Le aperture
Il Corriere della Sera: “Esenzioni, la stretta sui furbi”, “Cambia il riccometro, più peso alla casa e ai conti correnti”. In apertura a sinistra: “Napolitano e Letta: l’Europa cambi rotta”, “Doppia risposta alle critiche da Bruxelles”, “Il premier: basta scetticismo sull’Italia”.
A centro pagina: “A Palermo torna il timore dello stragismo mafioso, ‘Ma lo Stato è più forte’” (sono le parole del ministro dell’Interno Alfano, ndr.)
Il Sole 24 Ore: “Riccometro con sconti a famiglie e pensionati. Aiuti aggiuntivi per nuclei numerosi e disabili. Varato il nuovo Isee: nel calcolo entreranno tutti i redditi. Detrazioni per i dipendenti”. Di spalla: “Letta: ‘Il Commissario non può essere scettico. Riforme con la fiducia’. Napolitano: ‘La Ue cambi rotta. Orgogliosi del risanamento’”.
La Repubblica: “Riforma elettorale, ecco il piano”, “Dialogo Letta-Renzi: via il Senato, sì al doppio turno. Oggi la Consulta”.
A centro pagina: “Il premier attacca Rehn: ‘I conti sono in ordine’”.
A centro pagina, foto di Bill Gates, che ha concesso un’intervista al quotidiano: “Bill Gates: la mia lotta per i poveri, ringrazio l’Italia ma può fare di più”.
Il Fatto quotidiano: “Porcata continua. Il Porcellum, la peggior legge elettorale mai vista compie otto anni. Ma nessuno vuole davvero cambiarla. Grasso, presidente del Senato, butta la palla alla Camera: ‘Provateci voi’. La Consulta, ultima speranza, prende tempo: forse sentenzierà nel 2014. Ai monito di Napolitano risponde la sordità dei partiti”. A centro pagina: “De Luca contro Lupi, la guerra degli appalti da 10 miliardi”. “Il viceministro accusa la ‘bottega privata’ del suo successore”. Si parla della “faida delle mancate deleghe al sindaco di Salerno”.
La Stampa: “L’Europa ci chiede altri 6 miliardi”, “Bruxelles: la legge di stabilità deve migliorare gli obiettivi del 2014. Tensione con l’esecutivo alla vigilia della visita di Van Rompuy”, “La replica di Letta: i nostri conti in ordine. Napolitano: la Ue cambi rotta. E il governo vara un nuovo ‘riccometro’ per combattere i finti poveri”.
A centro pagina: “Terra dei Fuochi, bruciare rifiuti sarà un reato”.
L’Unità: “Europa, è ora di crescere”, “Napolitano: ‘La Ue cambi rotta sull’occupazione’”, “Dura risposta di Letta al commissario Olli Rehn: ‘I nostri conti sono in ordine’”, “Varato il nuovo indice Isee: ‘Stop allo scandalo dei finti poveri’”.
A centro pagina: “Porcellum a giudizio. La Consulta accelera”.
A centro pagina anche il decreto per l’emergenza in Campania: “Terra dei fuochi, qualcosa si muove”.
Il Giornale: “Berlusconi spacca il Pd”, “Violante accusa: ‘Il mio partito non ha garantito i diritti del Cavaliere’”, “Renzi a Letta: non si può governare con Formigoni e Giovanardi”, “Il leader di Forza Italia ad Alfano: sei alleato con chi mi ha ucciso”.
Legge elettorale, politica
Secondo Il Sole 24 Ore la Corte Costituzionale, riunita in Camera di consiglio per giudicare la legge elettorale, andrebbe “verso l’ammissibilità del ricorso”. “Con ogni probabilità già oggi i giudici renderanno pubblica la loro decisione di ammettere il ricorso, che si concentra in tre punti: premio di maggioranza del 55 per cento che scatta indipendentemente dai voti raccolti, differenza di attribuzione del premio tra Camera (nazionale) e Senato (regione per regione) e liste bloccate”. Secondo il quotidiano, per quel che riguarda la decisione di merito, oltre alla possibilità sempre in campo di una decisione già oggi, le soluzioni più probabili potrebbero essere due: i giudici potrebbero già oggi decidere nel merito, ma rimandando la pubblicazione della sentenza in modo da far scattare solo allora gli effetti giuridici. In questo modo il Porcellum rimarrebbe formalmente in vigore ancora per qualche settimana per dare modo al Parlamento di intervenire nel solco della decisione dei giudici costituzionali. L’altra soluzione potrebbe essere quella dell’accoglimento della ammissibilità del ricorso, rimandando a gennaio tutta la decisione di merito, sempre per dare al Parlamento l’opportunità di intervenire nel frattempo”.
