Le aperture
Il Corriere della Sera: “Il governo rinuncia al nucleare. La decisione dovrebbe far cadere il referendum, è polemica. Saltano le norme per le nuove centrali. Di Pietro: trucco per impedire il quorum su giustizia e acquae”. A centro pagina: “Milano, il candidato anti-pm chiede scusa a Napolitano. ‘Mi dimetto dalla lista Pdl'”. Un passo indietro che in realtà non potrà compiere, perché le liste elettorali sono chiuse. “Ma il passo indietro è un giallo”, scrive il quotidiano.
Il Corriere scrive anche – in un “dietro le quinte” – che il sindaco Moratti ieri ha telefonato a Berlusconi: “Il colloquio ‘chiarificatore’. ‘Questo danneggia anche te'”.
La Stampa: “Nucleare, stop a nuove centrali”. Ma tocca alla Cassazione decidere se si farà comunque il referendum in materia. Il governo fa retromarcia, abrogate le norme, referendum in bilico. Il Pd esulta: è una nostra vittoria. Ma Di Pietro: è soltanto un trucco”. A centro pagina il quotidiano torinese si sofferma sul “secondo addio di Fidel”, che ieri, al congresso del Partito comunista cubano, ha ufficialmente lasciato la mano al fratello Raul, ed ha dunque lasciato anche il vertice del Partito. “La staffetta dei satrapi” è il titolo del commento di Riccardo Barenghi, mentre la blogger cubana Yoani Sanchez scrive esprimendo un auspicio: “Ora il sistema può franare”.
La Repubblica: “Il governo cancella il nucleare. Il leader Pd Bersani: ‘Ennesima fuga di Berlusconi’. Di Pietro: una truffa, ha paura del quesito sul legittimo impedimento. Cambia la legge: stop alle centrali. L’opposizione: sabotaggio dei referendum”. Giovanni Valentini commenta la decisione del governo: “I professionisti del trucco”. Il voto è previsto oggi al Senato. In prima anche la notizia delle “dimissioni” del candidato Lassini. “Manifesti anti pm, Lassini si dimette e chiede scusa al Colle”. Un commento non firmato in prima pagina si sofferma sul “silenzio” del presidente del Consiglio Berlusconi, che “avrebbe” invece “il dovere di condannare quel manifesto sia come premier, dopo l’intervento di Napolitano, che come leader del Pdl”.
Nelle pagine interne un “retroscena” spiega che Berlusconi avrebbe “preferito la linea dura. ‘Meglio se fosse rimasto al suo posto”.
A centro pagina, con foto, un nuovo sbarco a Lampedusa: con un solo barcone sono arrivati 760 immigrati dalla Libia. “Frattini: vendetta di Gheddafi”.
“Follia a Milano” è il titolo di apertura de Il Giornale: “La Moratti minaccia di ritirarsi lasciando la città alla sinistrra. Il candidato anti-pm si dimette. Crisi risolta in extremis. Sulla giustizia l’Italia sta con Berlusconi: premier e Pdl su nei sondaggi”. Di spalla: “La svolta di Tremonti: ‘Cambiamo i Trattati, l’Europa sta fallendo”. Il ministro dell’economia ieri ha parlato davanti alla Commissione affari costituzionali del Parlamento Europeo ed ha detto che occorre “prendere in considerazione” l’ipotesi di un nuovo Trattato. A centro pagina: “E Montezemolo sceglie Travaglio”, nel senso che al quotidiano di Padellaro e Travaglio l’ex presidente di Confindustria è andato a “spiattellare l’intero suo programma elettorale”.
Su Tremonti anche Libero, con l’editoriale firmato da Maurizio Belpietro: “Anche Tremonti scopre che la Ue non funziona”. Un grande titolo anche per il “caso Lassini”, con articolo di Vittorio Feltri: “Il Pdl caccia l’unico innocente patentato”.
Il Riformista, con foto di Berlusconi: “Legato. Bossi si schiera con il Quirinale nella polemica sulla giustizia. Altolà padano. Il Senatur chiama il Cavaliere: ‘Se continuiamo così il Colle scioglie le Camere e a Milano perdiamo’. Si chiude in disfatta il caso Lassini: l’autore dei manifesti sulle ‘br in Procura’ annuncia un passo indietro con una lettera al Capo dello Stato”. Di spalla, sul nucleare: “Cosa non si fa per evitare un referendum”. “Il quorum era possibile”, e dunque il governo ha deciso di fermare (“per ora”) la realizzazione degli impianti. Il referendum temuto è quello sul legittimo impedimento, quello sul nucleare è “più attuale” e avrebbe aiutato a raggiungere il quorum, secondo il quotidiano arancione.
