Salute: lotta al fumo, come vincere

Se Zeno ci provasse oggi…

“Mi colse un’inquietudine enorme. Pensai: giacché mi fa male non fumerò mai più, ma prima voglio farlo per l’ultima volta”, così recitano alcune righe de “La Coscienza di Zeno”, ben riassumendo come i buoni propositi, in tanti casi, perdono forza dopo una volenterosa, ma brevissima resistenza. La capitolazione, l’ottundimento, il panico, la vertigine che abbattono il tabagista dopo la decisione di smettere è un sentimento senza tempo. Il fumatore attuale, però, anche quando non è soccorso da una volontà ferma, ha alcune altre possibilità per tentare l’impresa e affrontare l’astinenza.

Forse non è abbastanza reclamizzato, ma esiste un apparato ramificato e ben organizzato, pronto a soccorrere e scortare i fumatori fuori dalle insidie della dipendenza, a cominciare dalle pagine web dedicate all’argomento dal Ministero della Salute, alle campagne informative promosse periodicamente, fino alla rete capillare di sostegno dei “centri antifumo”. Infine non va dimenticato che la prima figura a disposizione è il medico di base, oggi preparato per istruire e guidare i pazienti fumatori sulle diverse opzioni terapeutiche e per fornire loro indicazioni sulle strutture di sostegno.

Per essere liberi bisogna … contare fino a cinque

Come dimostrano i sondaggi, sono numerosissimi i tentativi infruttuosi di abbandonare la sigaretta. Gli esperti puntualizzano che il traguardo di una disintossicazione completa è preceduto da un’incubazione, quindi da una presa di coscienza, e viene seguito da una lunga (e spesso tormentata) astinenza; infine si colleziona un successo o s’incappa in una ricaduta. Avere consapevolezza di queste cinque tappe è utile per prepararsi ad un percorso impegnativo. Ecco dunque le definizioni scientifiche che illustrano questi passaggi utili per sapere “a che punto si è”:

  • Fase preriflessiva: il fumatore non ha ancora pensato di smettere, fuma e riconosce solo gli effetti piacevoli del fumare.
  • Fase di riflessione: il fumatore prefigura la possibilità di smettere e inizia a valutare i “pro” e i “contro”.
  • Fase di azione: il fumatore si attiva nel ricercare un aiuto “esterno” (medico, amici, parenti, centri anti-fumo…) oppure non compra più le sigarette.
  • Fase del mantenimento: in questa fase si trovano i fumatori che si astengono da più di sei mesi, che si sentono “ex-fumatori” e proseguono a non fumare.
  • Fase di ricaduta: questa fase non è sempre presente, anche se frequente. Il fumatore ricade nell’abitudine al fumo, regredendo al punto di partenza.

Da queste osservazioni emerge sia il dato negativo che non sia scontato avere successo al primo tentativo (opzionale ma inclusa nella cinquina è la “fase di ricaduta”), sia una nota positiva, ossia che una o più ricadute non condannano il fumatore a fallire all’infinito, poiché alcuni fallimenti sono considerati inclusi nelle vicissitudini di chi intraprende la strada della disintossicazione (schematizzando: alla “fase di ricaduta” può seguire nuovamente quella iniziale “preriflessiva”)

Il vademecum

Maturato il buon proposito di smettere, ci sono alcuni suggerimenti da seguire per sentirsi più saldi nelle proprie decisioni: taluni riguardano esclusivamente la coscienza personale, ma altri spronano a condividere la propria decisione e a chiedere la solidarietà morale e l’aiuto concreto di chi ci circonda: amici, parenti, medici e specialisti.

Innanzi tutto, stabilito mentalmente di smettere, è un buon deterrente comunicare il proprio intento ad amici e familiari, chiedendo loro sostegno, evitando di tentarci, ad esempio fumando in nostra presenza. Il medico di base potrà dare ottimi consigli terapeutici ed, eventualmente, prescrivere alcuni surrogati per affrontare l’ansia e la sofferenza fisica iniziale provocate dall’astinenza.

Infine, sempre a disposizione il numero verde 800.959432 per contattare il centro antifumo più vicino.

  • Seconda mossa vincente: sbarazzarsi di pacchetti, posacenere, accendini e qualunque accessorio evochi il tabacco.
  • Lo stato mentale giusto per affrontare gli effetti collaterali dell’astinenza (nervosismo, languori…) è quello di ricordare sempre a se stessi che si tratta di sensazioni fastidiose, ma non insopportabili, ripetendosi che non sono intollerabili al punto da giustificare una resa.
  • Bere molta acqua aiuta a contrastare la sensazione d’arsura, a disintossicare il fisico e, prima dei pasti, a incoraggiare la percezione della sazietà.
  • Gomme da masticare, caramelle, bastoncini di liquirizia e altri surrogati della sigaretta aiutano a supplire il rituale della bionda.
  • Gratificarsi con qualche piccolo sfizio, regalarsi un acquisto, un trattamento estetico, uno svago estemporaneo è il giusto modo di premiare la propria buona volontà. Fare i conti del risparmio accumulato a ogni pacchetto non comprato giustifica, anche nella pratica, i doni “extra” che ci si concede.

