Lo scorso 26 luglio la Commissione Europea ha pubblicato un documento di consultazione nel quale ha sottoposto alla valutazione del mercato l’opportunità di rivedere alcuni aspetti della disciplina degli UCITS.
Tra le proposte delineate dalla Commissione Europea vi è quella di introdurre una disciplina armonizzata dei fondi a lungo termine rivolti agli investitori al dettaglio.
La Commissione ha infatti rilevato che alcuni Stati membri stanno sviluppando, secondo approcci non uniformi, modalità di accesso agli investimenti a lungo termine da parte degli investitori al dettaglio. Da qui la necessità di verificare se ci siano spazi per una disciplina armonizzata a livello europeo di tali prodotti, anche nella prospettiva di consentirne la libera circolazione transfrontaliera, attraverso il passaporto.
Ad avviso della Commissione Europea, l’apertura degli investimenti a lungo termine agli investitori al dettaglio può rappresentare un miglioramento effettivo al mercato interno attraverso la creazione di nuove opportunità di sviluppo per l’industria europea del risparmio gestito. L’incoraggiamento di investimenti a lungo termine potrebbe anche aiutare a ridurre le pressioni cicliche nei mercati dei capitali.
La promozione di tali fondi può assumere varie forme, includendo diverse opzioni legislative. La Commissione richiesto al mercato una valutazione in ordine all’opportunità di introdurre una apposita normativa volta a disciplinare questa nuova tipologia di prodotto, oppure di disciplinare questi nuovi prodotti nell’ambito della direttiva UCITS.
L’inclusione dei fondi a lungo termine nella direttiva UCITS richiederà un lavoro accurato di modifica della direttiva UCITS volto a salvaguardare e a mantenere elevati gli standard riconosciuti al marchio “UCITS”. Ed infatti, tenuto conto che gli investimenti a lungo termine si caratterizzano per un basso livello di liquidità, in quanto generalmente associati a lunghi periodi di lock-up, la disciplina dei fondi di investimento a lungo termine destinati ad un mercato retail dovrà prevedere periodi minimi di investimento, un novero di eligible assets più ampio rispetto a quello previsto per gli UCITS tradizionali, assicurando, al contempo, un sufficiente livello di liquidità per gli investitori.
Anche se l’armonizzazione di tali prodotti assumerà la forma di una nuova direttiva, sarà opportuno recepire nella nuova normativa le previsioni prudenziali contenute nella direttiva UCITS, con riferimento, in particolare, alla gestione della liquidità, alla gestione del rischio, alle regole di organizzazione, revisione interna, trasparenza (KiiD, Prospetto e rendicontazioni periodiche), al fine di mantenere alto il livello di fiducia degli investitori.
Oltre che investimenti a lungo termine per la clientela retail, la Commissione ha sottoposto all’attenzione del mercato altre proposte, sempre al fine di mantenere elevati gli standard riconosciuti al marchio “UCITS” e alla promozione di una maggiore integrazione del mercato interno. Nello specifico, la Commissione ha richiesto una valutazione circa l’opportunità di introdurre un passaporto europeo anche per la prestazione dei servizi del depositario, in modo da incrementare la concorrenza nel settore e favorire il raggiungimento di economie di scala. Vengono poi presentate dalla Commissione delle proposte specifiche in tema di investimenti ammissibili (c.d. eligible assets) ed uso degli strumenti finanziari derivati, tecniche di gestione efficiente del portafoglio; strumenti finanziari derivati over the counter (c.d. OTC); regole straordinarie sugli strumenti di gestione della liquidità; fondi del mercato monetario. La Commissione ha poi rimesso alla valutazione del mercato, da un lato, la necessità di specificare maggiormente talune regole in materia di passaporto del gestore, strutture master-feeder, fusioni tra fondi, procedure di notifica, dall’altro, l’opportunità di promuovere l’allineamento, in alcune materie, tra la direttiva c.d. AIFMD e la direttiva c.d. UCITS.
di Roberta D’Apice, Direttore Settore Legale Assogestioni