Con la ripresa post-pandemica, le aziende attive nel settore dell’elettrodomestico hanno approfittato della vetrina della scorsa Design Week milanese di aprile per presentare al pubblico il lavoro e le novità progettate negli ultimi due anni, nonché per rilanciare le proprie previsioni per il futuro.
L’indirizzo tracciato è quello di una sempre maggior digitalizzazione dei loro prodotti: dai comandi vocali e da remoto fino ai display intelligenti, più grandi, più leggibili, più intuitivi e con un maggior numero di funzioni integrate. E, sebbene siamo ancora distanti dall'”Internet delle cose” e da una piena interoperatività degli elettrodomestici per la casa, questa proposta è disegnata per l’ormai imminente casa 3.0: intelligente, connessa, digitale e pienamente automatizzata.
I nuovi elettrodomestici, ma anche i nuovi corpi illuminanti, e persino i termostati e i nuovi impianti per la casa possono essere oggi regolati e gestiti senza interventi di manutenzione straordinaria direttamente dal nostro cellulare o computer, anche da remoto, come pure attraverso un’unica interfaccia digitale gestibile con semplici comandi vocali.
Non è un caso, del resto, se gli attori stessi di questa ultima rivoluzione digitale dell’elettrodomestico non sono più solo i marchi storici italiani ed europei, e se accanto ai nomi più noti si affiancano ormai da diversi anni anche i colossi asiatici dell’elettronica come le coreane Samsung o LG (che ha da qualche anno creato anche un secondo marchio Signature Kitchen Suite per gli elettrodomestici di alta gamma) o la cinese Haier (che in base alle rilevazioni di Euromonitor del 2021 dichiara orgogliosamente di essere l’azienda di elettrodomestici numero uno al mondo).
Haier ha infatti partecipato al Fuorisalone di Milano puntando su un’installazione immersiva dove una suadente voce guida sottolineava tutte le potenzialità della connessione dei propri elettrodomestici e della loro gestione da remoto, per poi invitare i visitatori a provare le nuove linee di prodotti integrabili e gestibili grazie all’Applicazione hOn, dotata di un’interfaccia grafica abbastanza intuitiva e compatibile con i principali sitemi vocali di intelligenza artificiale come Alexa o Google Home. Tra le varie funzioni disponibili, l’App consente la gestione contemporanea di più elettrodomestici (fino ad un massimo di cinque), rilevandone in tempo reale i dati, come la temperatura del frigo o le fasi di lavaggio di lavatrice e lavastoviglie nonché l’andamento della cottura delle proprie pietanze all’interno del forno, il tutto programmabile anche a distanza con il proprio cellulare e compatibile anche con gli elettrodomestici di altre marche (attualmente Candy e Hoover).
La nuova estetica esalta di conseguenza gli aspetti tecnologici, rimuovendo il più possibile maniglie e manopole, come nei piani cottura a induzione o nel forno dotato di antina full touch a colori (‘Chef@home’, serie 6), in grado di impostare autonomamente uno dei diversi programmi di cottura in base a una tra le 300 ricette disponibili nella applicazione. L’applicazione potrà inoltre essere sincronizzata con il nostro calendario in modo da segnalarci quando e quali ingredienti comprare, coordinandosi in seguito con il frigorifero per predisporre la temperatura ideale e monitorare le date di scadenza. Pensato per con tecnologia no frost per prevenire ghiaccio e condense, il frigorifero 3D 70 (serie 7) è dotato anche di una “zona umida” separata per la conservazione di alimenti: Haier promette così di prolungare di due volte il tempo medio di conservazione ottimale dei cibi freschi riducendo gli sprechi.
Molti nuovi frigoriferi sono infatti stati presentati quest’anno sottolineando proprio il tema della salvaguardia dagli sprechi alimentari, insieme a quello dell’igiene (quest’ultimo forse spinto anche fin troppo, sull’onda lunga della pandemica). A questo fine la tedesca AEG ha ulteriormente migliorato la propria tecnologia no frost per i suoi frigoriferi combinati, utilizzando un nuovo metodo a doppia circolazione (“twin tech”) basato su due sistemi di circolazione d’aria completamente separati e indipendenti tra frigorifero e congelatore, evitando così il prelievo dell’aria secca dal congelatore, aria meno adatta alla conservazione ottimale degli alimenti freschi (soprattutto carne, pesce, frutta e verdura).
