E’ indubbio che il sistema Paese debba ripartire dopo la frenata brusca e inaspettata generata dalla pandemia indotta dal Coronavirus. Questo è certo fondamentale perché solo con una ripresa seria e organica possiamo evitare danni sociali ed economici verosimilmente ancora più gravi di quelli sanitari creati dal Covid-19.
Dare un obiettivo comune con presupposti medico/scientifici valutati e valutabili a breve /lunga scadenza, come quello della vaccinazione, è una strategia fondamentale.
Tuttavia, in questa fase di attuazione di tale processo, pensiamo si debba fare attenzione, e soprattutto chiarezza, sui limiti delle procedure proposte e sulla comunicazione usata, la quale, se non appropriata, può generare confusioni tra la popolazione con ulteriore peggioramento della situazione reale, vissuta come spesso è accaduto in questi ultimi mesi.
Prima consapevolezza: distinguere tra vaccino e farmaco
- Il vaccino è una preparazione biologica in grado di fornire una immunità acquisita, attiva contro un particolare tipo di infezione. La pratica della somministrazione di vaccini è detta vaccinazione e si esplica a scopo preventivo. Essa è in grado di sfruttare attivamente la memoria immunologica del sistema immunitario consentendo al corpo umano di sviluppare un sistema di difesa contro un microorganismo quale un virus o un batterio. L’efficacia di un vaccino dipende quindi dalla capacità del vaccino di attivare il sistema immunitario del soggetto (detto anche ospite) al quale è stato inoculato e dal metabolismo dell’ospite di sintetizzare le adeguate molecole del sistema.
- Un farmaco è una molecola naturale o sintetica capace di indurre modificazioni funzionali in un organismo vivente attraverso un’azione fisica o chimica in grado di curare una specifica malattia quando un individuo abbia sviluppato quella particolare malattia.
Il vaccino, quindi, non evita che la persona venga infettata dal Virus ma, attivando le difese immunitarie dell’individuo, al quale il vaccino è stato inoculato, fa si che il Virus non sviluppi malattia clinica manifesta o se la sviluppa, questa sia in forma meno severa. Se ne deduce che la vaccinazione non è sinonimo di “assenza di contaminazione del Virus”.
- Se ne deduce che la vaccinazione non è sinonimo di “assenza di contaminazione del Virus” come definito un recente documento ufficiale dell’AIFA (vedi documento in calce al presente articolo) che alla domanda “Le persone vaccinate posso trasmettere comunque l’infezione ad altre persone?” risponde “…Gli studi clinici condotti finora hanno permesso di valutare l’efficacia dei vaccini mRNA sulle forme clinicamente manifeste di COVID-19, ma è necessario più tempo per ottenere dati significativi per dimostrare se i vaccinati si possono infettare in modo asintomatico e contagiare altre persone. Sebbene sia plausibile che la vaccinazione protegga dall’infezione, i vaccinati e le persone che sono in contatto con loro devono continuare ad adottare le misure di protezione anti COVID-19”.
- Quindi, l’unico modo oggi disponibile per essere ragionevolmente sicuri che non si è veicoli di propagazione del Virus è eseguire il tampone molecolare naso/faringeo. Tale metodica evidenzia, con tecniche di biologia molecolare molto sofisticate, se il Virus è presente in quel momento nel nostro corpo. Quindi ben vengano alcune decisioni che autorizzano la mobilità delle persone quando queste dimostrano di non essere infettate dal Virus, esibendo tamponi molecolari negativi eseguiti nelle ore precedenti gli spostamenti.
- Molto meno sicuro, al fine di evitare la diffusione del Virus in base al contenuto di documenti Ministeriali, è chiedere alle persone di esibire “certificato di avvenuta vaccinazione”.
- In aggiunta a quanto detto dobbiamo inoltre sperare che nel frattempo il Virus non muti e che il vaccino inoculato sia in grado di combattere le varie varianti biologiche, frutto delle mutazioni, che si possono presentare.Chiarire bene ora gli effetti, gli scopi e i limiti della campagna vaccinale eviterà equivoci e falsi allarmi e consentirà di impostare su basi scientifiche solide e condivise le prossime decisioni del legislatore.Questo dovrebbe realmente proteggere il Cittadino che comunque, in questa situazione di parziale confusione comunicativa e scarsa disponibilità di dati scientifici affidabili, dovrebbe comunque mantenere le basilari norme per evitare il contagio: distanza sociale, mascherine e igiene della mani e delle superfici.