Su La Repubblica: “La Corte costituzionale accelera, ora il Porcellum è in bilico”. In evidenza anche le parole del presidente del Senato: “Grasso: cresce la rabbia anti-partiti”. Grasso, spiega il quotidiano, ha deciso di rompere gli indugi e di dire pubblicamente quel che va meditando da giorni: se a Palazzo Madama ‘dovesse andare avanti lo stallo, non esiterò un attimo a sostenere il trasferimento di questo tema alla Camera’. Grasso ha avuto parole molto dure contro i partiti che “non sentono la marea montante di una rabbia che si riverserà, più forte di prima, contro i partiti medesimi”. Di sicuro, scrive il quotidiano, è la rabbia che avverte Letta, che rivolge un appello a Forza Italia perché, pur non appoggiando il governo, continui il percorso delle riforme. E le riforme saranno “il cuore” del suo discorso dell’11 dicembre per la fiducia: “non possiamo permetterci di non farle”, ha detto Letta.
Ancora secondo La Repubblica, sarebbe alle viste un “patto tra il premier e Renzi”: “Via il Senato e doppio turno come in Francia”. Si tratterebbe quindi della introduzione del monocameralismo e quindi della sostanziale abolizione del Senato, su cui la convergenza c’era da tempo. Ma la svolta sul doppio turno di collegio alla francese, sottolinea il quotidiano, è una assoluta novità. Non tanto per il Pd, ma per il gruppo alfaniano. Già lunedì scorso Alfano aveva lanciato un primo segnale: siamo per i collegi o le preferenze. Il nostro obiettivo è superare il Porcellum. Non va bene qualsiasi sistema che non metta al sicuro il bipolarismo. Il che significa una pietra tombale sul ritorno ad una legge proporzionale. Secondo La Repubblica verrà di fatto abbandonata la Bicamerale dei 40, si utilizzerà solo la procedura prevista dall’articolo 138 della Costituzione nella sua versione originale e, con ogni probabilità, sarà eliminata dal patto “trilaterale” anche la riforma della giustizia. “Troppe cose in un solo anno”, spiega La Repubblica. “Soprattutto sarebbe troppo divisivo un intervento consistente sull’ordinamento giudiziario”.
Forza Italia, Berlusconi
La Stampa scrive che il Nuovo Centrodestra di Alfano teme sulla riforma elettorale un “asse Pd-Forza Italia”. Renzi pensa infatti ad un Mattarellum aggiornato e corretto, quindi collegi uninominali e riduzione della parte proporzionale per trasformarla in premio di maggioranza. Una ipotesi che non sembra dispiacere a Berlusconi, che infatti ieri sera ai suoi parlamentari ha detto che, in caso di ritorno ad un sistema simile al Mattarellum, Forza Italia correrebbe da sola.
Il Giornale dà conto della riunione tenuta ieri da Berlusconi con i parlamentari di Forza Italia: “L’affondo contro Alfano: sta con chi mi ha ucciso”. Il quotidiano si occupa ampiamente anche delle parole pronunciate da Luciano Violante nel corso della presentazione del libro di Giovanni Orsina “Il berlusconismo nella storia d’Italia”: parlando della decadenza del Cavaliere dal Senato, Violante ha detto che “Silvio Berlusconi aveva il diritto di difendersi davanti alla Giunta per le Immunità del Senato. Un partito come il Pd che non è capace di garantire i diritti dei suoi avversari non è credibile”, “E’ grave che alcuni senatori abbiano espresso il loro orientamento prima di aver consultato tutti i documenti a loro disposizione”, “Il berlusconismo ha contagiato la sinistra nel senso che è stata anteposta la rivincita sull’avversario rispetto al dato programmatico che consente agli elettori di fare una scelta politica”.
Il Corriere della Sera riprende una idea lanciata nei giorni scorsi per cui Berlusconi avrebbe potuto candidarsi in un altro stato della Ue, come per esempio la Bulgaria. Ma il quotidiano sottolinea che secondo la legge elettorale bulgara, uno straniero è candidabile in questo Paese purché “non sia stato privato del diritto di candidarsi nello Stato di cui è cittadino”.
