Menopausa e sessualità: La percezione sociale più negativa della realtà biologica

Capire cosa significa menopausa per ogni donna. Capire quale cambiamento, quale perdita la disturba di più. Se quella della funzione materna,  quella estetica o quella relativa alla funzione sessuale, percepita a livello sociale in modo più negativo di quanto sia in realtà a livello biologico. E’ quanto spiega in sintesi Willy Pasini nella sua presentazione al seminario “Uomini a lezione di menopausa”, un incontro organizzato da DEKA per aiutare la coppia a superare le difficoltà che si possono presentare di fronte a questo cambiamento.

La menopausa è un periodo della vita della donna relativamente lungo che, partendo da cambiamenti a partenza ovarica, ha correlazioni psicosomatiche, psichiche e comportamentali. Come la gravidanza, la menopausa non deve essere considerata come una malattia, ma come una tappa evolutiva della vita della donna sul piano sia biologico sia psicologico.

Un secolo fa le donne europee andavano in menopausa a 40 anni circa e avevano una speranza di vita di 6 anni.

Oggi invece la menopausa arriva intorno ai 50 anni mentre la speranza di vita supera gli 80 anni ! E’ quindi importante prevedere tutte le soluzioni mediche e psicologiche che possano aiutare le donne in modo che la menopausa non rappresenti solo la perdita di alcune funzioni fisiologiche, ma anche un momento di prevenzione dei 30 anni che seguiranno. In questa visione le donne saranno corresponsabili del loro futuro, evitando la posizione rassegnata delle loro nonne.

Per prima cosa  bisogna identificare per ogni donna quale è il cambiamento, quale perdita  la disturba maggiormente come ad esempio la funzione corporea  (per alcune donne la perdita della funzione estetica e la presenza di rughe è vissuta dolorosamente), la perdita della funzione mestruale, la perdita della funzione materna oppure la perdita della funzione sessuale.

Di quest’ultima la realtà biologica non è cosi negativa come l’immagine sociale la presenta. La libido femminile è in buona parte legata alla frazione androgenica (testosterone) che continua ad essere prodotta dalle ghiandole surrenali e che proporzionalmente aumenta con la diminuzione degli ormoni estrogeni e progestativi di origine ovarica. Dal punto di vista biologico non c’è nessuna ragione perché la donna abbia un abbassamento della libido. Bisogna semplicemente  prendere alcune precauzioni per evitare l’atrofia vaginale.

Alcune donne sono disturbate maggiormente dalla perdita dell’intimità coniugale  (molte donne a 50 anni subiscono le conseguenze negative delle difficoltà psico-sessuali del marito) oppure dalle perdite familiari (i figli lascia la casa, il marito sempre impegnato a lavoro, la scomparsa dei genitori) anche se in questi anni non  si assiste più alla sindrome della tana vuota che un tempo coincideva conla menopausa. Attualmente la tana è “sovrapiena” e le donne di 50 anni sono meno depresse, ma più ansiose con delle crisi di panico, perché devono muoversi tra tante attività come acrobate.  Alcune donne infine sono hanno il problema dell’aumento di peso.

Come si può quindi affrontare la menopausa ? Bisogna conoscere la natura e patteggiare con lei, senza insorgere contro l’invecchiamento e se necessario farsi aiutare da alcune terapie come:

  1. ormonoterapia su misura
  2. psicofarmacologia dei sintomi secondari, evitando gli abusi dei sonniferi e dei tranquillanti, dato che questa micropolitoxicomania è molto piu’ frequente nella donna.
  3. differenti forme di psicoterapia
  4. l’approccio corporeo
redazione grey-panthers:
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