Anche gli effetti benefici sulla salute (molti ed eclatanti fin dai primi momenti) devono essere uno stimolo a perseverare: subito scomparirà la puzza di tabacco da mani e vestiti, così sarà per l’alitosi, quindi l’incarnato si farà più luminoso e i denti smetteranno di macchiarsi; nel tempo la pelle sarà più elastica, le rughe si attenueranno, tosse e catarro svaniranno.

Teatri, cinema, musei, locali e ristoranti dove è vietato fumare sono le mete da prediligere e da riscoprire come ancora più piacevoli, nella nuova condizione di libertà dal fumo.

I polmoni, liberi dall’oppressione del fumo, il fisico nuovamente ossigenato, i muscoli non più danneggiati dal tabacco rendono l’organismo più efficiente nel fitness: intraprendere uno sport o tentare di migliorare le proprie prestazioni da la riprova del nuovo vigore che acquista il corpo disintossicato.

Infine, quand’anche si cedesse alla tentazione di una sigaretta, non bisognerà pensare che sia il preludio di un fallimento assoluto: può anche trattarsi di una debolezza passeggera, e analizzarne le cause potrà giustificarla come una debacle isolata.

Il sistema sanitario: un alleato decisivo

 “Il fumo è uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità il fumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel mondo. Il tabagismo rappresenta quindi uno dei più grandi problemi della sanità pubblica a livello mondiale”. Questa citazione da un comunicato dell’OMS suggerisce l’approccio moderno delle istituzioni internazionali al problema-tabacco: non solo una condanna, ma la consapevolezza che la Sanità debba incoraggiare e sostenere concretamente i fumatori che decidono di liberarsi dalla dipendenza.

A conferma dell’approccio pratico che anche la Sanità italiana ha assunto nei riguardi del problema della dipendenza da sigaretta si può, ad esempio, ispezionare la sezione tematica del sito dell’ISS. Innanzitutto dal portale è possibile l’accesso a numerosi documenti, sondaggi, rapporti aggiornati sugli studi statistici e scientifici. Si possono visualizzare, tra gli altri, i “rapporti annuali sul fumo”  come anche le “indagini DOXA sul fumo in Italia” aggiornate annualmente.

Oltre alle relazioni scientifiche sull’argomento, tante sono le finestre per accedere a progetti e pubblicazioni a tema; va certamente segnalata la “Guida ai servizi territoriali per la cessazione dal fumo di tabacco” a cura dell’Osservatorio Fumo, Alcool e Droga, stilata per divulgare i riferimenti di tutti i Centri Antifumo operanti sul territorio nazionale: per facilitare la consultazione della guida i centri sono presentati in ordine alfabetico e divisi per Regione e per provincia; per ogni Regione viene riportata una mappa dove sono indicati in grassetto tutti i centri. Per conoscere le numerosissime strutture e le indicazioni utili per contattarle e raggiungerle si può scorrere il pdf che risponde a questo link.

Altra pubblicazione utile è la “Guida per smettere di fumare” ,uno strumento che fornisce consigli e strategie, basati su ricerche scientifiche, per tentare la disintossicazione.

Tra le indicazioni preziose contenute nella guida ci sono le istruzioni per l’auto osservazione, cioè per compiere una sorta di anamnesi che ricostruisca la propria storia di fumatore. Vengono dunque proposti una serie di test: uno per valutare le ragioni che spingono a fumare e quelle che motivano a smettere, un secondo per quantificare la spesa economica di cui il vizio grava il fumatore, dunque il Test di Fagerström per verificare il grado della propria dipendenza e il “questionario sulla motivazione a smettere di fumare”.

Infine si può stampare il “Diario del Fumatore”, una tabella da compilare giornalmente per ricordare a se stessi quante volte si ha avuto la tentazione di accendere una sigaretta, dove, quando, come e se si è resistito o meno.

Link utili

Importanti le pagine principali del sito del Ministero della Salute sull’argomento della dipendenza dal fumo di sigaretta  e la sezione “dedicata” del sito dell’ISS .

Utile anche la pagina web dedicata al Telefono Verde contro il Fumo, (un servizio nazionale anonimo e gratuito che svolge attività di consulenza sulle problematiche legate al fenomeno tabagismo)

Di O.O.

Vitalba Paesano: Interessata al web fin dal 1996, quando di Internet si occupavano solo gli ingegneri, sostiene da sempre l'importanza dell'interattività come misura di qualità di vita per il mondo senior. Per questo ha fondato www.grey-panthers.it, testata giornalistica online, ad aggiornamento quotidiano, dove tutto, articoli, rubriche, informazione, è a misura di over50

View Comments (1)

  • “Il fumo è uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità il fumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel mondo. Il tabagismo rappresenta quindi uno dei più grandi problemi della sanità pubblica a livello mondiale”.
    E' vero, non se ne discute neanche, ma...
    Come ex fumatrice colpita da due gravi patologie (le prime due citate)che pare siano legate al fumo (nutro qualche dubbio) posso permettermi un commento cinico fatto solo sulle mie personali spalle?
    Io devo lasciare il posto a chi mi succederà, che non mi potrà succedere se non mi sarò levata di torno. Chi mi uccide, la legge del turnover o la sigaretta? Posso scegliere, visto che di qualcosa dedvo morire?

Related Post