Senior a confronto: Italia e Giappone versus nuove tecnologie

Italia e Giappone: come i senior si rapportano alle nuove tecnologie – di Stefania Operto

Esperienza comune: una percentuale non irrilevante di anziani in Italia dichiara di incontrare difficoltà a comprendere e utilizzare il mondo delle tecnologie della comunicazione e dell’ICT. E il riferimento non è solo alla robotica di servizio, la cui diffusione sarebbe di grande utilità nelle case dei senior. Pensiamo anche a varie funzioni dei telefoni cellulari, alcune delle quali, contraddistinte con acronimi oscuri, possono creare problematicità: sms, mms, uso della rubrica, della cronologia. I nostri senior spesso trovano arduo, ad esempio, usare il menu dei comandi e per questo motivo si limitano a utilizzare il cellulare per poche e organizzate telefonate.

D’altra parte, l’Italia è ancora uno dei Paesi industrializzati con il più alto tasso di analfabetismo digitale.  Se da una parte, infatti, cresce la quota di persone che “abitano” il web, dall’altra permane una percentuale di popolazione che ne è esclusa o per scarsa alfabetizzazione o per problemi infrastrutturali.

Secondo i più recenti dati Audiweb Trends. sono 14,5 milioni le famiglie del nostro Paese che dichiarano di avere accesso ad Internet da casa attraverso computer, televisore o altri device, pari al 67,4% delle famiglie italiane con almeno un componente fino a 74 anni.

Rapportando il dato ai singoli individui, sono attualmente 38,4 milioni gli italiani collegati a vario modo in rete, pari al 79,6% degli individui di età compresa tra 11 e 74 anni.

La fruizione del web non è, tuttavia, omogenea, poiché cresce al decrescere dell’età, con una concentrazione quasi totale tra i giovani e i nativi digitali (oltre il 92% degli individui di età compresa tra 11 e 34 anni dichiara di accedere ad Internet).

Come hanno affrontato il problema dell’impiego dei prodotti ICT da parte dei senior citizen nazioni equivalenti alla nostra in termini di anzianità della popolazione?

Il Giappone, ad esempio, ha una popolazione anziana numericamente maggiore della nostra: il 15 settembre 2012 – il Giorno Nazionale del Rispetto verso gli Anziani in Giappone – il numero di anziani over 100 anni ha toccato la cifra record di 47.756 unità (dati del Ministero della Sanità) con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. Molti anziani vivono soli nelle loro abitazioni (una quota pari a 4.6 milioni) e l’impiego di tecnologie ICT per il loro monitoraggio, assistenza e compagnia è necessario.

La società giapponese è tradizionalmente più aperta alle tecnologie. Sia la religione scinto sia i paradigmi culturali giapponesi facilitano un approccio non ostile, anzi amichevole, agli oggetti. Gli oggetti d’uso sono considerati fonte di benefici, collaboratori fedeli e quasi compagni di vita. Noi occidentali ci stupiamo di assistere al “funerale degli aghi da cucire” (gli aghi che hanno servito per tanti lavori non sono buttati o smaltiti, ma seppelliti ogni anno con una cerimonia) o di sapere che i robot umanoidi vengono portati al tempio scinto per la benedizione annuale. Presso tutta la popolazione giapponese, l’interesse verso la tecnologia è alto, perfino nei confronti di macchine così tecnologiche come i robot.  D’altra parte è nella cultura giapponese antica l’amore per le bambole meccaniche (karakuri), antesignani dei moderni robot.

Robot, tecnologie di monitoraggio, assistenza e compagnia sono allo stadio di test presso una quota elevata di anziani giapponesi. Poiché gli anziani che vivono nelle città si trovano in situazioni più disagiate (solitudine, difficoltà di spostamento, di incontrare i parenti, stress percepito dagli stessi care giver) le ricerche finanziate dal Governo si concentrano sulla soluzione ai problemi di questo strato della popolazione. L’aspetto sociale interessante, in Giappone, è che la generazione dei 40-50enni è la prima dalla Seconda Guerra Mondiale in poi a potere convivere contemporaneamente con i genitori e con i nonni, presentando così ancora una volta (accade spesso nel Giappone moderno) un caso studio particolarmente interessante. Sono così i figli e i nipoti a proporre soluzioni tecnologiche ai loro anziani. Allo stesso tempo, il mercato giapponese dei prodotti tecnologici sta crescendo proprio grazie a questa domanda.

Il Giappone ha realizzato diverse ricerche dedicate ad analizzare i problemi degli anziani e le possibili soluzioni tecnologiche. Queste ricerche sono state realizzate per lo più mediante interviste agli anziani ed ai loro assistenti in ambienti protetti. I problemi emersi sono riconducibili alle seguenti categorie:

  • Isolamento sociale e alienazione dalla famiglia e dalla comunità
  • Mancanza di informazioni sullo stato di salute
  • Necessità di opportunità per training e riabilitazione
  • Difficoltà di organizzare la giornata in modo efficiente
  • Difficoltà di gestire la dieta quotidiana in modo efficiente
  • Difficoltà di usufruire di attività culturali
  • Necessità di contrastare la noia e la solitudine
  • Necessità di attività che aiutino a stare allegri e di buon umore

L’impostazione del governo giapponese è di usare in modo importante la tecnologia ICT e la robotica per promuovere comunità in rete alle quali partecipino gli anziani. Il primo passo è mettere in rete le informazioni sanitarie e aumentare le occasioni di sostegno.

Un evento tragico, lo tsunami verificatosi a marzo 2011, ha aumentato la necessità da parte degli anziani giapponesi di collegarsi alla rete, di accedere a Facebook o ad altri social network per mettersi in contatto con i loro parenti. Secondo le stime del Ministero dell’Interno, ad oggi il 67% degli adulti over 65 anni usano qualche forma di comunicazione in rete, rispetto al 39% pre terremoto.

 

redazione grey-panthers:
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