Si intensifica a marzo la contrazione del settore manifatturiero dell’Eurozona mentre a febbraio la disoccupazione in Italia registra un lievo calo (meno 0,1 su gennaio). Su base annua il tasso risulta ancora in aumento (+1,5 punti). Nell’Area euro, sottolinea Eurostat, sempre a febbraio, la disoccupazione resta stabile (seppur al livello record) del 12%.
Tradotto in persone: In Italia a febbraio il numero di disoccupati è pari a 2 milioni 971mila unità, in diminuzione dello 0,9% rispetto a gennaio (ovvero 28 mila unità disoccupati in meno). Mentre risulta ancora in aumento su base annua, registrando una crescita del 15,6%, corrispondente a 401mila persone in cerca di lavoro. Nell’Europa a 27 i disoccupati sono 19.071.000. Rispetto a gennaio 2013, le persone in cerca di lavoro crescono di 76mila unità nell’Eu a 27 e di 33mila unità nell’area euro. I livello più basso di disoccupati si ha in Austria (4,8%), Germania (5,4%), Lussemburgo (5,5%) e Olanda (6,2%). I risultati peggiori si hanno invece in Grecia (26,4% – ma il dato è di dicembre 2012), in Spagna (26,3%) e Portogallo (17,5%). A febbraio il numero di disoccupati sotto i 25 anni nell’Europa a 27 è pari a 5.694.000, di cui 3.581.000 nell’area euro. Il tasso di disoccupazione giovanile più basso si osserva in Germania (7,7%), Austria (8,9%) e Olanda (10,4%). Il più alto in Grecia (58,4% – ma il dato è di dicembre 2012), Spagna (55,7%), Portogallo (38,2%) e Italia (37,8%)
Indice Pmi in flessione
Per quanto riguarda invce il manifatturiero, l’indice Pmi – che misura l’attività manifatturiera nell’Eurozona – è sceso a marzo a 46,8 nel dato definitivo, rispetto a 47,9 di febbraio. Le previsioni erano per un calo a 46,6. La Francia si attesta a 44,0, sotto la soglia di 50 che separa la contrazione dall’espansione. Sia la Germania (49 – minimo su due mesi) che l’Irlanda (48.6) sono scivolati in territorio di contrazione. Per quanto riguarda l’Italia l’indice Pmi è sceso a 44,5 punti a marzo, il minimo dall’agosto 2012, in deciso arretramento rispetto ai 45,8 punti di febbraio. Gli analisti avevano stimato un calo minore, a quota 45 punti.
Disoccupazione giovanile al 37,8%
Tornando ai dati Istat, anche la disoccupazione giovanile, su base mensile, a febbraio registra una flessione: il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale degli occupati o in cerca, è risultato pari al 37,8%, in contrazione di 0,8 punti percentuali rispetto al mese precedente. Ma nel confronto sull’anno il tasso di disoccupazione giovanile sale del 3,9%. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro a febbraio sono 647mila e rappresentano il 10,7% della popolazione in questa fascia d’età.
In ripresa l’occupazione femminile
Il tasso di occupazione, pari al 56,4%, aumenta dello 0,1% nel confronto congiunturale; ma cala dello 0,5% rispetto a dodici mesi prima. A febbraio gli occupati hanno toccato quota 22 milioni e 739mila unità, in aumento dello 0,2% su gennaio (48mila occupati in più). La crescita, sottolineaano dall’Istat, riguarda la sola componente femminile, e in particolare le straniere e le over50 che permangono più a lungo a lavoro (per effetto delle nuove norme pensionistiche). Su base annua, l’occupazione diminuisce dell’1% (meno 219mila occupati). A febbraio quindi le donne hanno trainato l’occupazione: sul mese infatti le occupate salgono dello 0,5%, cioè di 50mila unità, mentre la componete maschile resta sostanzialmente ferma, segnando una variazione nulla, corrispondente a 2mila unità in meno. Anche su base annua l’occupazione femminile sale dello 0,5% (+48 mila occupate), a fronte di una diminuzione del 2% per gli uomini (-268 mila).
Quanto agli inattivi (15-64 anni), che nè lavorano nè cercano un impiego, il loro numero diminuisce dello 0,3% rispetto al mese precedente (-36mila unità) e dell’1,8% a livello tendenziale (-256mila). In particolare, a confronto con febbraio del 2012, tra gli inattivi si contano in meno 34mila uomini (-0,7%) e ben 223 mila donne (-2,4%). Il tasso di inattività si attesta così al 36,1%, in calo di 0,1 punti percentuali su gennaio e di 0,6 punti su base annua.
Fonte: Il Sole 24 Ore