Per il rischio cardiovascolare, oggi è ampiamente documentato che il fumo di sigaretta, l’ipertensione, il diabete e le dislipidemie sono fattori di rischio significativi per lo sviluppo di lesioni aterosclerotiche che sono alla base delle patologie cardiovascolari
Di fatto, l’identificazione e la cura di questi fattori hanno ridotto significativamente la prevalenza e incidenza delle patologie collegate all’aterosclerosi quali l’infarto del miocardio. Tuttavia, un recente e importante studio retrospettivo pubblicato sul European Heart Journal (Hoefer I.E. et al. European Heart Journal 2015.36.2635-2642 ) ha valutato lo “stato dell’arte” dei dati epidemiologici accumulati nel corso degli anni.
Rischio cardiovascolare: ultimi dati dalle ricerche
I risultati devono far riflettere. Circa il 50% dei pazienti che hanno sviluppato patologie cardiovascolari (PC) non avevano i fattori di rischio cardiovascolari (FRCV) classici identificati in precedenza.
Nell’articolo dell’European Heart Journal vengono sottolineate le molteplici variabili individuali che entrano in gioco nel determinare le PC e proposta la necessità di individuare nuovi indicatori, alcuni dei quali disponibili solo in centri ultra-specializzati, che valutino il rischio cardiovascolare (RCV) in modo globale.
Questo nuovo, ma necessario, approccio dovrebbe fornire al medico valutazioni biochimiche che possano, insieme a valutazione funzionali, creare una sorta di “Cruscotto Diagnostico” la cui valutazione integrata aiuta a indentificare in modo più appropriato il reale RCV del singolo paziente.
Nello stesso articolo viene inoltre sottolineato l’importanza di identificare marcatori che causano incremento dello stato infiammatorio, che oggi sappiamo essere responsabile dell’evoluzione del danno vascolare aterosclerotico, e impostare terapie che modulino l’infiammazione stessa riducendo quindi il danno.
Rischio cardiovascolare: l’importanza dell’assetto lipidico
Tuttavia, come evidenziano anche altri articoli scientifici, il semplice dosaggio del colesterolo, sia totale sia frazionato nelle sue componenti LDL e HDL, non è un fattore di rischio cardio vascolare che fornisce informazioni complete. Altri Biomarcatori si stanno dimostrando utili indici predittivi di malattia CV. (Upadhyay R.K. Journal of Lipids 2015. Vol 2015)
Pertanto, lo sforzo attuale della ricerca medica è orientato a mettere a punto strumenti semplici, disponibili, non costosi, incruenti e ripetibili che consentano una visione d’insieme del quadro lipidico in grado di fornire informazioni attendibili del rischio cardio vascolare del singolo paziente (Metelskaya V.A et al. Journal Pers. Med. 2022.12.206).
Oggi sono stati messi a punto, e sono disponibili a prezzi sostenibili, strumenti clinico/diagnostici in grado di fornire al medico un quadro del contesto lipidico del singolo paziente molto avanzato che rende possibile avere un adeguato “Cruscotto Diagnostico” in base al quale il medico può decidere le sue scelte terapeutiche e monitorare nel tempo l’evoluzione clinica.
Tra questi dobbiamo ricordare biomarkers che identificano la condizione di “infiammazione a basso grado” quali la valutazione della Proteina C Reattiva ad Elevata Sensibilità, il Rapporto Neutrofili/linfociti e/o Piastrine/Linfociti. A questi vanno aggiunte specifiche valutazioni sul metabolismo dei lipidi oltre alla classica misura della colesterolemia sia totale sia frazionata (LDL-HDL).
Evidenze scientifiche suggeriscono, infatti, che il rapporto tra Trigliceridi Plasmatici e Colesterolo-HDL > di 3.5 è un importante fattore di rischio da valutare nei pazienti. Altri dati indicano che conoscere la presenza di Lipoproteine Ossidate, misurabili nel sangue dei singoli pazienti, è utile per saper se oltre a una condizione di iperlipidemia è presente anche una situazione di ossidazione infiammatoria che amplierebbe la possibilità di danno CV.
Per avere una visione ancora più completa oggi è inoltre possibile eseguire analisi di lipidomica su matrici biologiche quali la membrana del globulo rosso, nota per la sua stabilità biochimica e il suo rapporto con i lipidi circolanti, valutando le unità fondamentali delle classi di acidi grassi che le compongono.
