Una questione di memoria. Da conservare e cancellare, la stessa che tormentava Funes e1 memorioso, il personaggio di Jorge Luis Borges costretto all’eterno ricordo. Memoria digitale per raccogliere i frammenti quotidiani – dalle foto ai video, fino alle note – che un tempo erano fissati su supporto meccanico, chimico o magnetico: lo strombazzare dei grammofoni e il timbro caldo del vinile, le preistoriche lastre di rame di monsieur Daguerre e la pellicola 35mm delle prime reflex. Ma anche l’esordio dei Super 8 fino aìle cassette audio, utilizzate non solo per registrare canzoni ma anche per i primi videogiochi, che sul Cornmodore 64 e lo Spectrum si “caricavano” col mangianastri. Il resto è un labirinto di formati, soprattutto per il video, con la vittoria del Blu-Ray sull’Hd Dvd che ricorda la querelle tra Vhs e Betamax, vinta dal primo. Oggi i nuovi neuro-magazzini coilettivi sono le Ssd (Solid state disk), memorie allo stato solido senza parti in movimento e quindi indifferenti agli urti. E allora addio vecchio hardisk non più (solo) una lamina che gira a 150 chilometri all’ora, sotto vuoto, sfiorando una micro-testina. Il futuro dell’archiviazione digitale sta in schedine grandi come un’unghia. Verso questo standard stanno convergendo media più diversi, anche se la fenomenologia dello storage è in continuo movimento: soprattutto video e foto, ormai elevati (ridotti?) allo stam virtuale di file, che “fuori” da internet e dai vecchi Dvd (riscrivibili o meno) possono essere trasportati proprio su queste schede. In Italia il mercato delle memorie tra le quali si contano almeno sette formati (Compact flash, Memory stick, Sd, MiniSd, Micro Sd, Mmc e Xd card) sfiora i 150 milioni di euro, con oltre 8,5 milioni di pezzi venduti tra il novembre 2007 e l’ottobre 2008. Un business che deve fare i conti con una deflazione galoppante, visto che i prezzi negli ultimi undici-dodici mesi sono crollati del 300%, a fronte però di volumi cresciuti del 40%. Il formato che in questo momento domina il mercato con quasi 1’800% delle quote, secondo Gfk, èl’Sd, molto utilizzato per le reflex digitali, ma anche nei cellulari nelle “varianti” Micro e Mini Sd. Per quanto riguarda i costi, è facile trovare schede da 2 Gigabyte a 4 euro, 4 Giga a 10 euro, 16 Giga a 34 euro. Le memorie solide hanno uno svantaggio rispetto agli hard disk: si consumano più facilmente con il passare del tempo. E più sono capienti (più Gb possono contenere, la stessa Toshiba ha annunciato una Ssd da 2Giga), maggiore è il rischio di”corruzione” dei dati. «Le Ssd sopportano scritture comprese tra 100 mila e un milione di cicli-spiega Massimo Ruo Roch, ricercatore del Politecnico di Torino-mentre gli hard disk resistono mille volte di più. Ma perché sempre più piccole? «Perchè così il prodotto costa meno-dice Andrea Lacaita, professore di dispositivi elettronici al Poli di Milano – anche se oggi si sta lavorando a un altro tipo di memorie, le Pcm (Phase change memory, ndr), fatte di calcogenuro, lo stesso vetro semiconduttore che costituisce lo stratoattivo dei Dvd riscrivibili. Con il risultato che questi prodotti sono più veloci e duraturi). Su quanto le memorie digitali stiano spingendo il mercato delle videocamere interviene Stefano Magni, responsabile prodotti audio-video di Samsung:«Il mercato delle video camere Italia è fermo a 7oo mila pezzi l’anno, con il Natale che”pesa” circa 100mila pezzi. Di questi, oggi, il400% è fatto di memory-card con le schedine. Un risultato raggiunto in poche settimane.Funes, la memoria in persona, avrebbe oggi un degno concorrente
(da Il Sole24ore)