La quota 100 sarà sperimentale per il triennio 2019-2021, introducendo una nuova possibilità di pensione anticipata con 62 anni di età e 38 di contributi, finestra di tre mesi fra la maturazione del requisito e l’assegno previdenziale, precisi vincoli (es.: incumulabilità con redditi da lavoro superiori a 5mila euro annui prima dell’età per la pensione di vecchiaia): sono i requisiti fondamentali per la quota 100 contenuti nelle bozze del decreto del Governo, atteso nei prossimi giorni in Consiglio dei Ministri.
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Il provvedimento contiene anche altre novità previdenziali: proroga di un anno per l’APE Sociale ed Opzione Donna estesa alle lavoratrici nate entro il 31 dicembre 1959 (dipendenti) o 1958 (autonome), nonché sconti sugli scatti delle aspettative di vita. E c’è anche un nuovo incentivo all’esodo, previo accordo sindacale, per i lavoratori a cui mancano al massimo tre anni dalla quota 100 (per assumere personale giovane).
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Vediamo tutto, sottolineando che si tratta di bozze, non di provvedimenti approvati, e che quindi potranno esserci modifiche.
Quota 100
E’ una nuova forma di pensione anticipata riservata agli iscritti alle gestioni INPS e alla gestione separata (sono esclusi gli iscritti alle casse previdenziali). Chi si ritira con la quota 100 non può sommare alla pensione altri redditi da lavoro superiori a 5mila euro annui fino a quando non compie l’età per la pensione di vecchiaia (attualmente pari a 67 anni).
Il requisito base è pari a 62 anni di età – ma dal 2021 andrà adeguato alle aspettative di vita – e 38 anni di contributi. Sono requisiti minimi e non alternativi: se un lavoratore ha 40 anni di contributi e 60 di età non accede comunque per quanto la somma faccia 100. Il cumulo gratuito dei contributi non coincidenti versati in diverse gestioni previdenziali è consentito per raggiungere la quota 100.
Per i dipendenti del settore privato, i primi assegni arriveranno ad aprile, ma solo per coloro che avevano già il requisito al 31 dicembre 2018. Dal gennaio 2019 la decorrenza della pensione è fissata a tre mesi dal momento in cui si matura il requisito. Esempio: maturazione requisiti febbraio 2019, pensione quota 100 da maggio. Nel settore pubblico la finestra di uscita è pari a sei mesi, quindi i primi assegni arriveranno a luglio. Chi però matura i requisiti entro il 31 marzo, ha comunque diritto alla pensione dal 31 luglio. Chi invece li matura dal primo aprile 2019, dovrà aspettare sei mesi.
Scivolo quota 100
Questa è una novità, e prevede il coinvolgimento degli enti bilaterali per consentire accordi di esodo per i lavoratori a cui mancano al massimo tre anni alla maturazione della quota 100 per favorire percorsi di ricambio generazionale. In pratica, ai lavoratori viene pagata una prestazione straordinaria di sostegno al reddito ed assicurata la copertura previdenziale. La prestazione è a carico dei datori di lavoro (viene erogata dai fondi ma finanziata dalle imprese), che possono poi dedurla dal reddito.
Ape sociale
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Viene prorogato a tutto il 2019 l’anticipo pensionistico per coloro che hanno almeno 63 anni e ricadono in una delle fattispecie previste dai commi 185 e 186 della legge 232/2016. Si tratta delle quattro categorie di lavoratori con accesso all’APe Sociale ovvero disoccupati che hanno terminato da almeno tre mesi di percepire il sussidio, caregiver, riduzione della capacità lavorativa pari almeno al 74%, addetti a mansioni gravose.
Opzione Donna
Possono andare in pensione le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi nate entro il 31 dicembre 1958 se dipendenti, o entro il 31 dicembre 1959 se autonome.
Aspettative di vita
C’è anche il blocco dei cinque mesi di aspettative di vita 2019 limitatamente alla pensione anticipata. In realtà, viene introdotto un meccanismo di finestre trimestrali. In pratica, dal primo gennaio 2019, il requisito per la pensione anticipata resta a 42 anni e dieci mesi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne però, dalla maturazione del diritto alla decorrenza della pensione, devono trascorrere tre mesi. In sede di prima applicazione, tutti coloro che maturano il requisito dal primo gennaio alla data di entrata in vigore del decreto di riforma pensioni conseguono il diritto dal primo aprile 2019. Stesso meccanismo per i lavoratori precoci: niente scatto aspettative di vita 2019 (quindi, il requisito resta a 41 anni di contributi), ma decorrenza della pensione con finestra trimestrale.