Le banche stanno aumentando gli spread sui mutui, cosicché oggi, per chi volesse magari usufruire di un mutuo per acquistare una seconda casa o finalmente comprare quella che si desidera da tanto tempo, è quasi impossibile pensare di trovare qualche offerta con spread inferiori al 2%.
Per chi sta rimborsando un mutuo il cui piano di ammortamento è partito prima di settembre non c’è nessun problema. I nuovi spread non intaccano quello che ha firmato con la banca e sulla base del quale sta già pagando le rate; chi è invece orientato oggi a chiedere un mutuo deve sapere che questo non è il miglior momento in termini di spread. Anzi non è stato mai così brutto. Una media di spread al 2% (se non di più) infatti non si è mai vista dai tempi dell’introduzione dell’euro. Questo effetto, per chi è orientato al fisso, è parzialmente mitigato dagli indici Eurirs (da aggiungere allo spread per la determinazione del tasso finale) che viaggiano intorno ai minimi storici. Quindi oggi si può stipulare un fisso al 5% che, in un contesto in cuila BancaCentraletiene i tassi all’1,5% è caro, ma storicamente resta un buon tasso finale per un mutuo. Chi è orientato al variabile parte con un tasso finale del 3,2% (Euribor +spread) nella migliore delle ipotesi, destinato però a salire nel lungo periodo. Anche qui, l’Euribor vola basso e quindi mitiga l’effetto clamoroso degli spread impazziti. I tassi di partenza, quindi, mitigati da indici europei (Eurirs ed Euribor bassi) non sono eccessivi. Tuttavia, in attesa di schiarite sulla ricapitalizzazione delle banche e sulla crisi del debito nell’Eurozona, potrebbe essere anche saggio rimandare, se è possibile, l’appuntamento con il mutuo. Oppure partire con uno sguardo pronto alla surroga non appena gli spread, ci si augura, dovessero essere ritoccati verso il basso.
La situazione si fa più complicata per chi ha chiesto il preventivo in primavera o estate e non ha ancora firmato il mutuo ma ha avviato la pratica basandosi sui vecchi spread. Cosa deve fare allora chi ha chiesto il preventivo e si è portato avanti con l’acquisto della casa basandosi su uno spread che oggi non esiste più? Decisivo in questo caso è capire la differenza tra tasso di preventivo e tasso di stipula. Raramente coincidono perché gli istituti di credito si riservano la possibilità di cambiare le condizioni in corsa. Non tutti operano allo stesso modo: Cariparma, ad esempio, congela il tasso di preventivo per 8 mesi; Ing direct, Chebanca!, Webank, indicano nel preventivo il periodo di validità dello spread, ma solitamente dura circa un mese; Bnl e Intesa Sanpaolo pongono come limite un mese. Insomma, dipende da banca a banca e da preventivo e preventivo, ma le evidenze dimostrano che la maggior parte degli istituti si riservano il bonus di cambiare lo spread in corsa.
(Da: Ilsole24ore.com)