La Commissione europea esprime la propria soddisfazione per l’adozione da parte del Consiglio dei ministri dell’UE di una nuova direttiva volta a garantire una migliore applicazione a livello nazionale del diritto dei cittadini dell’UE di lavorare in un altro Stato membro. Le nuove norme, proposte dalla Commissione nell’aprile 2013, intendono colmare il divario esistente tra diritti e realtà e aiuteranno i cittadini che lavorano o cercano un lavoro in un altro paese ad esercitare concretamente i loro diritti. Gli Stati membri dispongono ora di due anni per attuare la direttiva a livello nazionale.
La direttiva ha per obiettivo di eliminare gli ostacoli esistenti alla libera circolazione dei lavoratori, tra cui la scarsa consapevolezza delle norme UE da parte dei datori di lavoro sia pubblici che privati e le difficoltà incontrate dai cittadini mobili nell’ottenere informazioni e assistenza negli Stati membri ospitanti. Per superare questi ostacoli e prevenire ogni forma di discriminazione la direttiva imporrà agli Stati membri di garantire:
- che uno o più organismi a livello nazionale forniscano un sostegno e assistenza giuridica ai lavoratori migranti dell’UE per quanto riguarda l’applicazione dei loro diritti,
- una tutela giuridica efficace dei diritti (tra cui, ad esempio, la protezione dalla vittimizzazione per i lavoratori migranti dell’UE che vogliono far valere i loro diritti) e
- informazioni facilmente accessibili in più di una lingua dell’UE sui diritti di cui godono i lavoratori migranti dell’UE e le persone in cerca di lavoro.
Tali norme andranno a vantaggio non solo dei lavoratori mobili ma anche dei datori di lavoro, che saranno meglio informati quando assumeranno persone provenienti da un altro paese dell’UE.
Indipendentemente da questo nuovo atto legislativo, la Commissione, in qualità di custode del trattato, continuerà ad avviare procedimenti di infrazione, ove necessario, nei confronti degli Stati membri il cui diritto nazionale non sia in linea con gli obblighi imposti loro dal diritto dell’UE.