Troppi anziani non seguono le cure, un progetto per essere aiutati dai nipoti

Puntare su figli e nipoti per arrivare a genitori e nonni. Spiegare ai più giovani l’importanza di seguire una terapia come viene prescritta, senza modifiche o interruzioni affinché diventino un tramite con chi in famiglia deve assumere con regolarità uno o più farmaci ma spesso non lo fa. È la strategia messa in campo dal primo progetto nazionale “Io aderisco, tu che fai?”, per sensibilizzare la popolazione sull’importanza dell’aderenza terapeutica. A promuoverlo, il neonato Comitato Italiano per l’Aderenza alla Terapia che riunisce società scientifiche, medici, farmacisti, infermieri, istituzioni e associazioni di pazienti. L’iniziativa prevede incontri nelle scuole, con la distribuzione di opuscoli informativi, e l’organizzazione di flash mob nelle piazze per creare consapevolezza e avere una ricaduta anche sui social network. E per coinvolgere i nipoti partirà nelle prossime settimane un concorso nelle scuole superiori rivolto agli studenti del biennio in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione: le scuole, grazie ai ragazzi che realizzeranno un tema sull’aderenza terapeutica, avranno la possibilità di vincere materiale d’uso scolastico, tablet e computer. Sul portale www.ciatnews.it sono disponibili tutte le informazioni sul progetto, i progetti e le notizie utili. Il coinvolgimento dei nipoti, spesso affidati ai nonni, consente di raggiungere tutte le fasce d’età e fa sì che i più giovani diventino adulti consapevoli sulla corretta assunzione delle cure.

Metà degli over 65 ha almeno una malattia cronica

I numeri parlano chiaro: la metà degli over 65 italiani – quasi 7 milioni di persone – soffre di almeno una malattia cronica grave, ma il 70 per cento di loro non segue le cure in modo corretto. Grazie a nuove ed efficaci terapie le patologie più diffuse con l’avanzare dell’età che sono diventate croniche sono soprattutto malattie cardiologiche e reumatiche, asma, diabete, osteoporosi, alcune forme di tumore, glaucoma: si possono tenere sotto controllo, permettendo alle persone di vivere a lungo con una buona qualità di vita. La mancata aderenza alla cura, però, comporta un aggravarsi dello stato di salute del malato e di conseguenza costi aggiuntivi per il sistema sanitario.  “Le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) indicano che solo la metà dei pazienti assume i farmaci in modo corretto – dice Ranieri Guerra, assistant Director General per le iniziative speciali dell’Oms -. I “non aderenti” superano il 70 per cento fra gli anziani, che spesso sono colpiti da più malattie e hanno maggiori difficoltà a seguire le indicazioni del medico, cosa che del resto può essere complicata, visto che l’11 per cento degli over 65 (circa 1 milione e 500mila persone in Italia) deve assumere ogni giorno 10 o più medicinali. Maggior aderenza significa minor rischio di ospedalizzazione, minori complicanze associate alla malattia, maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti e riduzione dei costi per le terapie, oltre che, come detto, un prolungamento dell’aspettativa di vita di buona qualità”.

Prendere le terapie come si deve fa risparmiare

In Italia, in 40 anni (1975-2015), l’aspettativa di vita si è molto allungata in entrambi i sessi: oggi un over 65 ha ancora davanti a sé più di un ventennio. “In particolare, la speranza di vita è di 80,6 anni per gli uomini e 84,9 anni per le donne – dice Roberto Messina, presidente Senior Italia FederAnziani -. Un risultato ottenuto grazie ai progressi della ricerca in medicina, a terapie innovative, diagnosi precoci e campagne di prevenzione. L’Italia risulta così oggi al secondo posto in Europa per indice di vecchiaia con intuibili conseguenze sul numero elevato dei malati cronici. La popolazione anziana è però quella più a rischio, specie in presenza di più patologie concomitanti, di una mancata aderenza alle terapie che, in base ai dati del Centro Studi Sanità in Cifre di FederAnziani, è invece fondamentale per la sostenibilità del nostro Servizio Sanitario Nazionale visto che (insieme alla diagnosi precoce) può determinare fino a 19 miliardi di euro di risparmio”.

“Fra i principali fattori alla base della mancata aderenza ci sono la complessità della gestione della terapia e condizioni cliniche che rendono il paziente poco vigile – sottolinea Paolo Biasci, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri -, così come convinzioni personali errate o irrazionali sui farmaci (tra cui il timore di reazioni avverse) anche sui bambini. Su questi ultimi, ad esempio, abbiamo recentemente avviato una campagna di sensibilizzazione delle famiglie”. Da uno studio condotto dal Gruppo di Lavoro Geriatrico dell’Agenzia Italiana del Farmaco è emerso che, specie in chi soffre di malattie croniche o deve prendere più medicinali, sono molti i fattori che portano a non seguire la cura in modo corretto, tra i quali: l’inconsapevolezza dell’importanza, per la propria salute, di seguire le prescrizioni nel lungo periodo; la convinzione che i benefici del farmaco siano inferiori all’impegno richiesto per seguire la cura; la complessità della gestione della terapia; perdita di fiducia sull’efficacia del farmaco.

“Su ciascuno di questi motivi si può intervenire tramite il dialogo con lo specialista che prescrive la cura o con il medico di famiglia – spiega Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri -. Quando, a seguito della nostra visita, riteniamo di dover prescrivere un farmaco al paziente anziano, è nostra cura spiegargli chiaramente la posologia (preferibilmente redigendo uno schema chiaro, con la tempistica di assunzione) e scegliere le formulazioni più adatte per garantire la migliore aderenza terapeutica, che è fondamentale per la salute del malato e per le casse dello Stato, visto che la gestione della cronicità in Italia assorbe il 70 per cento della spesa pubblica socio sanitaria”. Negli Stati Uniti la mancata aderenza causa sprechi per circa 100 miliardi di dollari ogni anno. In Europa si stimano 194.500 decessi e 125 miliardi di euro l’anno per i costi di ricoveri evitabili.

Tanti pericoli per chi modifica la terapia

“Terapie innovative consentono di cronicizzare anche malattie gravi come i tumori – sottolinea Paolo Marchetti, Ordinario di Oncologia all’Università La Sapienza di Roma -. Ogni giorno in Italia più di 510 nuovi casi di cancro riguardano gli over 70: garantire a tutti i malati, inclusi gli anziani, l’accesso ai farmaci innovativi è una condizione necessaria, ma non sufficiente se non si migliora l’aderenza”. Un esempio su tutti arriva da uno studio recente che mostra come una donna su sei con un cancro al seno scoperto ai primi stadi non assume l’ormonoterapia come dovrebbe, già dopo un anno di trattamento: aumenta così il pericolo di avere una ricaduta, sviluppare metastasi e morire. Situazione preoccupante anche per i malati reumatici: “Un terzo degli anziani assume antinfiammatori e antireumatici per la cura, tra gli altri disturbi, di artriti e artrosi – conclude Guido Valesini, vicepresidente della Società Italiana di Reumatologia -, ma sappiamo che il 40 per cento dei 350mila pazienti colpiti da artrite reumatoide non segue le terapie in modo corretto. L’eccessivo carico di lavoro cui sono spesso sottoposti i medici può portare a spiegazioni troppo veloci dei motivi che stanno alla base di una prescrizione farmacologica. Da qui la necessità di una vera e propria rivoluzione culturale che questo progetto vuole favorire, a partire da una migliore comunicazione medico-paziente”.

Fonte: Corriere della Sera


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