Taglio del tassi di interesse della Bce: cosa cambia per mutui e Btp

Pubblicato il 4 Novembre 2011 in , da redazione grey-panthers

La Banca centrale europea ha messo mano ai tassi di interesse, tagliandoli di un quarto di punto: il tasso di interesse per le operazioni di rifinanziamento principali presso la Bce (ovvero il tasso applicato alle banche per finanziarsi) è sceso all’1,25% dall’1,50% deciso nel luglio scorso; quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale all’1,25% e quello sui depositi presso la Banca centrale allo 0,50%. Il taglio dei tassi viene praticato in genere quando l’economia rallenta per rendere più accessibile il credito: a partire dalle banche, scendendo fino al correntista. Ma anche agli Stati. In questo periodo di timori dei mercati, agitati dalla crisi del debito sovrano, per le banche dei Paesi sotto osservazione per il rischio default – come la Grecia da mesi, ma da questa estate anche Italia e Spagna – è diventato più costoso rifinanziarsi, poiché hanno «in pancia» una quantità elevata di titoli di Stato giudicati a rischio insolvenza. Tra gli effetti di questa difficoltà c’è stato l’aumento dello spread nei nuovi mutui e nei prestiti alle imprese, ma anche un’impennata dei rendimenti dei titoli di Stato. Che scenario apre il taglio dei tassi di interesse? Due sono gli effetti immediati: uno relativo ai mutui, l’altro al rendimento dei Btp.

Il taglio dei tassi da parte della Bce avrà infatti effetto immediato su quei mutui che sono indicizzati alla Bce. Supponendo, per esempio, un prestito da 150 mila euro a un tasso finito del 2,75% (1,50% tasso Bce più spread all’1,25%), il risparmio al mese è di circa 20 euro. A 20 anni, ieri la rata era di 813 euro, oggi in seguito all’intervento della Bce sarà di 794 euro, mentre a 30 anni la rata scende da 612 a 592 euro. Ma la maggior parte dei mutui contratti dalle famiglie italiane è indicizzata all’Euribor (il tasso interbancario di offerta in euro), perciò gli effetti si sentiranno nel lungo periodo. Per i nuovi mutui molto dipenderà dallo spread applicato dalle banche.

Ieri il rendimento del Btp a 10 anni è tornato a salire fino al 6,26% dal minimo di 6,16% toccato dopo il taglio dei tassi da parte della Bce. Ma ad aver condizionato i mercati è anche l’annuncio che la Grecia non farà più il referendum per approvare il piano europeo, che ha dato un segnale tranquillizzante. Il nodo ora è il rischio default nella percezione del mercato.

(Da: Corriere della Sera)