Busta paga pesante nelle zone dell’Italia centrale colpite dal terremoto

Pubblicato il 9 Febbraio 2017 in , , da redazione grey-panthers

Il diritto alla busta paga pesante non deriva più dal domicilio dell’impresa, ma da quello del lavoratore che richiede l’esenzione fiscale: è la novità del Decreto Terremoto approvato il 2 febbraio 2017 dal Consiglio dei Ministri, in relazione alla possibilità (già prevista dal Decreto Sisma 189/2016) di fare domanda di sospensione delle ritenute IRPEF. così da rendere più sostanzioso lo stipendio netto in busta paga.

=> Decreto terremoto: niente tasse sulle imprese

Beneficiari

La cosiddetta “busta paga pesante” è riservata alle popolazioni colpite dai terremoti del Centro Italia. La formulazione della decreto 2016 aveva creato un’evidente stortura: il requisito era il domicilio fiscale nelle aree colpite dal terremoto del datore di lavoro (comma 1-bis, articolo 48, decreto 189/2016):

«I sostituti d’imposta, ovunque fiscalmente domiciliati nei Comuni di cui agli allegati 1 e 2, a richiesta degli interessati, non devono operare le ritenute alla fonte a decorrere dal 1° gennaio 2017 e fino al 30 settembre 2017».

Risultato: un lavoratore che abita in uno dei 134 comuni terremotati, ma lavora per un’impresa con sede fiscale altrove non poteva applicare il beneficio.

La proroga stabilita dal nuovo Decreto Terremoto, invece, come spiega il Governo consente «a tutti i contribuenti domiciliati nei Comuni del cratere di beneficiare della sospensione del pagamento IRPEF da gennaio a settembre 2017, ovunque sia fiscalmente domiciliata l’azienda». Quindi cambia il requisito: non più domicilio fiscale dell’azienda ma quello del lavoratore.

Esenzione IRPEF

Il meccanismo della busta paga pesante prevede la sospensione delle trattenute IRPEF, che non vengono versate al Fisco ma confluiscono direttamente al lavoratore, che di conseguenza avrà più soldi in busta paga. Il testo del nuovo decreto non è ancora disponibile ma le dichiarazioni del Governo non indicano altri cambiamenti.

Non si tratta di un meccanismo automatico ma di una richiesta del lavoratore. Non sono previste procedure specifiche ed ogni azienda seguirà le regole di comunicazione interna previste: comunque, i principali sindacati mettono a disposizione specifici moduli per presentare la richiesta all’impresa.

Altre misure

Ricordiamo che il Decreto Terremoto prevede anche una serie di misure a favore delle imprese, istituendo una zona franca tributaria nei 134 comuni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, con esenzione dal pagamento IRPEF, IRES, IRAP, IMU e TASI.

Soddisfazione da parte delle associazioni imprenditoriali. Sergio Silvestrini, Segretario Generale della CNA (confederazione nazionale artigianato e piccola impresa), sottolinea che il decreto «si muove nella giusta direzione», perché «oltre a fronteggiare l’emergenza con misure anche di carattere fiscale a favore delle imprese e delle famiglie, lancia un forte segnale di fiducia per il futuro di quei territori con l’istituzione delle zone franche».