L’Europa è il principale imputato alle riunioni del G20 di Washington. Anzi, chi ha partecipato a queste riunioni sostiene che è stato l’unico vero argomento che ha impegnato le discussione dei ministri delle finanze presenti. Chi aveva delle aspettative su un aiuto da parte dei cosiddetti “Brics”, cioè di Brasile, Russia, India, Cina, e Sud Africa nei confronti dell’Europa, è stato deluso perché in realtà da questi ministri è arrivato solo un ulteriore appello all’Europa a “muoversi in fretta”, a riordinare i propri conti e soprattutto a potenziare il cosiddetto “fondo salva-stati”. Quest’ultimo permetterebbe infatti di dare maggiore stabilità ed eventualmente essere impegnato per il salvataggio della Grecia o di altri Paesi in difficoltà. Sappiamo però che su quel punto c’è una resistenza della Germania, e c’è comunque l’esigenza dell’Europa di fare qualcosa, anche se non così tanto quanto vorrebbero i partners. Non solo i “Brics”, ma anche il ministro delle finanze americano Timothy Geithner ha chiesto infatti che l‘Europa vari un fondo europeo con maggiori possibilità di intervento, come il Tarp (Troubled Asset Relief Program) che intervenne nella crisi americana del 2008. Quello che rimane come dato di fatto è che l’Europa si è trovata sul banco degli imputati e che il comunicato che originariamente non era previsto, ed è stato invece redatto, sembra una riscrittura del precedente comunicato del G20 di Marsiglia: non indica grandi decisioni anzi, è piuttosto deludente. Semplicemente si certifica l’impegno dell’Europa a potenziare il proprio fondo europeo salva- stati entro ottobre. Tutto questo se il parlamento tedesco sarà disposto a votare questo potenziamento ed altri stati europei nei quali affiorano alcuni problemi, come Estonia, Slovenia e Slovacchia, faranno il loro dovere e ratificheranno questo fondo, che l’italia ha già ratificato. Se questo basterà contro la crisi lo sapremo solo nelle prossime settimane.