Per chi teme di perdersi quando si sposta, in macchina o a piedi, in zone della città poco conosciute; o per chi deve curare dei nipoti vivaci che giocano nel parco sotto casa e si allontanano senza avvisare, arriva in aiuto un nuovo strumento, il localizzatore personale satellitare, grazie al quale i nonni, i figli, il partner o l’amico possono sapere con precisione dove si trovano rispettivamente i nipoti, i genitori anziani, il partner, l’amico. Si tratta di un piccolo dispositivi portatile in grado di collegarsi al satellite tramite l’antenna Gps incorporata e che permette di localizzare con una certa precisione la posizione nella quale ci si trova. Da mettere dentro uno zaino, una borsa, ma anche da occultare all’interno della propria automobile per chi ha paura dei furti, i localizzatori ricevono e trasmettono i dati al satellite in modo autonomo essendo muniti di batteria. Ma come avviene il monitoraggio? Basta collegarsi a internet e, previa registrazione al sistema (ogni dispositivo solitamente ha un sito web dedicato allo scopo), si può visualizzare la posizione del dispositivo sulla mappa geografica. L’operazione, in alcuni modelli, può essere effettuata anche da smartphone o tablet scaricando l’applicazione apposita (il sistema funziona sia con i telefoni Apple sia con i modelli Android). La tecnologia però non finisce qui. Gran parte dei localizzatori infatti è munito anche della classica scheda telefonica dei cellulari. In questo modo il “controllore” non deve fare altro che chiamare il numero della sim card e dopo qualche secondo riceverà sul proprio cellulare un sms con le coordinate geografiche e il link a Google Maps per visualizzare l’esatta posizione del dispositivo.
I modelli più sofisticati e potenti possono costare diverse centinaia di euro, ma il prezzo medio di partenza per i dispositivi a uso personale più diffusi si aggira intorno ai 200 euro. A questa somma va aggiunto spesso e volentieri un canone mensile – 4-5 euro al mese – per usufruire dei servizi web correlati.