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things. Un ottimo risultato considerando il contesto in cui le aziende hanno dovuto operare e il crollo delle vendite registrato nella prima parte dell’anno. Dall’altro lato, la pandemia ha contribuito a rinnovare l’interesse degli italiani per la casa e a far crescere la cultura digitale dell’utenza: due elementi che traineranno il mercato nel 2021″.