Arriva dalla Rete dei Comitati Esodati un nuovo appello al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per chiedere un’ottava salvaguardia, a tutela di oltre 24mila lavoratori esodati attualmente rimasti esclusi e quindi ancora senza stipendio né pensione. Al premier Renzi viene ricordato che in questi 24 mesi di governo sono stati numerosi gli appelli lanciati dalla Rete dei Comitati degli Esodati, a richiesta di un incontro volto a trovate una soluzione definitiva all’annosa questione degli esodati.
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Finora però il Governo non ha fornito alcun riscontro all’associazione di volontari che si sta battendo per il diritto alla pensione degli esodati, lavoratori penalizzati dalla Riforma delle Pensioni Fornero (stiamo parlando di fine 2011, quasi 5 anni fa): disoccupati, sottolinea l’associazione, ai quali viene negato il diritto alla pensione e che sono costretti a restare fino a 7 anni senza alcun reddito e senza pensione.
Nell’appello si legge:
“Anche la possibilità che era stata formulata da alcuni componenti la segreteria del PD nell’incontro, al Nazzareno con una rappresentanza della Rete dei Comitati il 19 febbraio 2014, secondo la quale si ipotizzava di poter risolvere strutturalmente la “questione esodati” con parte delle risorse finanziarie recuperate dal rientro dei capitali dall’estero, non ha poi avuto seguito”.
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Sottolineando che nel tempo sono state diverse le tappe della mobilitazione degli esodati, la Rete dei Comitati degli esodati pone all’attenzione di Renzi due considerazioni:
- le dichiarazioni rese dal premier nel corso dell’intervista rilasciata alla trasmissione “Che tempo che fa” con la quale assicurava che per gli esodati (i 49.500 ex lavoratori certificati dal Ministero del Lavoro al Parlamento) si sarebbe provveduto a risolvere il dramma con la settima salvaguardia nella Legge di Stabilità 2016. Dichiarazioni alle quale non sono seguiti dei fatti: ad oggi, di quei 49.500, oltre 24.000 lavoratori esodati restano ancora non salvaguardati, nonché esclusi da ogni possibilità di deroga;
- con una specifica norma di legge si è istituito e finanziato (anche con le risorse non utilizzate delle 6 precedenti norme di deroga) il “Fondo Esodati” le cui somme avrebbero dovuto essere usate esclusivamente per nuovi provvedimenti a favore degli “esodati”. Ad oggi però, le risorse del fondo istituto con la legge 228/2012 sono state distratte per il finanziamento della “no tax area”, per interventi infrastrutturali per il Giubileo, per interventi sulle aree Ex-Expo e per finanziare in parte il provvedimento di ripristino delle norme che regolano la cosiddetta “Opzione Donna”.
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La Rete dei Comitati degli esodati, chiedendo urgentemente un ottavo provvedimento di salvaguardia per tutti gli oltre 24.000 esclusi dalle deroghe, sottolinea che i fatti riportati non sono opinabili, sono elementi oggettivi:
“I fatti che abbiamo voluto mettere sotto i riflettori sono gravi perché non solo provano che gli impegni non sono stati rispettati, ma pure perché sono l’evidenza inconfutabile che non si è rispettato quanto previsto da una norma inserita in una legge dello Stato, quale è il comma 235 della L. 228/2012”.
Senza considerare che il governo Renzi, per risolvere la questione esodati, non ha stanziato ulteriori fondi:
“Sia la sesta sia la settima salvaguardia – si legge nella lettera d’appello a Renzi – sono state finanziate con i risparmi dei precedenti provvedimenti di deroga”. Il Governo “ha consentito però che il Fondo a loro specificamente destinato venisse usato come un bancomat, per cui una sola è la richiesta forte e determinata che oggi viene da parte nostra: la restituzione immediata delle economie del Fondo Esodati usate per scopi ben diversi dalle salvaguardie, pertanto, in maniera incontestabile, non legittimamente utilizzati secondo la legge”.
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