Tosse, espettorato e mancanza di respiro. Questi i primi campanelli d’allarme che devono fare insorgere, in particolare nei fumatori, il sospetto di BPCO – Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, che spesso viene diagnosticata in fase avanzata. Per questo motivo le nuove Linee GOLD internazionali e nazionali prevedono l’inclusione della spirometria nella visita al paziente e l’impiego di farmaci appropriati, specificatamente i broncodilatatori.
La nuova soluzione terapeutica per la BPCO si chiama glicopirronio bromuro, antimuscarinico di nuova generazione. Si tratta del primo farmaco in monosomministrazione quotidiana ad elevata selettività recettoriale che agisce entro 5 minuti dall’inalazione ed è capace di indurre una broncodilatazione di almeno 24 ore, riducendo le riacutizzazioni della patologia. Il glicopirronio bromuro è una molecola in un’unica somministrazione giornaliera che viene erogata con il dispositivo Breezhaler®, un inalatore a dose singola che viene attivato dall’inspirazione di chi lo usa e permette al paziente di udire, sentire e vedere se hanno assunto correttamente il farmaco.
“La rapidità d’azione di un farmaco è molto importante per il paziente con BPCO che spesso lamenta al risveglio mattutino una maggiore costrizione dei bronchi con importanti sintomi clinici, a cui dare sollievo nel minor tempo possibile. – precisa Francesco Blasi, Professore Malattie Apparato Respiratorio, Università degli Studi di Milano – Fondazione Cà Granda – Durante la notte si crea infatti un ristagno di secrezioni nell’albero respiratorio che provocano tosse e secrezioni che il polmone del malato non riesce ad eliminare o controllare. Ricordiamo che il polmone del fumatore non è in grado di “ripulire” perché il fumo di sigaretta altera la funzione delle ciglia che hanno il compito di eliminare il muco.”
Il tabagismo, una delle cause principali di BPCO, continua a crescere e soprattutto nei paesi occidentali tale incremento si deve in buona misura alla diffusione dell’abitudine al fumo nelle donne. In Italia un’indagine del 2009 ha rilevato che, rispetto all’anno precedente, le donne fumatrici sono passate dal 18 a oltre il 22% (DOXA/ISS-OFAD 2009).
“Si stima che entro il 2020 la BPCO subirà un incremento del 130% nella popolazione femminile. Oltretutto a parità di esposizione al fumo, le donne con BPCO presentano un rischio più elevato di danno polmonare, un maggiore grado di dispnea (cioè di mancanza di fiato) e un declino più accentuato della funzionalità respiratoria. – afferma Anna Maria Moretti, Direttore Unità Operativa Malattie dell’Apparato Respiratorio, Policlinico di Bari – Inoltre i dati dimostrano una maggiore sensibilità dell’apparato respiratorio delle donne ad altri agenti causali quali l’inquinamento atmosferico”.
Nonostante queste evidenze, nelle donne la malattia risulta ancora sottodiagnosticata: da studi recenti emerge che la diagnosi di BPCO avviene nelle donne solo in una bassa percentuale di casi e che il 20 – 30% dei medici non fa diagnosi di BPCO neanche avendo a disposizione tutti i test diagnostici. L’esame spirometrico viene effettuato infatti nel 21% dei casi tra gli uomini e nel 16% dei casi tra le donne.
In Italia glicopirronio bromuro è disponibile in farmacia per il trattamento dei pazienti affetti da BPCO ed è rimborsato dal Servizio sanitario nazionale (Classe A).