Letta, polemica con Rehn
“Una risposta a muso duro” è stata quella del premier Letta, secondo La Repubblica, alle parole pronunciate ieri al vicepresidente della Commissione (e commissario Ue agli Affari economici), Olli Rehn. Proprio in un’intervista a questo quotidiano Rehn si era detto in qualche modo “scettico” sugli sforzi di risanamento italiani. Spiega L’Unità che Rehn si era detto scettico sull’effettivo rispetto degli obiettivi di bilancio: il nodo è sempre il ritmo della riduzione del debito che -diceva Rehn, l’Italia “non sta rispettando”. I titolare dell’Economia Fabrizio Saccomanni, dagli Usa, sottolinea: “non è nulla di nuovo rispetto a quanto dichiarato già a novembre” e peraltro non c’è alcuna richiesta di manovra aggiuntiva. Di questo viaggio di Saccomanni e del messaggio inviato dal ministro agli investitori internazionali riferisce ampiamente Il Sole 24 Ore: Rehn ha ribadito -secondo Saccomanni- l’opinione della Commissione Ue, già discussa in sede di Consiglio europeo, dove peraltro è stato espresso “un giudizio assolutamente positivo su quanto l’Italia sta facendo”. Saccomanni ha poi sottolineato come ci sia “grande interesse per i titoli di Stato” e, in un’intervista al Wall Street Journal ha aggiunto che l’uscita di Silvio Berlusconi dal Parlamento faciliterà le riforme che il governo deve affrontare. Restiamo allo stesso quotidiano per dar conto della reazione del premier Letta: “Da una parte Rehn dice le cose che la Commissione ha già detto qualche settimana fa. L’Italia è un Paese serio. Le annunciate privatizzazioni e la spending review vanno fatte ed è esattamente quello che faremo”, “noi siamo sulla linea giusta, che è quella del giusto equilibrio tra i conti pubblici in ordine e la ripresa che non va soffocata”.
Su La Repubblica: “L’irritazione di Saccomanni: ‘Non ci penso proprio a dimettermi, l’Italia sta uscendo dalla crisi”. Saccomanni ha detto anche di aver parlato con il portavoce di Rehn: “Non c’è alcun attacco all’Italia, fa fede quel che decise l’Eurogruppo a novembre”, “è inutile rispondere a chi chiede le mie dimissioni”. Il riferimento è alla richiesta del capogruppo forzista Renato Brunetta.
Da La Repubblica ancora le parole di Letta. “Rehn deve essere garante dei Trattati nei quali la parola scetticismo non c’è. Quindi non può permettersi di esprimere un concetto di scetticismo, ma deve parlare di stabilità ed equilibrio finanziario”.
Il quotidiano sottolinea che sul dibattito è intervenuto anche Matteo Renzi: “Quel che dice l’Europa non è il Vangelo”, ha detto il sindaco, sottolineando come le parole di Renzi siano “da campagna elettorale” (Rehn aspira alla Presidenza della Commissione, ndr). Ma la novità evidenziata dal Sole 24 Ore è il tono delle parole pronunciate dal capo dello Stato, che in qualche modo ha appoggiato indirettamente il premier Letta: “E’ la prima volta che Napolitano usa toni così netti verso l’Europa”, scrive Il Sole. Lui, che è stato il primo interlocutore delle Cancellerie Ue nei tempi più aspri della bufera finanziaria e politica. “A livello delle istituzioni europee – ha detto Napolitano – si impone una correzione di rotta e un impegno nuovo per promuovere la crescita e l’occupazione”. La strigliata di Napolitano, commenta Il Sole, va inquadrata in un contesto che sta cambiando sotto la pressione delle elezioni europee, su cui la spinta rigorista del nord Europa potrebbe avere un effetto determinante nella affermazione dei populismi, soprattutto nell’area Mediterranea, ora che sono all’attacco sia il partito di Berlusconi che quello di Grillo.
Polemico Il Giornale: “Napolitano bacchetta l’Europa perché critica il ‘suo’ governo”, “Ma quando toccò a Berlusconi subire le ingerenze il Quirinale si schierò con i burocrati”.
Isee
Ieri il governo ha varato due provvedimenti: un riordino dell’Isee, lo strumento per la verifica dei redditi per le famiglie che chiedono esenzioni, e le norme sulla cosiddetta “terra dei fuochi”. Sull’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, il governo ha dato via libera ad un decreto della Presidenza del Consiglio che rende operativo il nuovo strumento. La Repubblica spiega che l’Isee in pratica è una sorta di “denuncia dei redditi popolare” per i più poveri. Introdotta nel 1998, serve per accedere ai servizi sociali (scontati) offerti dal welfare state italiano. Obiettivo della riforma è una maggiore equità. Ma altrettanto importante è una stretta sugli abusi ed un contrasto all’evasione. L’Isee serve per accedere ad esenzioni e sconti per prestazioni che vanno dagli asili nido alle mense, dai libri di testo alle tasse universitarie, fino all’assistenza domiciliare. E’ indispensabile anche per ottenere detrazioni Imu o assegnazione di una social card. Secondo il quotidiano la riforma cambia il peso delle tre componenti che servono a definire l’imponibile Isee: il reddito (pensione o stipendio); il patrimonio immobiliare; le rendite finanziarie (titoli di Stato, obbligazioni). Il reddito Irpef peserà di meno perché vengono introdotte detrazioni del 20 per cento fino ad un massimo di 3000 euro per il lavoro dipendente e di 1000 euro per la pensione. Ma rispetto al vecchio Isee entreranno nel paniere anche il tfr e redditi esenti dall’Irpef, come l’indennità di accompagnamento e gli assegni sociali. La casa peserà invece di più. La base imponibile che prima era costituita dalla rendita catastale base ora sarà costituita dalla rendita catastale aumentata del 60 per cento, come avviene per l’Imu. Per la prima casa è previsto uno sconto: la rendita sarà conteggiata solo per due terzi a fronte della vecchia franchigia secca di 51 mila euro. Anche per le rendite finanziarie il peso sarà maggiore: si dovranno sommare conti correnti, titoli di Stato ed altro, ma la franchigia sarà più bassa di quella attuale.