Infine lo scomparto interno per le verdure diviene ora un “ambiente sigillato” (GreenZone) che evita gli eccessi di condensa e promette di mantenere intatto fino al 95% delle vitamine naturali di frutta e verdura dopo 11 giorni. Aeg, come la sua capofila Electrolux (l’azienda svedese proprietaria del marchio Aeg dal 1994) propone poi diverse versioni di piani cottura a induzione, che quest’anno hanno indubbiamente superato per numero e livello di innovazioni proposte i vecchi piani a gas. Diverse le dimensioni, le funzioni e le estetiche oggi disponibili, con la possibilità sempre più frequente di utilizzare l’induzione a zone anziché per punti cottura (ampie aree che possono essere utilizzare per pentole di ogni dimensione).
Anche l’integrazione della cappa a filo incassata al di sotto del piano sembra da quest’anno un’opzione comune a quasi tutte le marche (dalla storica Grundig alla turca Beko, fino alla bella proposta “Shape” dell’italiana Esistyle), nonostante permangano oggi le stesse difficoltà tecniche all’installazione di questi modelli nelle cucine italiane standard che si potevano ravvisare nelle prime proposte di qualche anno fa. Molto più efficace da questo punto di vista risulta invece l’innovazione proposta da Samsung, che oltre a puntare su diverse finiture (proponendo anche il colore bianco in aggiunta al nero standard) e sulla “flex zone” (la sopracitata zona di cottura flessibile), riduce di quasi un centimetro lo spessore dei propri piani a induzione. Seppur poco in apparenza, questa riduzione di ingombro è quanto basta per facilitare l’impiego dello spazio sottostante, consentendo la possa di cassetti con funzionalità standard e il ricorso a soluzioni innovative di tamponamento (a bordo assente).
Anche i forni di Samsung non impongono un’estetica unica e totalizzante, ma prevedono sia soluzioni standard con maniglia che le ante digitali a tutto vetro (“sense to open”) similmente a quanto visto anche da Haier. Samsung può del resto vantare un collaborazione storica con alcuni tra i più noti designer internazionali, come i fratelli Bouroullec, che già nel 2015 avevano disegnato per il colosso coreano l’iconico televisore Serif, riproposto anche in quest’ultimo Salone nella sua riedizione 2020 in modalità free-standing (con supporto proprio). Ma oltre a un’estetica flessibile, oltre ai colori personalizzabili e ai designer internazionali, anche Samsung non ha trascurato la tecnologia: a partire dall’aerazione binata dei suoi frigoriferi, per passare all’anta con ampio touchscreen di interfaccia per l’intelligenza artificiale dotata di grafica in tutto simile ai suoi cellulari.
L’intelligenza artificiale è del resto pensata per la gestione della casa nella sua totalità, per facilitare la conservazione degli alimenti e la loro cottura in un forno “smart”, ma anche per gestire i robot aspirapolvere, o la scopa elettrica, sempre wireless e oggi dotati anche di colonnine di stazionamento per l’auto-ricarica e per svuotarli. Ma intelligente per Samsung è anche l’armadio Airdresser, che promette capi igienizzati e rinfrescati, ma anche asciugati e stirati senza necessità di ferro da stiro. A dispetto di queste rosee promesse per gli scenari delle nostre case nel futuro prossimo, occorre più prosaicamente osservare che in un passato recente non ebbe particolare fortuna un analogo frigorifero intelligente, forse il primo, ideato da Indesit e in grado, – questa era la promessa – di monitorare le scadenze degli alimenti e di produrre autonomamente una lista della spesa. Indesit non ebbe fortuna e il marchio, come è noto, è oggi di proprietà della statunitense Whirpool, mentre allo stato attuale la totalità di questi nuovi prodotti che hanno potuto realizzare la promessa non richiesta del frigorifero intelligente, non raggiungono mai la classe A di consumi, oscillando più facilmente tra le classi D ed E. Un discorso analogo potrebbe naturalmente essere fatto per le infinite piastre a induzione e persino per le applicazioni per il controllo remoto che, come ci fa sapere Haier, richiedono elettrodomestici sempre connessi e perennemente in stand-by con livelli di consumo simili “a quello di un Tv Led”, proprio quello stesso televisore che molti di noi hanno imparato a spegnere e non mai lasciare in stand-by in questi tempi di bollette impazzite.
E’ quindi plausibile che l’attuale caro energia, unitamente alla spinta inarrestabile verso consumi domestici più sostenibili, rallenteranno il processo in corso per la digitalizzazione delle nostre case, o per lo meno fintanto che i produttori non saranno in grado di centrare l’obbiettivo unitamente ad un incremento significativo dell’efficienza energetica e dei loro prodotti.