Entro il 2015 le società di distribuzione dovranno migliorare la qualità del servizio per contenere le interruzioni nella fornitura di energia elettrica di loro diretta responsabilità entro il limite massimo di 25 minuti/anno nei centri urbani di grandi dimensioni, di 40 minuti/anno nei centri di medie dimensioni e di 60 minuti/anno nei centri di piccole dimensioni1. Lo ha stabilito l’Autorità per l’energia approvando nuovi e più stringenti obiettivi di qualità e un sistema di incentivi mirati alla riduzione dei disservizi soprattutto in alcune aree più critiche del Paese (delibera 311/2012/R/eel).
Dopo i positivi risultati raggiunti a livello nazionale – in 10 anni i minuti persi in media per cliente a seguito di interruzioni nelle forniture sono scesi del 70 % – , l’Autorità vuole ora ridurre il persistente divario fra Nord e Sud: nel 2011 infatti i clienti residenti nel Nord Italia hanno subito in media 25 minuti l’anno di interruzione delle forniture per responsabilità del distributore, mentre nel Sud Italia le interruzioni sono durate più del doppio (62 minuti).
Per incidere sulle situazioni più critiche l’Autorità ha previsto una sorta di ‘doppia corsia’ per gli incentivi. In particolare, le società di distribuzione che riusciranno a ridurre le interruzioni nelle aree con il maggior numero di disservizi (41 al Sud, 3 al Nord e 5 al Centro) riceveranno ‘premi speciali’, mentre saranno ridotte le incentivazioni alle società che hanno già ottenuto incentivi per la riduzione dei disservizi; tali società operano in 173 aree (127 al Nord, 30 al Centro e 16 al Sud) dove negli ultimi 4 anni è migliorato fortemente il servizio di fornitura, superando così gli obiettivi fissati dall’Autorità.
Attraverso questa innovazione nella regolazione, basata sul principio della ‘selettività’ dell’intervento, sarà quindi possibile migliorare ulteriormente la continuità del servizio elettrico a livello nazionale, agendo puntualmente sulle zone più critiche per stimolarne i miglioramenti e colmare il divario fra le diverse regioni italiane, soprattutto con il Sud Italia dove la qualità del servizio resta inferiore alla media nazionale.