La principale novità in tema di pensioni in arrivo con il 2018 è l’aumento dell’età pensionabile delle donne: un anno in più per le lavoratrici dipendenti e sei mesi per le autonome iscritte alla gestione separata; requisiti immutati invece per i lavoratori, dipendenti o autonomi, e per coloro che vanno in pensione anticipata. Il 2018 vedrà anche il debutto vero e proprio dell’APe, social e volontario.
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Età pensionabile
Innanzitutto, la pensione di vecchiaia delle lavoratrici dipendenti: dal primo gennaio 2018 ci vogliono 66 anni e sette mesi, età equiparata a quella degli uomini (un anno in più rispetto ai 65 anni e sette mesi validi fino al 31 dicembre 2017). Stesso requisito, 66 anni e sette mesi, anche per le lavoratrici autonome e in gestione separata (nel 2017 bastano 66 anni e un mese).
Il prossimo scatto, per tutti, sarà nel 2019, quando i cinque mesi in più di aspettativa di vita porteranno l’età pensionabile, per tutti, a 67 anni. Anche qui c’è un’eccezione, sono esentati i lavoratori che appartengono a quindici specifiche categorie di lavori gravosi.
Pensione anticipata
Requisito 2018 inalterato per la pensione anticipata: 42 anni e 10 mesi per gli uomini, e 41 anni e dieci mesi per le donne. Dal 2019, cinque mesi in più per entrambe le categorie, quindi gli uomini potranno ritirarsi con 43 anni e tre mesi, le donne con 42 anni e tre mesi di contributi.
APe e pensione precoci
Tornando al 2018, altre novità riguardano l’APe e la pensione anticipata precoci. L’anticipo pensionistico, introdotto dalla manovra 2017, doveva entrare in vigore dallo scorso primo maggio. In pratica, non è ancora operativamente partita in nessuna delle diverse forme previste. I primi assegni di APe social sono attesi per il mese di gennaio. I termini per presentare domanda sono scaduti lo scorso 30 novembre, l’INPS sta terminando le operazioni di riesame delle domande presentate entro lo scorso 15 luglio, che hanno la precedenza. Questi lavoratori riceveranno i primi assegni a partire dal prossimo mese di gennaio. In dicembre inizia anche l’esame delle domande di APe social presentate fra il 15 luglio e il 30 novembre, che dovrebbe concludersi entro la fine di dicembre.
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Stesse scadenze per la pensione anticipata precoci, riconosciuta a chi ha almeno 41 anni di contributi, di cui uno versato prima dei 19 anni, e appartiene a una delle quattro categorie di aventi diritto (sono le stesse previste per l’APe social): disoccupati, caregiver, lavoratori con inabilità grave, addetti a mansioni gravose. Anche qui, si sono registrati gli stessi ritardi previsti per l’APe social, i primi assegni (per chi ha presentato domanda entro il 15 luglio 2017), arriveranno in gennaio. Coloro che maturano i requisiti per l’APe social o per la pensione anticipata precoci entro il 31 dicembre 2018 devono presentare domanda rispettivamente entro il 31 marzo oppure il primo marzo.
La domanda va presentata anche se il requisito viene maturato successivamente alla data di presentazione, ma entro la fine dell’anno. Esempio: un lavoratore addetto a una delle 15 mansioni gravose ammesse matura i 41 anni di contributi nel mese di agosto 2018. Presenta la domanda di ammissione al beneficio entro il prossimo primo marzo, e poi dopo aver ottenuto la certificazione al diritto da parte dell’INPS presenta la domanda definitiva di accesso al beneficio quando avrà maturato il diritto (quindi, può presentare la seconda domanda dall’agosto del 2018). Ricordiamo che il requisito contributivo per i lavori precoci salirà a 41 anni e cinque mesi di contributi nel 2019, perché in questo caso si applicano i cinque mesi in più di adeguamento alle aspettative di vita.
Per quanto riguarda invece l’APe volontaria, tempi ancora più lunghi. Non è ancora partita la possibilità di presentare la domanda, c’è il decreto attuativo ministeriale ma si attendono al convenzione con le banche e la circolare operativa INPS. Quindi, domande a partire dal 2018, prevedibilmente da gennaio. Coloro che desiderano ricevere anche gli arretrati, potranno richiedere il trattamento a partire dal maggio 2017. In questo caso verranno conteggiati i mesi arretrati anche nel prestito. Ricordiamo che l’APe volontaria è un anticipo pensionistico, fino a un massimo del 95% della pensione maturata (il massimo richiedibile dipende dalla durata dell’anticipo, che può arrivare a un massimo di tre anni e sette mesi), che poi si restituisce a rate ventennali sulla pensione.
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Altre forme pensionistiche
Restano invariati i requisiti per tutte le altre forme pensionistiche specifiche, ricordiamo le più rilevanti:
- Opzione Donna: in realtà qui il termini da prendere come riferimento per la maturazione del requisito è il 31 dicembre 2015, entro questa data bisogna aver maturato 57 anni (oppure 58 nel caso delle autonome), e 35 anni di contributi. La domanda si può poi presentare in qualsiasi momento;
- Quota 96: è una disposizione eccezionale prevista dalla Riforma di fine 2011 che consente il pensionamento anticipato ai lavoratori con almeno 64 anni e sette mesi di età che avevano maturato la quota 96 entro il 2012, oppure alle lavoratrici sempre con 64 anni e sette mesi di età che, al primo gennaio 2012, avevano 60 anni e 20 anni di contributi;
- Lavori usuranti: quota 97,6 (con almeno 61 anni e sette mesi di età e 35 di contributi, oppure 40 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica). Il requisito sale a quota 98,7 nel caso in cui il lavoro usurante sia rappresentato da mansioni con turni notturni fra 72 e 78 notti l’anno, e a quota 99,7 se le notti sono fra 64 e 71.