La Cassazione ha dichiarato illegittime le sanzioni del Comune (di Milano ma vale per tutte le località). La Cassazione risponde in modo netto: la legge stabilisce le modalità di rilascio dei pass invalidi (anche per evitare abusi) spiega che il permesso vale anche al di fuori del Comune che lo ha emesso e dice, infine, che deve essere esposto nella parte anteriore dell’auto. Niente di più. Dunque, spiegano i giudici, non possono “essere imposti ulteriori obblighi con ordinanze” dei Comuni, come quello di comunicare su che auto verrà usato il pass. E di certo, in ogni caso, una tale omissione non può essere causa di una multa.
La tesi dei Comuni si fonda su un oggettivo problema organizzativo: le multe per Ztl e corsie preferenziali vengono sempre fatte con le telecamere, che non sono in grado di individuare i pass disabili sul crusacotto. Senza una comunicazione preventiva delle targhe, il sistema manderebbe di continuo multe che poi andrebbero annullate. I giudici ribadiscono, però, un principio che sta su tutt’altro piano: le mancate comunicazioni sulle targhe non possono provocare una multa, come se si trattasse di un passaggio illegittimo o abusivo.
Dunque sono gli enti locali che si devono organizzare: “Non può frapporsi alcun ostacolo alla libertà di locomozione del soggetto disabile fondato sull’inadeguatezza del sistema di controllo automatizzato”. E’ il Comune, al contrario, a dover “predisporre apposite modalità di accertamento, nella logica di leale collaborazione con l’utente stradale affetto da disabilità legalmente riconosciuta, senza, però, imporre a quest’ultimo oneri e obblighi ulteriori”, non previsti da alcuna legge: La decisione se annullare quelle multe tornerà al Tribunale di Milano, che dovrà però adeguarsi alla linea dettata dalla Cassazione
(Fonte: Corriere della Sera”, giovedì 6 ottobre 2022)