La flat tax al 15% per le partite IVA in regime forfettario parte dal periodo d’imposta 2019: si tratta di una precisazione fondamentale perché fra i contribuenti ci sono molti dubbi in materia. Arriveranno, prevedibilmente con i documenti di prassi, tutti i chiarimenti del caso, nel frattempo mettiamo a fuoco le regole certe in base al testo della legge.
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La flat tax partite IVA è prevista dai commi 9 e seguenti della manovra 2019 (legge 145/2018). Il testo può trarre in inganno, perché prevede che i contribuenti a partita IVA possano applicare il regime forfettario «se nell’anno precedente hanno conseguito ricavi ovvero hanno percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a 65mila euro». Il riferimento all’anno precedente crea, in effetti, confusione. Ma si tratta semplicemente di una formulazione standard dei provvedimenti in materia fiscale, basata sul fatto che le tasse si pagano sempre l’anno successivo a quello in cui sono stati realizzati i ricavi, o sono stati percepiti i compensi.
Il punto chiave è che la flat tax si applica a partire dal periodo d’imposta 2019, quindi confluirà per la prima volta nella dichiarazione 2020. E si riferirà ai redditi dell’anno precedente, ovvero al 2019. Quindi, per essere chiari, l’aliquota del 15% riguarda il periodo d’imposta 2019. Il reddito 2018 continua ad essere assoggettato alla precedente legislazione. Quindi, la stagione dichiarativa 2019 procederà con le stesse regole dell’anno passato per gli attuali forfettari, con i paletti precedenti previsti (ci sono limiti di reddito diversi per le varie attività, contraddistinte dai codici ATECO).
Sarà la stagione dichiarativa 2020 la prima in cui, invece, si applicherà la nuova norma sulla flat tax per le Partite IVA. E qui si inserisce il discorso sul reddito 2018. La legge, come detto, prevede l’accesso al regime dei minimi in base al reddito dell’anno precedente. Quindi, per accedere alla flat tax 2019, i compensi 2018 devono essere al massimo pari a 65mila euro. Il regime forfettario è un regime fiscale naturale per le partite IVA che possiedono i requisiti, che quindi non devono presentare una domanda di accesso. E’ però previsto un adempimento nei confronti dell’INPS, al quale bisogna comunicare entro il 28 febbraio l’intenzione di utilizzare il regime forfettario. Quindi, coloro che decidono di applicare la flat tax partite IVA per il periodo d’imposta 2019 devono effettuare la relative comunicazione all’INPS entro il prossimo 28 febbraio.
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Nel caso in cui un lavoratore autonomo svolga più attività, deve sommare tutti i ricavi relativi ai diversi codici Ateco, senza superare la soglia dei 65mila euro. Non bisogna invece sommare gli eventuali guadagni da lavoro dipendente, ai quali si applica la normale tassazione in base agli scaglioni IRPEF. Ricordiamo che è stata inserita una norma contro le false partite IVA che vieta l’applicazione del regime a chi fattura prevalentemente nei confronti di datori di lavoro dei due anni precedenti.