Il Fatto quotidiano: “Nucleare ad personam. Il governo dice no alle centrali nucleari fortemente volute da B. Ma è solo un trucco: l’obiettivo è far saltare, con il referendum sull’atomo, quello sul legittimo impedimento”. Da segnalare in prima pagina anche una intervista con il professor Alberto Asor Rosa, protagonista la scorsa settimana di una polemica per un suo articolo su Il Manifesto: “Vi spiego il mio colpo di Stato”
Il Foglio: “Così Pdl e Lega cercano di contenere la foga pre elettorale del Cav. Schifani parla con l’Anm, i capigruppo rinviano il processo breve, Bossi difende l’asse con Napolitano”.
Il Sole 24 Ore apre sullo “stop del governo sul nucleare”, e spiega l’emendamento “a sorpresa” nel decreto omnibus all’esame del Senato. “La strategia nazionale sarà ridefinita con le Regioni. Romani: l’atomo quando vorrrà l’Ue”. Il commento di Federico Rendina è titolato: “Un Paese senza politica energetica”.
A centro pagina le notizie sul debito Usa dopo i rilievi di Standard & Poor’s: “Debito americano sotto osservazione. La Cina chiede tutela per gli investitori”.
L’Unità intervista nelle pagine interne Francesco Rutelli, il cui gruppo in Senato aveva presentato l’emendamento per fermare il nucleare che il governo ha fatto proprio ieri. “Hanno cambiato idea quattro volte, abbiamo vinto noi. Ora puntiamo a investire sulle rinnovabili”.
E poi
Una intera pagina de La Stampa (“il dibattito”) è dedicata all’intervento armato in Libia, ad un mese dall’inizio delle operazioni. Con le voci di Vittorio Emanuele Parsi, Marta Dassù, Lucia Annunziata e Boris Biancheri.
Il governo siriano ha deciso di revocare lo stato di emergenza, dopo le proteste (ma ieri nuovi scontri e manifestazioni si sono registrate nella città di Homs). Ne parlano, tra gli altri, il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore. Secondo Europa quello di abolire lo stato di emergenza è un “progetto” ma arriva “troppo tardi”, ed è “troppo poco”.
Il Foglio si occupa di Azerbaijan, perché “la rivolta araba sconfina e contagia” anche il Paese ex sovietico. “La polizia arresta settanta persone a Baku. Il regime di Ilham Aliyev mostra segni di crisi”. Una intera pagina del quotidiano offre invece una conversazione con Tzipi Livni, la leader di Kadima, che spiega “perché ai Paesi del Medio Oriente serve un codice universale sulle elezioni prima di andare alle urne”. “Votare non basta”, il titolo.
Il Sole 24 Ore offre un reportage nell’ambito di un “viaggio nel Golfo” dal Qatar: “Il miracolo economico non fa decollare la democrazia. L’energia traina l’emirato che nel 2022 ospiterà i Mondiali”.
L’editoriale del Corriere della Sera, firmato da Ernesto Galli della Loggia, è dedicato ai “nuovi populismi europei”: dopo Italia, Olanda, Danimarca, Ungheria, la Francia del Front National di Marine Le Pen, e le recenti elezioni in Finlandia. “La frattura culturale”, è il titolo della riflessione. Sullo stesso quotidiano una riflessione di Giorgio Pressburger dedicata alla nuova Costituzione ungherese: “Quei fantasmi dell’intolleranza che si alzano dalla mia Ungheria. La Costituizione esalta la Nazione, rende obbligatorio il lavoro, limita la libertà di informazione, impone le stese tasse a ricchi e poveri”.
Sul Sole 24 Ore una riflessione sui fondi per la cultura: “L’allarme del ministero. Per la cultura i soldi ci sono, ma il 55 per cento non viene speso”. Nel 2010 sono rimasti in cassa 545 milioni di euro su 991 di entrate complessive. Secondo il Ministero le Soprintendenze e le Direzioni regionali sono “incapaci di spendere i fondi disponibili”. A Roma per esempio l’80 per cento dei fondi non è stato speso. A Pompei il 57,5 pe cento. A Firenze il 65,9 per cento.
(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)