Riforme e lavoro, sfida di Renzi

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Riforme e lavoro, sfida di Renzi”, “il nuovo segregretario detta i tempi per l’agenda dell’Esecutivo”, “duro attacco a Grillo. La replica: con te non dialoghiamo”.

A centro pagina una foto-notizia sulla morte dell’attore Peter O’Toole (“Addio al mitico Lawrence d’Arabia”) e, accanto, la legge di Stabilità: “Più tempo per la mini Imu, arriva il bonus bebè, sanatoria sulle spiagge”.

La Repubblica: “Riforme, scontro Renzi-Grill. Il leader del Pd: ‘Se non le voti sei un buffone’. E rilancia le unioni civili”. “Il capo dei 5Stelle: subito alle urne”. In evidenza anche il commento di D’Alema all’intervento di Renzi (“Un buon discorso”) e le parole di Letta (“Insieme siamo imbattbili”). Di spalla “l’ultimo addio a Mandela. ‘Ti lasciamo andare’”. A centro pagina: “I forconi si spaccano: non marciamo su Roma”

La Stampa: sotto la testata la legge di Stabilità: “Trovati i soldi per 17 mila esodati, più risorse per la polizia. Fondi per il bonus bebè e coperto il buco nei conti Inps. Sanatoria spiagge, sì ai nuovi stadi”. Il titolo più grande è per Renzi: “Le sfide del Pd di Renzi. ‘Restiamo ribelli, con Letta patto di 15 mesi, legge elettorale entro gennaio’. Di spalla. “Il messaggio del Papa fa il giro del mondo”, dopo l’intervista concessa ieri dal Pontefice ad Andrea Tornielli, vaticanista del quotidiano torinese.

L’Unità: “Renzi, Pd ribelle e di governo”, “Il neosegretario sfida Grillo: firma per le riforme o sei un buffone. Ma i 5 Stelle dicono no”. “Piano per il lavoro, unioni gay e ius soli. Con Letta un patto ‘tedesco’ di 15 mesi. Cuperlo: vogliamo tutti il nuovo”. A centro pagina, sulle divisioni all’interno del Movimento 9 aprile: “Troppa destra persino per i Forconi. Rischio di infiltrati, il movimento si divide sulla manifestazione a Roma”. A fondo pagina la notizia che le armi siriane che saranno distrutte a bordo di una nave Usa transiteranno per un porto italiano: “Arsenale chimico. In Italia le armi di Assad”. La notizia è anche sulla prima pagina di altri quotidiani.

Anche sulla prima de il Fatto “Renzi sfida Grillo” e “Forconi spaccati in tre”.

Il Giornale: “Pronta la marcia su Roma. Il Movimento si spacca. Sicilia e Veneto si sfilano. Ma i due tronconi confermano: porteremo la protesta nella Capitale”. A centro pagina, con foto: “Grillo mette al tappeto Renzi”, “il leader del M5S al segretario Pd: ‘restituisci i soldi e andiamo a votare’”. Un richiamo in prima anche per il congresso della Lega, e per il suo segretario: “Salvini scatenato contro la Ue. E’ il ‘Vaffaday’ del Carroccio”.

Renzi, Pd, governo

Scrive La Stampa che Matteo Renzi ha scelto Milano per l’Assemblea nazionale che lo avrebbe incoronato leader del Pd e per dettare l’agenda “dei prossimi 15 mesi e dei prossimi 15 anni”, come ha detto. Da qui ha lanciato la sua sfida a Beppe Grillo: “Caro Grillo, hai 160 parlamentari, io sono disponibile a restituire i rimborsi elettorali a condizione che tu firmi le nostre proposte per abolire il Senato e per fare una legge elettorale in cui chi vince governa. Se ci stai si fa, se no sei il solito chiacchierone. L’hashtag è Beppefirma qui”. La sfida -spiega il quotidiano- allunga i suoi colpi insidiosi anche alla maggioranza che sostiene il governo, con la bordata alla Bossi-Fini e a favore dello ius soli e la promessa di dare all’Italia le unioni civili, “piaccia o no a Giovanardi. Entro un mese semplifichiamo le regole e diamo diritti anche a chi non li ha”.

