La Flat Tax è un sistema fiscale caratterizzato da un’aliquota fissa, che con il nuovo Governo Draghi potrebbe subire delle radicali modifiche, con l’obiettivo di dare spazio a meccanismi impositivi più progressivi. La tassa piatta, invece, è un metodo di tassazione dei redditi non progressivo – come quello attualmente previsto dagli scaglioni IRPEF – che allo stato attuale si applica solo alle Partite IVA. Si tratta in particolare del regime forfettario al 15% (addirittura al 5% per i primi cinque anni di attività) applicabile a patto di rientrare in una soglia dei ricavi pari al massimo a 65mila euro.
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La prossima riforma fiscale potrebbe cancellare l’attuale Flat Tax al 15% per professionisti e imprenditori individuali sostituendola con l’imposta sul reddito d’impresa (IRI), con aliquota unica al 24%, la stessa prevista per le società di capitale. Per quanto riguarda la riforma dell’IRPEF si ipotizza addirittura l’introduzione di una Flat Tax per tutti i redditi, con aliquota al 15%, da applicare ai nuclei familiari con redditi complessivi fino a 50.000 euro, al netto della deduzione fissa di 3.000 euro. Ma al momento sono solo ipotesi, che alla luce delle posizioni in favore di una tassazione progressiva del nuovo Governo, potrebbero non trovare seguito.
Vediamo però di capire vantaggi e svantaggi della Flat Tax familiare, quali sono le categorie alle quali converrebbe e quelle invece che non ne beneficerebbero, facendo un paragone con quelli che sono i pro e i contro dell’attuale regime forfettario.
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Flat Tax: pro e contro
Confrontando solamente le attuali aliquote IRPEF con l’imposta sostitutiva del 15%, verrebbe da dire che la Flat Tax conviene sempre a professionisti e imprenditori individuali in luogo del regime ordinario. Bisogna però considerare il fatto che i forfetari non possono beneficiare di deduzioni e detrazioni fiscali previste per le persone fisiche.
Ipotizzando che lo stesso meccanismo di Flat Tax venga applicato ai contribuenti IRPEF, la tassa piatta converrebbe soprattutto a coloro che non hanno detrazioni di cui poter fruire, quindi ad esempio a:
- single;
- contribuenti senza familiari o figli a carico;
- coloro che non hanno spese da detrarre, come medicine, interessi passivi sui mutui, lavori di ristrutturazione edilizia o di riqualificazione energetica degli edifici e così via.
Un’altra categoria alla quale potenzialmente potrebbe convenire la Flat Tax è quella dei dipendenti, oggi più tassati, a parità di reddito, dei forfettari. La Flat Tax va inoltre a favorire coloro che hanno redditi più alti, che con l’attuale divisione in scaglioni pagano più tasse, penalizzando invece i meno abbienti. Ad esempio secondo una simulazione, effettuata applicando la Flat Tax al 15%, questa offrirebbe vantaggi soprattutto a coloro che guadagnano oltre 28mila euro lordi l’anno:
- fino ai 55mila euro il sistema attuale prevede un’aliquota media del 21,4%;
- fra i 55mila e i 75mila euro attualmente i contribuenti pagano un’aliquota media del 27,5%.
Ovviamente questo senza considerare possibili agevolazioni fiscali: in presenza di detrazioni elevate potrebbe continuare a essere conveniente il sistema ordinario.
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Flat Tax: criticità
La Flat Tax al 15% prevista per i contribuenti forfettari viene oggi vista da alcuni come detassazione che crea iniquità nel sistema, frenando la crescita dimensionale delle imprese e incentivando la sotto-fatturazione dei ricavi. Analogamente, con riferimento alla Flat Tax familiare, criticità maggiori potrebbero emergere per le famiglie bireddito e la tassa piatta potrebbe rappresentare un incentivo alle separazioni fiscali del ceto medio con redditi del nucleo che superano 50.000 euro (opzione che secondo le simulazioni potrebbe portare a risparmi fino a 14.000 euro all’anno).