Una semplice raccolta di sangue capillare, facilmente eseguibile senza traumi e in modo non cruento, permette di identificare a costi sostenibili, per ogni singolo paziente, il suo complesso quadro lipidico con una serie di nuovi biomarkers riconosciuti sensibili e specifici indicatori di rischio cardio-vascolare (Eichelmann F. et al. Circulation 2022.146.21-35)
Tra questi nuovi biomarkers dobbiamo ricordare l’Indice Omega-3. (Harris W & von Schachy C. Prev Med 2004.39(1).212-220. Tale Indice esprime la percentuale di Acidi Polinsaturi (PUFA) Essenziali (che devono necessariamente essere introdotti con la dieta) Omega-3 (DHA e EPA) nel totale di 26 diverse molecole di acidi grassi presenti nella membrana eritrocitaria. (von Schacht C. Proceeding of Nutrition Society 2020.79.381-387)
La valutazione dell’Omega-3 Index è, quindi, importante per conoscere la composizione lipidica e il rapporto tra i vari acidi grassi che vengono a determinarsi in varie situazioni metaboliche ed è, quindi, di fondamentale importanza per la gestione farmacologica ottimale di patologie ormonal/metaboliche quali il diabete e l’obesità.
L’effetto di alterazioni del rapporto ottimale tra i vari lipidi nelle membrane cellulari è inoltre fondamentale per la vita cellulare. Esso, infatti, regola il corretto funzionamento dei canali ionici della membrana stessa e al trasferimento di micro/macromolecole all’interno/esterno della cellula, permettendo a questa di vivere nelle migliori condizioni metaboliche.
È inoltre interessante sottolineare che questi Grassi Essenziali, se presenti in adeguata quantità, sono in grado di ridurre l’infiammazione di basso grado, prevenendo le patologie cardio vascolari (Siscovick D.S. et al. Circulation 2017.138.e35-e47
Indentificato i biomarker circolanti capaci di causare danno aterosclerotico, è importante rifornire il “Cruscotto Diagnostico” del medico di altre informazioni.
E’ fondamentale, infatti, sapere per il medico se i valori di biomarker misurati in quel singolo individuo hanno causato o no dei danni aterosclerotici ai vasi sanguigni arteriosi. Queste valutazioni sono oggi possibili con tecniche non invasive e ripetibili di imaging quali la TAC Coronarica e l’Eco-Doppler Arterioso dei Tronchi Sovra-Aortici (TSA). ((Upadhyay R.K. Journal of Lipids 2015. Vol 2015)
In conclusione, possiamo affermare che oggi abbiamo a disposizione strumenti diagnostici affidabili, ripetibili, incruenti e a costi sostenibili che consentono al medico una valutazione oggettiva e avanzata in “tempo reale” del quadro metabolico (in particolare lipidico) ed anatomico di ogni singolo paziente. Questo permette di impostare una terapia con dosaggio ottimizzato ai bisogni di ogni singolo paziente con specifiche molecole (quali: Statine, Ezetimibe, Omega-3) che permette di intervenire in modo personalizzato, sia sul quadro lipidico sia sullo stato infiammatorio, riducendo, di fatto, il RCV.
Riferimenti bibliografici scientifici
- Hoefer et al. Eur Heart J 2015 Oct 14;36(39):2635-42.
Novel methodologies for biomarker discovery in atherosclerosis
DOI: 10.1093/eurheartj/ehv236
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26049157/
Referenza PUBMED::.
- Harris & Von Schacky. Clinical Trial Prev Med. 2004 Jul;39(1):212-20.
The Omega-3 Index: a new risk factor for death from coronary heart disease?
DOI: 10.1016/j.ypmed.2004.02.030
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15208005/
Referenza PUBMED
- Siscovick et al. Circulation. 2017 Apr 11;135(15):e867-e884.
Omega-3 Polyunsaturated Fatty Acid (Fish Oil) Supplementation and the Prevention of Clinical Cardiovascular Disease: A Science Advisory From the American Heart Association
DOI: 10.1161/CIR.0000000000000482
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28289069/
Referenza PUBMED
- Upadhyay et al. Volume 2015 | Article ID 971453 |
Emerging Risk Biomarkers in Cardiovascular Diseases and Disorders
https://doi.org/10.1155/2015/971453
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28289069/
Referenza PUBMED
- Metelskaya et al . J Pers Med. 2022 Feb; 12(2): 206.
A Novel Integrated Biomarker for Evaluation of Risk and Severity of Coronary Atherosclerosis, and Its Validation
. DOI: 10.3390/jpm12020206
https://www.mdpi.com/2075-4426/12/2/206
Referenza diretta sulla rivista MDPI