Legge Bilancio e pensioni: ecco le misure finali

Pubblicato il 27 Dicembre 2017 in , da redazione grey-panthers
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APe volontaria anche nel 2019, platea APe sociale allargata, pensione anticipata precoci, rendita integrativa RITA, lavori gravosi esclusi dagli scatti per aspettativa di vita, potenziamento esodo Fornero: sono le misure chiave del Pacchetto Pensioni in Legge di Stabilità 2018, ormai definitive visto che la manovra sarà approvata senza ulteriori modifiche. Dopo molteplici slittamenti, il testo della ex Legge di Stabilità è infatti arrivato nell’aula di Montecitorio, dove il Governo ha posto la questione di fiducia. Approvazione quindi rapida, per consentire poi l’ultimo passaggio in Senato.

Pagamento pensioni

Evitato lo slittamento del pagamento delle pensioni al secondo giorno bancabile del mese, anche nel 2018 il versamento avverrà il primo giorno del mese. La misura è strutturale.

=> Pensioni 2018 il primo del mese

APe volontaria

Per recuperare la mancata partenza nel 2017, la manovra allunga il periodo di sperimentazione dell’APe Volontaria alla fine del 2019. Quindi, sarà possibile chiedere l’anticipo pensionistico per i prossimi due anni. I requisiti restano gli stessi: 63 anni di età, almeno 20 anni di contributi, 3 anni e sette mesi al massimo alla pensione di vecchiaia, un assegno maturato pari a 1,4 volte il minimo. Attenzione: nel 2019 saranno necessari cinque mesi in più per raggiungere la pensione di vecchiaia (l’età sarà di 67 anni). Quindi, di fatto, con un’età anagrafica di 63 anni si rischia di non riuscire a rispettare anche questo paletto.

Aspettative di vita

Lo scatto di cinque mesi è però bloccato per alcune tipologie di lavoratori che svolgono mansioni gravose: le 11 già previste per l’accesso all’APe Sociale e alla pensione anticipata precoci, a cui se ne aggiungono altre 4: siderurgici, marittimi, pescatori, agricoli. Ecco l’elenco completo, contenuto nell’allegato B alla manovra:

  • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
  • conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  • conciatori di pelli e di pellicce;
  • conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
  • conduttori di mezzi pesanti e camion;
  • personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
  • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
  • insegnanti della scuola dell’infanzia e educatori degli asili nido;
  • facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
  • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
  • pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;
  • lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nella normativa del decreto legislativo n. 67 del 2011;
  • marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.

Questi lavoratori continueranno ad andare in pensione con 66 anni e sette mesi di età, per loro non scatta l’aumento dell’età a 67 anni. C’è un paletto preciso per rientrare nella platea: bisogna aver svolto le mansioni gravose per almeno sette anni negli ultimi dieci, e avere almeno 30 anni di contributi.

Ape Sociale e Precoci

Per quanto riguarda i disoccupati, vengono ammessi all’APe Sociale e alla pensione anticipata precoci anche coloro che hanno perso involontariamente il lavoro per scadenza del contratto a termine. Bisogna aver avuto almeno 18 mesi di contratto negli ultimi tre anni. Questa nuova regola si applica a partire dal primo gennaio 2018. Quindi, è valida per coloro che chiederanno l’accesso all’APe Sociale o alla pensione precoci dal prossimo anno.

=> APe sociale estesa in Legge di Bilancio

Per quanto riguarda i lavori gravosi, è stata allargata la platea alle 4 categorie sopra esposte, per le quali non scatta l’aumento delle aspettative di vita (siderurgici, marittimi, pescatori, lavoratori agricoli). La prestazione deve essere svolta per almeno 6 anni negli ultimi 7, oppure per 7 anni negli ultimi 10 (quest’ultima è una novità introdotta dalla manovra). Resta immutato il requisito dei 36 anni di contributi.

La manovra prevede anche l’istituzione di un Fondo Speciale per finanziare l’APe Sociale, che potrebbe consentire di allungare anche questa prestazione alla fine del 2019 (la sperimentazione al momento si ferma al 31 dicembre 2018). Ricordiamo che il regime sperimentale non vale invece per la pensione anticipata precoci, che invece è una misura strutturale.

Infine, c’è uno sconto contributivo di un anno per ogni figlio per il requisito APe sociale delle lavoratrici madri, fino a un massimo di due anni. Significa che potranno accedere all’APe sociale con 28 o 34 anni di contributi, a seconda della categorie di cui fanno parte.

RITA

Vengono sganciati i requisiti della rendita integrativa anticipata da quelli necessari per ottenere l’APe Social. In base alla nuova normativa, la RITA è consentita ai lavoratori a cui mancano 5 anni alla pensione, con almeno 20 anni di versamenti nella gestione obbligatoria di appartenenza. Ricordiamo che la rendita integrativa temporanea anticipata consente di chiedere in tutto o in parte il versamento del montante accumulato presso la forma di previdenza complementare. Un nuovo strumento, pensato anche per coprire eventuali periodi scoperti negli ultimi anni della vita lavorativa, che tutelano il lavoratore che esce precocemente dal mondo del lavoro da eventuali innalzamenti dell’età pensionabile.

=> RITA 2018, la nuova rendita pensionistica

Esodo Fornero

Ampliato anche l’istituto che consente alle imprese di stipulare un accordo di incentivo all’esodo con i dipendenti vicini all’età per la pensione di vecchiaia coprendo il periodo rimanente in modo che alla fine maturino una pensione piena. Il beneficio, applicabile solo nelle aziende con oltre 15 dipendenti, si può utilizzare nei confronti di coloro a cui mancano fino a 7 anni alla pensione di vecchiaia, ma solo fino al 2020: dall’anno successivo, tornerà l’attuale paletto dei 4 anni.