15 dicembre: Il sogno di una nonna lontana

Tanto tempo fa, in tempi difficili e oscuri,  per salvare le vite da una terribile malattia le autorità avevano imposto la clausura dentro le case. Tra i tanti “prigionieri” c’era  anche una vecchia signora. Aveva i capelli bianchi, ma non era magra magra e rinsecchita, né grassa grassa da non potersi muovere….anzi andava  a fare la spesa, faceva anche qualche giretto al parco dove, un po’ trasgredendo, incontrava anche un’amica, sempre mantenendosi a distanza e mascherinata. Insomma era una signora con spirito di iniziativa.

Questa vecchia signora viveva sola  e questo in altri tempi le aveva fatto anche piacere: amava la libertà e anche ora apprezzava il fatto di muoversi liberamente da una stanza all’altra della sua casa: al mattino nel suo studio davanti al computer, a mezzogiorno si trasferiva nella sala da pranzo, al pomeriggio sul divano a leggere i giornali che aveva comprato la mattina o un bel libro, la sera davanti alla TV per un film.. senza privarsi anche del piacere di camminare un po’ sul terrazzo. Insomma passeggiava e si fermava e così le sembrava di passare dalla sua casa alla strada, dalla strada a una piazza, da una piazza al cinema.. Insomma, riconosceva di essere una privilegiata.

Ma in tutto questo mancava qualcosa… Come sapete, le vecchie signore a volte sono bizzarre e incontentabili. E questo qualcosa era poter abbracciare i suoi nipotini, che abitavano lontano. Certo, li vedeva su Skype o su Whatsapp, ma a lei non sembrava la stessa cosa…..

Si avvicinava il Natale. E le autorità dicevano che non avrebbe potuto allontanarsi da casa. Né i nipotini avrebbero potuto venire da lei. Muri e confini, certo necessari, ma non per questo meno dolorosi. Certo, lei pensava,  le vecchie signore possono benissimo passare il Natale da sole, sono anche in grado di nutrire la propria solitudine. Non proprio sempre, però.

Così, rimugina che ti rimugina, senza vedere una possibile soluzione, si addormentò davanti alla TV e sognò che sul terrazzo si era appoggiato un drone parlante, che la invitava a salire e la portava lontano, proprio dove lei avrebbe voluto andare. Dall’alto di questo trasferimento non vedeva più muri di cemento, ma foreste e alberi che si piegavano e la lasciavano passare. Volando, sentiva che le vocine dei bambini si avvicinavano sempre di più e li vide anche che si sbracciavano per invitarla a scendere.Lei scendeva e li stringeva a loro e tutti erano felici. non importava affatto che non avesse potuto portare un regalo, proprio non importava affatto, né a lei, né a loro. Era tale la felicità che si svegliò : in tempo per sentire dire al telegiornale che si consentiva ai nonni che abitavano soli di poter passare il Natale con i loro familiari. Era vero o anche questo era un sogno? Non lo sapremo perché il Natale non è ancora arrivato…Ma forse a volte il desiderio trasforma la realtà. E forse basta anche solo un sogno.