Dopo la debacle del Salone del Mobile con la cancellazione dell’edizione 2020 e con un Supersalone 2021 davvero poco super per presenze internazionali e per scarse novità, la prima vera edizione post-pandemica della storica Design Week milanese ha saputo mostrare al mondo la vitalità del sistema del design italiano e l’importanza di un grande evento in presenza come questo non solo per fare il punto sull’evoluzione e le novità del settore, ma anche per sostenere la fiducia di imprese e consumatori. Come era prevedibile, la pandemia ha avuto un’influenza diretta anche sulle tendenze per l’arredo, spingendo in particolare i prodotti e gli accessori per la casa e moltiplicando l’offerta di arredi per l’esterno nonché le proposte “ibride” per interni-esterni. Presentato per la prima volta negli spazi della Fiera, l’Osservatorio sul mercato del Design commissionato da Altagamma ha confermato, infatti, la rinata attenzione per la casa e l’arredo da parte dei consumatori e una ripresa più rapida e vitale da parte del design rispetto a tutti gli altri settori del lusso e del lusso accessibile.
Costretti in casa dai ripetuti lockdown, i consumatori di tutto il mondo hanno riscoperto le loro abitazioni e hanno investito per migliorarne la qualità e vivibilità, riservando una notevole attenzione anche a spazi piccoli e un tempo negletti come i balconi, le piccole terrazze o i micro-giardini urbani, unico vero ‘sfogo’ all’aria aperta in mesi di reclusione. Nuovi e vecchi marchi trovano così spazio accanto alle aziende da sempre già molto attive nel cosiddetto “arredo da giardino“, come Paola Lenti, già pioniera dell’arredo ibrido con le sue coloratissime collezioni in corda ed oggi impegnata nel recupero creativo di avanzi di tessuti e materiali (come per la nuova collezione Metamorfosi dei fratelli Campana), ma anche Kartell, che dopo il “policarbonato 2.0”, il “riciclato” e la “bio-plastica” da scarti agricoli, lancia la Re-chair, prodotta a partire dalle capsule di scarto di Illy caffè. Così anche un’azienda più piccola, ma con una tradizione pluridecennale come Fantin, leader nella creazione di scaffalature metalliche e mobili tecnici di design, ha ampliato le sue collezioni con cucine mobili da esterno, tavoli e mobili contenitori in acciaio goffrato in grado di resistere alle intemperie esterne come ai più elevati carichi di usura, tutti parimenti fruibili in casa come in ufficio ed all’aperto come in interno.
Si tratta invece di un ‘ritorno alle origini’ per Pedrali, che arricchisce le sue collezioni da interno con un divano (Nolita) e una seduta (Panarea) progettati specificamente per esterni, così come i suoi primi arredi prodotti negli anni ’60. E anche gli arredi di Baxter danno quest’anno il benvenuto a un’intera linea disegnata per gli spazi aperti con linee però adatte a qualsiasi ambiente (grazie alle resistenti essenze lignee di Himba, Hakuna Matata, Bao e Nairobi). E non è casuale che l’ispirazione alla base delle novità di Moroso per la zona soggiorno sia originata dai ciottoli muschiosi delle verdi foreste svedesi, trasformati in morbide forme dal duo Sofia Lagerkvist e Anna Lindgren (Front) con la collaborazione di Kvadrat per il rivestimento in maglia di lana, materiale rinnovabile e sostenibile per eccellenza che l’azienda danese dichiara di produrre con una riduzione nei consumi d’acqua tra l’80 ed il 95% rispetto ai normali cicli manifatturieri. La vera ‘nuova’ tendenza per gli arredi del 2022, sulla falsariga di quanto già visto nell’ultimo Salone prima della pandemia, è infatti una rinnovata ed ancor più convinta attenzione per la sostenibilità in tutte le sue forme, che, a partire dalla ricerca di nuove e vecchie materie prime organiche o generate dagli scarti di lavorazione di altre filiere, viene ora declinata in tutte le sue forme, ma che segna comunque un chiaro punto a favore dei materiali della tradizione (tessili ed essenze lignee) che si avvantaggiano ora sui materiali di sintesi (e in primis sulle materie plastiche).
Le nuove proposte non possono infatti più rinunciare a un attento piano di comunicazione che renda conto dei processi produttivi (come nel caso di Kvadrat), sia in maniera esplicita, attraverso le brochure, l’infografica e le presentazioni video, sia in maniera implicita attraverso l’uso di piante e superfici verdi (che quest’anno hanno letteralmente invaso il Salone) sia attraverso l’uso di colori meno vivaci e in apparenza più “naturali” (come nel caso delle nuove palette di Kartell, ma anche di Serralunga, che punta sulle tinte “terracotta” e “tortora” oltre ad aver sviluppato finiture spatolate e persino simili al cuoio o al velluto). Meno forte invece risulta la tendenza alla digitalizzazione e all’estetica digitale che sta attualmente rivoluzionando altri settori e sebbene anche il mondo dell’arredo, come la moda, non possa oggi prescindere dagli strumenti digitali, l’estetica tecno-futuristica di Felipe Pantone per Poltrona Frau (nella nuova edizione della poltrona), costituisce un esperimento abbastanza isolato, in un panorama generale che tende a privilegiare immagini naturali o vagamente ‘storiche’ (come il “neo-decò” di Elena Salmistraro, dai suoi tappeti alle ceramiche).
Il collegamento con il mondo della moda sta del resto diventando sempre più forte, in parte per l’ampliarsi dell’offerta per la casa da parte dei brand con la nascita di nuovi gruppi come Oniro, concessionario per l’arredo dei marchi Ferré, Cavalli ed Etro o con l’espansione di brand esistenti come Philippe Plein, che, con il suo lusso kitsch, eccessivo e sopra le righe, trova uno spazio di mercato abbandonato da tempo dai maggiori brand, ancora attivi con proposte raffinate e attente al dettaglio (come Hermès) o innovative e a tiratura limitata (come Vuitton) o articolate ed equilibrate (come le collezioni coordinate di Armani). Non ultimo, questa edizione del Salone, registra anche un incremento delle collaborazioni, che, sempre sulla scia delle strategie attuate dalle grandi griffe della moda, vede nuove proposte nell’affiancamento di nomi noti come Paul Smith e De Padova, ma anche la prosecuzione di cooperazioni già consolidate come quella tra Diesel e Scavolini (per le cucine) e tra Diesel e Moroso (per gli imbottiti).
Dall’arredo ibrido alla sostenibilità, dai colori naturali fino alle nuove fantasie e all’espansione dei marchi della moda, le tendenze e i nuovi arredi presentati in questo 2022 offrono ora al mercato molti nuovi spunti rispetto alla stasi pandemica, mostrando un vero e proprio scatto in avanti che solo gli incontri dal vivo tra operatori e clienti e le grandi manifestazioni come il Salone di Milano possono favorire.