La Repubblica dà conto della risposta di Grillo: “’Solo chiacchiere, al voto subito’”: “i rimborsi elettorali -ha detto il leader M5S- vanno restituiti agli italiani, non a Grillo”, “Il M5S non ha bisogno di restituire i rimborsi, non li ha mai presi. E’ sufficiente rifiutarli. Renzi informi palle d’acciaio Letta” e sulla legge elettorale dice che questo Parlamento “non può riscrivere le regole. Si sciolga il Parlamento e si ritorni al voto con il Mattarellum. Sarà il prossimo Parlamento a fare la nuova legge elettorale”. Quale proposta sostiene Grillo? Lo sapremo nei prossimi mesi, quando, tra gennaio e febbraio “100.000 iscritti al M5S certificati definiranno online la proposta di legge elettorale del M5S. Gli iscritti, non un segretario di partito”. Un “retroscena” dello stesso quotidiano ipotizza invece che Renzi in segreto stia già trattando con i grilllini proprio sul Mattarellun che il Nuovo centrodestra di Alfano vedono come una sciagura assoluta: Renzi, cioè, usa Grillo a suo favore nella battaglia contro i guardiani del governo ad ogni costo. Si tratta di un “doppio binario”: entro fine gennaio tenta di trovare un accordo sulla riforma “all’interno dei confini della maggioranza”, insistendo per una legge a doppio turno con premio di coalizione e preferenze. Ma il secondo binario o exit strategy, se l’accordo con Alfano non procede, prevede l’entrata in scena di interlocutori come Grillo o Berlusconi per approdare ad un Mattarellum corretto da una modifica sostanziale in chiave maggioritaria: il 25 per cento di recupero proporzionale del vecchio Mattarellum dovrebbe infatti essere trasformato in un premio di maggioranza per garantire governabilità. Renzi punta anche sulle divisioni che potrebbero emergere nel M5S: alcuni parlamentari sarebbero favorevoli, mentre Grillo teme una legge elettorale che, secondo il quotidiano, lo confinerebbe nell’irrilevanza. Con il vecchio Mattarellum, invece, il centrosinistra renziano non avrebbe alcuna garanzia di vittoria.

Alle pagine seguenti, ci si occupa anche della proposta lanciata da Renzi sulle unioni civili: “Unioni civili, niente matrimonio, civil partnership sul modello inglese”. E sul tema, un’intervista all’alfaniano Maurizio Sacconi: “Contrari a questi contratti di serie B, sui temi etici moratoria di un anno”, “I principi non sono negoziabili, così si spacca il Paese prima che il Parlamento”.

Il Giornale sottolinea: “Il Pd tira il governo a sinistra e Alfano finisce nell’angolo”, “Renzi vuol mettere nel ‘patto alla tedesca’ l’abolizione della Bossi-Fini e le unioni gay. Il vicepremier si appella a Letta: ‘Noi proporremo i nostri temi, Enrico dovrò mediare’”.

In platea a Milano c’era anche il presidente del Consiglio Letta che, scrive il Corriere, ha applaudito ogni passaggio del discorso di Renzi: anche l’attacco alle larghe intese, che -ha detto Renzi- “devono restare un’eccezione”. La presenza del premier all’assemblea he incoronava il rivale, non era scontata, scrive il quotidiano: “Letta è venuto non solo a segnare il territorio, ma a ricordare che il Pd è anche il suo partito, e non ha un solo leader ma due. Dopo l’accelerazione sul finanziamento pubblico, ha tentato di anticipare Renzi pure sul lavoro, illustrando un piano per detassare le assunzioni dei giovani”. Ma, sottolinea il Corriere, “è competizione continua tra due leader troppo diversi”. Su La Repubblica Massimo Giannini analizza le criticità di quella che definisce una “coabitazione”, anche se sottolinea come la piattaforma programmatica del Pd a guida renziana sia ancora “in divenire” e comunque il discorso di Renzi all’Assemblea nazionale non abbia avuto “il respiro né la visione di quello con il quale un altro ‘giovane’ appena eletto come Tony Blair, il 2 ottobre ’94, conquistò i consensi di tutti i delegati proponendogli lo slogan ‘New Britain, New Labour’ e scioccandoli con la cancellazione definitiva della famosa Quarta Tesi dello statuto del partito.

