Ci sono Regioni che hanno subito recepito la nuova ordinanza sui vaccini, altre che non si sono pronunciate, e non manca chi dichiara un proprio ordine di somministrazioni innescando il dibattito. La nuova ordinanza del Commissario per l’Emergenza Covid, infatti, non soltanto recepisce il parere AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) in base al quale il siero AstraZeneca va preferibilmente somministrato a chi ha più di 60 anni, ma prevede una regola stringente sulle priorità, ora solo per età e soltanto a seguire anche per categoria. E le Regioni sono tenuta a rispettare il nuovo calendario.
Il nuovo calendario Covid
- Persone con più di 80 anni: ci sono Regioni che stanno terminando questa fase in questi giorni, e altre ancora che invece sono indietro. In ogni caso, il piano nazionale prevede che questa fascia di età abbia la priorità assoluta.
- Persone con elevata fragilità, caregiver e familiari conviventi. Le persone con elevata fragilità sono precisamente individuate dal piano vaccinale, pubblicato sul portale del ministero della Sanità. In estrema sintesi, le elevate fragilità riguardano specifiche malattie respiratorie, cardiovascolari, neurologiche, diabete, fibrosi cistica, insufficienza renale, malattie autoimmuni, malattie epatiche, malattia cerebrovascolari, patologie oncologiche, emoglobinopatie, sindrome di Down, trapianto di organo solido e di cellule staminali emopoietiche, grave obesità, HIV. Per ognuna di queste voci, il piano dettaglia quali specifiche patologie sono comprese nella categorie delle elevate fragilità ai fini del diritto al vaccino. Hanno la priorità anche i caregiver delle persone con elevata fragilità e i familiari conviventi.
- Persone fra i 70 e i 79 anni e a seguire fra i 60 e i 69 anni.
Per quanto riguarda le altre categorie fin qui comprese nelle prime fasi della vaccinazione (come gli insegnanti, le forze dell’ordine e via dicendo), viene garantita la seconda dose a chi ha già fatto la prima, in base agli appuntamenti già presi e con lo stesso vaccino già somministrato (quindi AstraZeneca). Negli altri casi, invece, queste categorie non hanno più la precedenza rispetto al criterio anagrafico e pertanto è ufficiale lo stop alla categoria in quanto tale.
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Cosa cambia nelle Regioni
Il commissario Figliulo risponde a stretto di giro di posta e ribadisce che «la campagna vaccinale deve proseguire in modo uniforme a livello nazionale, senza deroghe ai principi che la regolano». Quindi prima gli anziani e le persone fragili, poi le categorie produttive. “Più celermente si concluderà questa fase, prima si potrà procedere a vaccinare le categorie produttive”. La ratio era già stata spiegata dal premier Mario Draghi e dal presidente del CTS Franco Locatelli: la campagna vaccinale è più efficace se procede per età, consentendo così di riaprire più rapidamente l’economia.
Quale vaccino si somministra
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La prima considerazione è che il cambio di orientamento consente di vaccinare più velocemente per età. All’inizio il siero AstraZeneca era stato previsto solo fino a 55 anni, e per questo nel piano vaccinale era stato prevista una sorta di fase 1 bis che introduceva le categorie prioritarie (come gli insegnanti). Successivamente, è stato ammesso anche per fasce di età più avanzate (sempre esclusi gli over 80, ai quali sono stati destinati Pfizer e Moderna, così come alle persone ad elevata fragilità), ma è continuata la campagna vaccinale sul doppio binario (età anagrafica e categorie prioritarie). Ora il Governo ha chiaramente indicato che queste due fasi non possono più proseguire in parallelo: prima si vaccinano gli anziani e poi le categorie professionali. Una seconda considerazione riguarda il modo in cui è formulata l’ordinanza, che sembra comunque riservare Pfizer e Moderna ad over 80 e ultra fragili. In questo caso, però, non è chiaro come intendono procedere le Regioni. Ricordiamo anche che nelle prossime settimane (prime consegne a fine aprile), iniziano le vaccinazioni con un altro siero, quello di Johnson & Johnson, che richiede una sola dose.
Come procede la campagna
Infine, gli ultimi dati sull’andamento della campagna vaccinale. In base ai dati del Ministero della Salute, sono state somministrate oltre 13 milioni di dosi: le persone immunizzate con entrambe le dosi sono quasi 4 milioni, mentre sono circa 5 milioni coloro che hanno ricevuto solo la prima dose. Vediamo come sta andando con riferimento alle priorità della campagna vaccinale.
- Popolazione over 80: 4,6 milioni di somministrazioni. In base al report del Governo (al 10 aprile) mancano all’appello 1,4 milioni soggetti che non hanno ancora ricevuto nemmeno la prima dose (il 31,8% del totale), in pratica quasi un terzo. Le Regioni più indietro su questo fronte sono la Calabria (la metà è in attesa di prima dose) e la Liguria (oltre il 40%). Le più virtuose Basilicata, Veneto e provincia di Trento (sotto il 20%) seguite da Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Molise, provincia di Bolzano (20-25% in attesa di prima dose).
- Fascia 70-79 anni: 6 milioni di somministrazioni ma l’80% aspetta ancora la prima dose. Fanalini di coda Basilicata, Lombardia, Puglia e Umbria, con più del 90%. Più avanti il Veneto (62%), seguito da Toscana (68%), Lazio e provincia di Trento (entrambe intorno al 70%).