Si è tenuto a Milano il 20 aprile scorso, il WAS 2011 (Web Analytics Strategies), l’evento italiano di riferimento per la misurazione di Internet, Mobile e Social Media. Giunta ormai alla terza edizione, la giornata di conferenze e seminari organizzata presso la sede del Sole 24 Ore ha avuto come tema principale quello dello sguardo al futuro: cosa ci aspetta nei prossimi anni, in considerazione del fatto che nel giro di pochissimo tempo i nuovi media si sono quasi del tutto integrati con i vecchi (e li stanno forse lentamente soppiantando)? È sufficiente pensare che in soli otto mesi tutte le testate giornalistiche principali sono entrate nell’I-pad con piattaforme e redazioni autonome, o che sono in vendita delle nuove smart tv che permettono di gestire numerose applicazioni (ricerca di contenuti on line o di programmi televisivi, accesso ad applicazioni scaricabili, collegamento a Social Network durante la visione di programmi o film preferiti), tutto dalla stessa interfaccia tv.
Come allora le aziende devono muoversi in questo nuovo e mutevole scenario? Devono, prima di tutto, essere in grado di sfruttare il potenziale comunicativo che i social media offrono, primi fra tutti i Social Network (sui quali è presente l’83,5% della popolazione Internet italiana – dati fine 2010): Facebook, Twitter, LinkedIn permettono, infatti, di fornire maggior traffico e visibilità; un miglior posizionamento sui motori di ricerca; la possibilità di aumentare le proprie partnership; riducono, infine, le spese di marketing.
Proprio al marketing e agli investimenti pubblicitari è stato dedicato il primo intervento della mattinata: Nereo Sciutto, del Consiglio di Amministrazione di IAB Italia (Associazione internazionale dedicata allo sviluppo della comunicazione pubblicitaria interattiva), ha ricordato come i manager italiani dichiarino di investire il 5% del loro budget pubblicitario complessivo sui social media. In realtà, ha precisato Sciutto, investono una cifra prossima allo zero. Eppure il trend attuale lascia presagire che a fine 2011 l’investimento pubblicitario complessivo su Internet sarà di oltre un miliardo di euro. Non solo, quindi, attualmente si investe poco, ma lo si fa anche male: Internet è infatti fitto di pubblicità anonime, che non sono rivolte, cioè, a uno specifico target.
Un’ulteriore criticità che riguarda la pubblicità su Internet è stata affrontata da Andreina Mandelli, docente di marketing e comunicazione presso SDA Bocconi e professore aggiunto presso USI (Università Svizzera Italiana) di Lugano: come mantenere un controllo sul management della marca? Con un approccio di tipo comunicativo, basato, cioè, sulla propria capacità di essere leader credibili e autorevoli nella comunicazione. Solo in questo modo sarà possibile far acquisire alla propria marca un valore all’interno delle diverse comunità sociali presenti sul web. Vale dunque la pena applicare questa strategia comunicativa anche se, come ha poi ricordato Luca Conti (CEO Web & Media Life), solo l’11% di chi usa un Social Network lo fa per cercare informazioni sui prodotti o per il loro acquisto.
Davvero interessante è stato l’intervento di Livia Iacolare, Social Media Coordinator di Current Tv, network globale di notizie e informazioni create dalla gente che lo guardano, che per primo ha tentato l’esperimento della Social Tv: il 4 novembre 2008, in corrispondenza delle elezioni presidenziali americane, l’emittente ha infatti dato la possibilità al proprio pubblico di commentare in tempo reale lo spoglio delle schede elettorali. Grazie ad un accordo con Twitter e Digg, gli internauti hanno avuto, per la prima volta, la possibilità di confrontarsi e di condividere le proprie opinioni con altri telespettatori del canale satellitare, dato che i tweet comparivano in tempo reale sullo schermo televisivo.
Questo sarà il futuro? Pare di si. Addio vecchio tubo catodico: la Social Tv sta arrivando.
G.P.