Nella nuova direzione Pd, come sottolinea L’Unità, entrano tanti sindaci, ma anche Massimo D’Alema e Walter Veltroni. Resta furi Rosy Bindi.

Draghi

Con copyright Le Journal du Dimanche, La Repubblica offre ai lettori un’intervista al presidente della Bce Mario Draghi: “Le tesi populiste non reggono, l’euro è la moneta del futuro, ma tocca a noi ridare la speranza”, si sintetizza nel titolo. Dice Draghi parlando dell’Europa: “La crescita è tornata, ma di sicuro non è galoppante. E’ modesta, fragile, diseguale. La Germania va bene, Francia, Italia e Spagna vanno meglio. I Paesi Bassi meno bene e Grecia e Portogallo restano sotto pressione. La disoccupazione si mantiene troppo elevata, ma sembra stabilizzarsi intorno a una media del 12 per cento. L’anno prossimo prevediamo un ritmo di crescita per la zona euro dell’1,1 per cento e nel 2015 dell’1,5 per cento”. Da cosa è trainata la ripresa? “Se si esaminano le cifre, notiamo che le esportazioni sono riprese, i consumi sono ripartiti. Molti fattori hanno contribuito a ciò: la nostra politica monetaria, inizia a dare i suoi frutti”. A coloro che contestano l’euro risponde: “Dico loro che l’euro è il presupposto stesso del nostro futuro. L’euro è una buona moneta, che assolve in tutto e per tutto al proprio ruolo, ma soffre per il fatto che la nostra unione monetaria è incompleta e imperfetta. Dobbiamo portare e termine questa unione monetaria se vogliamo ritrovare fino in fondo e in modo duraturo la stabilità e la prosperità nel nostro continente. Dobbiamo quindi procedere in un primo tempo lavorando sull’unione bancaria, e ultimare i programmi di riforma e riduzione del deficit. La tesi populista di chi pensa che uscendo dall’euro un’economia nazionale si avvantaggerebbe immediatamente con una svalutazione competitiva come ai vecchi tempi non regge alla prova dei fatti. Se tutti cercheranno di svalutare la propria moneta, nessuno se ne avvantaggerà. Infine, la strada verso al prosperità passa sempre attraverso le riforme e la ricerca della produttività e dell’innovazione”.

Forconi e proteste

“La marcia anticrisi su Roma adesso divide i Forconi”, scrive il Corriere della Sera spiegando che il siciliano Mariano Ferro e il veneto Luciano Chiavegato “frenano” sulla manifestazione prevista per mercoledì: “temiamo infiltrazioni violente e strumentalizzazioni politiche, c’è un clima pesante a Roma”, ha detto Ferro, leader dei Forconi siciliani, aggiungendo “noi col governo vogliamo dialogare e vogliamo confrontarci direttamente con Enrico Letta, prima di dire ‘andate via, politici, tutti a casa’. Vogliamo ascoltare le loiro soluzioni per la crisi”. Insiste invece Danilo Calvani, il leader dell’Agro Pontino, presidente del Comitato riunito agricoltori di Latina (l’uomo della Jaguar): non vuole trattare con il governo, dice di non avere mire politiche e di non volere fondare un partito e rovescia questa accusa sugli imprenditori veneti di Chiavegato e del siciliano Ferro.

