Qualcuno potrebbe rubarvi l’identità senza che neppure ve ne accorgiate e fingersi voi per comprare un’auto, iscriversi in palestra o finanziarsi un viaggio. E’ quello che succede in caso di frode creditizia: i ladri richiedono un prestito usando i dati di un’altra persona, ignara di tutto fino a quando non si vede accreditare spese che non ha mai effettuato.
Nel 2010 l’importo medio di questo tipo di frodi è stato di 7.200 euro: i prodotti che fanno più gola ai ladri d’identità sono auto e moto, con oltre 6 casi su 10, seguiti da prodotti di informatica, telefonia ed elettronica, che rappresentano quasi il 13% delle frodi. Sembra però farsi strada una nuova moda: chiedere prestiti fraudolenti per cose più frivole, come interventi estetici, corsi di lingua e sedute di fitness; queste tipologie rappresentano ormai il 3% dei casi. Meno gettonati i prestiti personali, che rimangono stabili rispetto al 2009 con una quota del 9,8% del totale.
La cosa peggiore è che chi è oggetto della truffe, il più delle volte, nemmeno se ne accorge. I tempi di scoperta del reato si sono allungati nel 2010: nel 40% dei casi ci sono voluti due anni dall’erogazione del finanziamento prima che l’intestatario si rendesse conto che qualcosa non andava. Nel 24,3% dei casi le frodi sono state scoperte entro 6 mesi.
Ma come si fa a capire che qualcuno ci ha rubato l’identità? Il più delle volte le vittime se ne rendono conto solo nel momento in cui vengono contattate dall’istituto di credito che ha concesso il finanziamento (circa il 40% dei casi) o nel momento in cui cercano di ottenere un nuovo finanziamento (11,4%). L’11,5% invece, si accorge della frode controllando il proprio estratto conto.
I soggetti più presi di mira dai ladri di identità sono le persone tra i 31 e i 40 anni, e tra 51 e 60 anni, classe che con il 22% dei casi fa registrare un significativo aumento (+69%) rispetto al 2009. Si tratta soprattutto di liberi professionisti, seguiti dai lavoratori dipendenti che costituiscono quasi un terzo del totale. Cresce anche il numero di imprenditori truffati.
Chi sono questi ladri di identità? Tra i malfattori individuati, nel 42% dei casi si trattava di esercenti di attività commerciale, mentre nel 23,7% ladro e vittima erano addirittura parenti; nel 19,1% dei casi, a mettere a segno le frodi sono stati conoscenti o amici delle vittime. Cresce, infine, la categoria di presunti frodatori ex datori di lavoro o soci in affari. Le regioni più truffaldine sono Campania, Lazio e Lombardia, ma è la Sardegna a far registrare l’incremento più significativo.
Che fare dunque per proteggere i propri dati dai ladri? Sembra che i frodatori abbiano una conoscenza sempre più approfondita delle vittime, ed è per questo che non vanno sottovalutati i rischi connessi a comportamenti ormai abituali, come la comunicazione di propri dati e informazioni personali su Internet.
(Da Solidionline.it)
un articolo interessante, e vorrei saperne di più soprattutto per cautelarmi da imprrevisti.