Formazione

Pubblicato il 29 Dicembre 2012 in , da redazione grey-panthers

Adesso con la crisi il tempo si troverebbe: invece le aziende la “tagliano” ( e nel 2012 anche di più) Si parlava di competenze questa mattina al convegno di Sodalitas ospitato nella sede di Sandvik a Milano. Servono competenze nuove per lavoratori nuovi e lavoratori già in azienda, che gli effetti combinati della riforma delle pensioni e della numerosità dei baby boomers invecchiati manterranno in azienda per molto più tempo di prima. Tutto il sistema delle conoscenze va rivisto. E se per i giovani si deve partire prestissimo, addirittura risalendo la corrente del stistema educativo attrezzandoli e orientandoli fin dai primi anni di scuola , per gli over40 è la formazione che va ripensata e intensificata. E questo sarebbe il momento migliore, notava l’ad di Ubs Italia Fabio Innocenzi, visto che la crisi ha ridotto il lavoro e gli ordinativi da evadere “per ieri”, lasciando spazio e tempo (quello che prima mancava, per alibi o per davvero…) alle attività formative. Anche in vista dell’ agognata ripresa.

Non è un caso, credo, che la stessa tesi compaia tra le riflessioni della ricerca realizzata da Unionformazione per la fiera di ottobre Expò Training, i cui dati principali che anticipiamo oggi su Job24.it .
E’ una esortazione saggia, ma che purtroppo rimane inascoltata. Le imprese di ogni dimensione nel 2011 hanno tagliato i budget già ristretti per la formazione aziendale, e per il 2012 prevedono di rivederli ancora, e verso il basso. Solo il 10 % delle piccole e medie aziende (tra 50 e 100 addetti) dichiara di aver fatto formazione professionale e altrettante hanno l’intenzione di effettuarne nel 2012. Ed è il dato più stabile. Fra le organizzazioni con un numero di dipendenti fra i cento e i 300 si passa dal 15% del 2011 al 5% previsto per quest’anno. Tra le grandi (oltre i mille addetti), solo la metà ha svolto corsi nel 2011, e nel 2012 la parte formativamente “virtuosa” diventerà il 45%.
Che tipo di formazione si fa, poi? Anche qui la musica è quella già sentita: pochi corsi sulle competenze strategiche per il business e sull’innovazione, budget ( quasi totalmente coperti dalla formazione finanziata tra i medio-piccoli e per la metà dei grandi) dedicati alle competenze basiche : sicurezza, informatica e il solito inglese. La cui padronanza ( o meglio, non-padronanza) resta, è emerso oggi al convegno di Sodalitas, la principale debolezza anche per i giovani in ingresso e li penalizza in partenza nel confronto con i neolaureati degli altri Paesi .
Per chi non l’avesse letta, su Job24.it é ancora online l’indagine europea di Assintel Donne@Network : di cosa parla Internet quando parla di donne? Non di lavoro, si scopre. Soprattutto in Italia: il lavoro delle donne nei siti e nelle conversazioni social si ritrova assai più spesso nei Paesi dove le donne lavorano di più e meglio….
A proposito, da ieri un direttore- donna, la prima di provenienza cartacea e di primo piano a migrare sul Web, ha dichiarato di volersi smaterializzare giornalisticamente, e per sempre: “Non vedrete più la mia firma sulla carta”, ha promesso Lucia Annunziata alla presentazione a Milano dell’ edizione italiana dell’Huffington Post inventato da Arianna (io c’ero, l’ho sentita “live”). Il cambiamento arriva, magari lento, ma arriva.

da Job24 Rosanna Santonocito