Chiavegato, leader degli imprenditori veneti e presidente di Life (Liberi imprenditori federalisti) viene intervistato da La Repubblica: “Troppi violenti in giro, chi vuole quel corteo è solo un irresponsabile”. E, di fianco, intervistato, Danilo Calvani accusa: “Hanno tradito la protesta, ora vogliono fare un partito, la manifestazione si farà”.

Internazionale

Il Corriere della Sera scrive che le armi chimiche siriane destinate alla distruzione faranno tappa in un porto italiano: la Farnesina ha precisato che le sostanze verranno ospitate in un porto italiano per poi essere trasferite sulla nave americana “Cape Ray”, dove saranno neutralizzate. Il porto di transito potrebbe essere siciliano o sardo. L’Italia aveva dichiarato la propria disponibilità: ‘Faremo la nostra parte’, aveva dichiarato il ministro degli Esteri Emma Bonino. L’Albania si è infatti tirata indietro, per problemi legati alla politica interna. Saranno navi norvegesi e danesi a prelevare il carico, il cui destino viene dettagliatamente descritto da Guido Olimpio sul quotidiano, che ricorda anche quanto, al di là delle armi chimiche, in Siria si continua a morire a causa di armi convenzionali o rudimentali.

La Repubblica scrive che comunque “le armi non toccheranno” il territorio italiano

E La Repubblica si occupa del nuovo governo di coalizione tedesco raccontando che il nuovo ministro dell’Integrazione sarà la socialdemocratica Aydan Ozoguz, 46 anni, figlia di turchi emigrati in Germania nel 1958. Il quotidiano la intervista: “Da Berlino segnale forte per tutti gli immigrati”, dice, ricordando di aver lavorato molto con le Ong impegnate sul fronte dell’integrazione e dell’emancipazione delle donne. E poi: “Prima di tutto pensando alle elezioni europee ho chiesto di fare del confronto col populismo xenofobo una priorità”.

La Stampa scrive che la sorpresa più grande è l’ingresso nel governo tedesco , come sottosegretario al Lavoro, di Jorg Asmussen, ex membro della Bce: andrà ad aiutare la titolare del Lavoro, la socialdemocratica Andrea Nahles e avrà in gestione il dossier del salario minimo. Esperto di finanza cresciuto politicamente nella Spd, scelto come membro della Bce dal ministro della Cdu Wolfgang Schauble (riconfermato nel su incarico), Asmussen è stato nell’Eurootower “l’uomo della mediazione” tra il presidente Draghi e l’intransigente capo di Bundesbank Jens Wiedmann. Ed è stato lo stesso presidente della Spd Sigmar Gabriel a svelare questo “asso nella manica”, l’uomo capace di cucire, potenzialmente, le distanze tra i partner di grande coalizione.

Anche sul Corriere: “Merkel richiama la ‘colomba’ della Bce”.

Restiamo al Corriere per segnalare una pagina dedicata ad Ucraina e Russia. Per un verso “L’Europa sospende i negoziati in Ucraina” perché “esasperata dal doppio gioco di Kiev”, che esita tra la firma di un accordo di Associazione con l’Ue e le pressioni russe, malgrado un “record di manifestanti in piazza in questi giorni” (e ieri è arrivato a Kiev in piazza anche il senatore repubblicano Mc Cain a gridare ‘l’America è con voi”); e su un altro fronte, arriva anche la decisione del presidente francese Hollande di non recarsi ai Giochi olimpici di Sochi, cui il presidente russo Putin tiene assai. Il primo leader europeo a decidere di non andare a Sochi è stato il presidente tedesco Gauck.

E poi

Su L’Unità Carlo Buttaroni, presidente di “Tecné”, legge i dati Istat sul lavoro e spiega come è cambiato: “meno tecnici, più badanti”, sintetizza il quotidiano. Il settore manifatturiero negli ultimi 10 anni è crollato :-19,9% di imprese e -19,1% di occupati. Le pmi, cuore d’Italia: il tessuto industriale italiano è composto per il 99 per cento da imprese con meno di 50 dipendenti.

redazione grey-panthers:
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