Da PMI 19 dicembre 2017
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale (GU Serie Generale n.284 del 05-12-2017) il Decreto attuativo sulla misura agevolativa denominata “Resto al Sud” dedicata all’imprenditoria giovanile under 36 nel Mezzogiorno e prevista dal decreto legge n.91/2017, varato con l’obiettivo di attivare interventi di aiuto ad alta intensità nel Sud Italia e incentivare, con risorse aggiuntive, la nascita di nuove imprese. Si tratta, in particolare, della possibilità di ottenere un prestito fino a 40mila euro (il 35% a fondo perduto ed il 65% a tasso zero da restituire in 8 anni) per coprire l’investimento iniziale e il capitale circolante della nuova attività.
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Il decreto n. 174/2017 detta le regole per la fruizione degli incentivi a sostegno dell’autoimprenditorialità giovanile di età compresa tra i 18 e i 35 anni, per incoraggiare la costituzione di nuove imprese nelle Regioni meno sviluppate e in transizione, quali:
- Abruzzo;
- Basilicata;
- Calabria;
- Campania;
- Molise;
- Puglia;
- Sardegna;
- Sicilia.
Oltre all’età, i giovani imprenditori devono essere in possesso dei seguenti requisiti:
- non essere già titolari di attività di impresa in esercizio alla data del 21 giugno 2017, data di entrata in vigore del decreto-legge n. 91/2017, o beneficiari, nell’ultimo triennio, a decorrere dalla data di presentazione della domanda, di ulteriori misure a livello nazionale a favore dell’autoimprenditorialità.
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Tali soggetti possono presentare domanda di ammissione alle agevolazioni purché risultino già costituiti, al momento della presentazione della domanda e comunque successivamente alla data del 21 giugno 2017, o si costituiscano, entro sessanta giorni, o entro centoventi giorni in caso di residenza all’estero, dalla data di comunicazione del positivo esito dell’istruttoria, nelle seguenti forme giuridiche:
- impresa individuale;
- società, ivi incluse le società cooperative.
L’incentivo prevede un finanziamento fino ad un massimo di 50 mila euro (per ciascun richiedente in caso di società, fino ad un massimo di 200 mila euro), per l’avvio di attività di produzione di beni e servizi. Sono escluse dal finanziamento le attività libero professionali e il commercio. Sono ammissibili le spese per ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili, per l’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature, per programmi informatici e per le principali voci di spesa utili all’avvio dell’attività. Per le attività imprenditoriali nel settore della pesca e dell’acquacoltura l’importo complessivo degli aiuti de minimis non può superare, per ciascuna impresa, i 30.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari, ai sensi del regolamento UE n. 717/2014.
Fonte: Gazzetta Ufficiale.