Tra gli emendamenti alla legge di conversione del decreto Rilancio c’è anche un bonus caregiver per coloro che si occupano della cura di una familiare, con una serie di paletti: sarebbe riconosciuto ad un solo componente del nucleo familiare, convivente al 23 febbraio con la persona assistita, in condizioni di gravità o non autosufficienza non determinata da naturale invecchiamento o patologie connesse alla senilità. Si tratta per il momento solo di emendamenti depositati nell’ambito del dibattito in commissione Bilancio alla Camera sulla legge di conversione. La misura è inserita nell’ambito dell’emergenza Coronavirus, ma in vista di una più organica disciplina del caregiver familiare.
Il bonus non concorrerebbe a formare il reddito, quindi sarebbe esentasse. La proposta dei relatori prevede che sia compatibile con il reddito di emergenza e con il reddito di cittadinanza. Il bonus di 600 euro per marzo e aprile è proposto dai relatori, mentre ci sono altri emendamenti in seno all’opposizione che chiedono un bonus più alto, pari a mille euro, per un tempo più lungo (fino alla fine dello stato d’emergenza Coronavirus).
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Il caregiver familiare è definitivo dal comma 255 della legge di Bilancio 2018 (legge 205/2017): la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso, del convivente di fatto, di un familiare o di un affine entro il secondo grado. Se i genitori o il coniuge della persona con handicap hanno compiuto i 65 anni di età oppure sono affetti da patologie invalidanti, deceduti o mancanti, il caregiver può essere anche un familiare entro il terzo grado.