Monumentale, d’autore o simbolica: una panchina in regalo. Il consolato bulgaro, settimana scorsa, ha fatto omaggio alla città di un modello in acciaio e ghisa che raffigura il poeta nazionale Pencho Slaveykov. Installata nei giardini del Verziere, la panchina «bulgara» ha un valore di 15 mila euro ed è un cadeau per il 140esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Qualcosa di analogo accadrà tra poche settimane in Statale, dove arriverà la panchina dedicata Vaclav Havel, omaggio del consolato della Repubblica Ceca per l’anniversario della Rivoluzione di Velluto.
Una panchina, in fondo, è quasi per sempre. Una società di architettura ne ha regalate quattro alla città in occasione dell’ultima edizione della Design Week in piazza XXV aprile (funzionano anche da dissuasori antiterrorismo). E ancora: nell’estate del 2018 ai giardini Montanelli sono state posate 26 nuove panchine, grazie al contratto di collaborazione tra il Comune e Condé Nast come «compensazione» per la manifestazione di Wired Next Fest che si era tenuta proprio nei giardini di Porta Venezia. In città poi ci sono ormai 33 panchine rosse, simbolo della lotta alla violenza contro le donne. L’associazione sportiva dilettantistica Scuola Basket Sound ne ha regalate nove e spesso il «dono» arriva dai singoli Municipi (in viale Brianza, in viale Legioni Romane, in piazza Leonardo da Vinci, al Parco Solari).
Ma al di là del recente fenomeno dell’omaggio o del messaggio simbolico, Milano è una città con tantissime panchine pubbliche. L’ultima stima parla di più di 27 mila. La maggior parte sono realizzate sul «modello Milano». Quelle verdi, che sono in larghissima maggioranza, si trovano essenzialmente nei parchi e giardini e sono composte di 16 listelli, lunghi 1.95 metri, in pino svedese verniciato e comprensivo di supporti zincati. Le produce un consorzio (Manutenzione Integrata Ambientale Milano) che si rifornisce soprattutto nella zona della Bergamasca. Ogni panchina «modello Milano» costa 120 euro. Ci sono anche esemplari più di pregiati. Quelle in legno Doussiè, per esempio, che costano più di 250 euro e si trovano nelle aree di particolare rilievo artistico (ad esempio in largo Ghiringhelli, a fianco della Scala). Ancora più lussuose (800 euro) sono quelle in legno marrone scuro a 5 listoni grossi con supporti in acciaio. Si trovano in via Sarpi, a Gambara e in De Angeli e arriveranno in Sant’Agostino e piazzale Archinto. In centro ci sono anche più di 700 esemplari di panchine in pietra naturale (in corso Vittorio Emanuele, per dire di una installazzione-simbolo), mentre il modello extra-luxe è quello in granito di montorfano senza schienale. Costo: mille euro a panchina. Non più d’una ventina gli esemplari cittadini, tra cui le sedute di fronte al Museo del Novecento.
Le panchine sono elemento centrale anche nel concetto di urbanistica tattica sperimentato dalla giunta e dall’assessore Pierfrancesco Maran: in totale negli interventi dell’ultimo anno sono state installate quasi 150 panchine. Gli ultimi arrivi sono in zona NoLo, nella piazza tra via Spoleto e via Venini. Ma il progetto, nonostante le nuove panchine, non piace a tutti i residenti (e soprattutto ai commercianti) che hanno avviato una raccolta firme contro la nuova piazza «tattica».
da un articolo di Andrea Senesi, Corriere della Sera, 4 novembre 2019
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