Il Sole 24 Ore: “Riccometro a misura di famiglia”. Il quotidiano spiega che si terrà conto delle caratteristiche dei nuclei familiari con carichi gravosi (con tre o più figli o con persone con disabilità). Spiega il quotidiano che si riduce poi l’area dell’autocertificazione: i dati fiscali più importanti (per esempio il reddito complessivo e i dati relativi alle prestazioni ricevute dall’Inps) saranno compilati direttamente dall’Amministrazione. Altra novità importante è la possibilità di calcolare l’Isee “corrente”, riferito cioè a un periodo di tempo più ravvicinato, in caso di variazioni del reddito corrente superiori al 25 per cento. “Non si guarderà quindi solo alle dichiarazioni dell’anno precedente, ma anche al variare delle condizioni durante l’anno”, ha detto il ministro del Lavoro Giovannini.
Sulla stessa pagina intervista al viceministro del Lavoro Maria Cecilia Guerra. “Le nuove modalità di calcolo dell’Isee favoriscono, in termini relativi, le famiglie con tre o più figli e i disabili più poveri”.
Sul decreto sulla terra dei fuochi, da segnalare l’articolo di Gian Antonio Stella, sulla prima pagina del Corriere: “La Terra dei fuochi. Un primo passo (tra lo scetticismo)”.
Internazionale
Da La Repubblica segnaliamo un’intervista a Evgenja Tymoshenko, figlia della leader dell’opposizione ucraina Yulia: chiede un’inchiesta internazionale sule violenze contro i manifestanti che contestano in questi giorni la decisione del governo Yanukovich di fermare l’Accordo di Associazione con l’Ue.
Sullo stesso quotidiano i lettori troveranno anche un’intervista alla vedova di Arafat, Suha, dopo che i periti della procura di Nanterre hanno in parte smentito la tesi dell’avvelenamento. Lei insiste: “voglio la verità”, “riuscirò a dimostrare che l’assassinio del mio compagno è uno dei più grandi casi criminali del secolo”. Crede che ci sia stato un complotto all’interno della Muqata? (sede dell’Anp, ndr.): “per il momento non voglio accusare nessuno”.
La Stampa dà conto della trattativa in corso sulla presenza Nato in Afghanistan anche dopo il 2014: si tratterebbe di lasciare 12mila uomini, ma il presidente Kharazai si oppone, teme la reazione dei Talebani che gli hanno promesso un qualche sostegno se farà andar via “gli stranieri”.
Restiamo a La Stampa per una corrispondenza dagli Usa: “‘Ipocrita e marxista’. L’America dei Tea Party contro Papa Francesco”, “Il conservatore Limbaugh: la Chiesa fattura miliardi e parla di povertà”. Il motivo degli attacchi è la “Evangelii Gaudium”: Limbaugh ha detto che il Papa “non sa di cosa si parla, quando si tratta di capitalismo e socialismo”.
I quotidiani si occupano anche di Corea del Nord: “Terremoto in Nord Corea, via lo zio di Kim”, titola L’Unità. “Il numero due del regime sarebbe stato destituito, giustiziati due suoi stretti collaboratori”. Anche su La Repubblica: “Pyongyang, l’ultima purga di Kim nel Paese affamato dal regime”. Si tratta di un reportage di Raimondo Bultrini.
Sul Corriere della Sera segnaliamo un inserto di due pagine su “la nuova carta geopolitica del petrolio”: “Perché l’Opec conta sempre di meno” (Danilo Taino), “Lo scatto Usa sull’onda dello shale gas” (Massimo Gaggi) e “Mix energetico, l’oro nero regna sovrano ma a Oriente atomo e vento alzano la testa” (Stefano Agnoli).