Per uno sciopero dei poligrafici molti quotidiani non sono in edicola.
Il Fatto: su “Politica e Affari”, “Il ‘Messaggero’ picchia. e idem dietro”, “Acea, Caltagirone & Pd all’assalto della Raggi”, “La candidata M5S a Roma annuncia che cambierà i manager della municipalizzata dell’acqua. Tre giorni dopo il titolo crolla in Borsa. Il giornale del primo azionista privato dà la colpa a lei e i renziani pure: ‘Dilettante'”.
Di fianco: “Trasporti, il ministero è indagato per i diesel”, “L’inchiesta romana sui filtri antiparticolato mette nei guai tre alti dirigenti del dicastero: sapevano che sono rischiosi per la salute e non hanno fatto niente. I reati: inquinamento ambientale e omissione d’ufficio”, “Il gip: ‘Voluta negligenza contro cittadini e ambiente'”.
Più in basso, a centro pagina, i titoli in maggiore evidenza sulle stragi di Bruxelles: “5 killer e 50 mila euro per fare 31 morti e 4 miliardi di danni”, “Guerra asimmetrica. ‘Anche Salah doveva entrare in azione a Bruxelles'”, “Un altro kamikaze della metro in fuga (oltre a quello dell’aeroporto). I juhadisti puntavano alla centrale atomica di Anversa. Ma il Belgio, dopo la mattanza, già abbassa il livello di allarme. Respinte le dimissioni del ministro dell’Interno”.
E un articolo di Stefano Feltri sul vertice di ieri a Bruxelles dei ministri dell’Interno e della Giustizia dell’Ue: “Ue, il vertice partorisce i soliti annunci (retrattili)”.
L’editoriale del direttore Marco Travaglio: “Trippe d’assalto”.
Poi un’analisi di Fabio Mini: “Da Siria e Iraq fronte anti-Isis ma senza rete”.
Di fianco: “40 anni di pena a Karadzic, boia di Srebrenica”, di Roberta Zunini.
Sul caso Regeni in Egitto: “Regeni: Al-Sisi rifila un’altra bugia all’Italia”.
In prima anche un’intervista a Giulio Anselmi: “‘Stampubblica è la prova che i giornali sono alla fine”, dice.
Il Giornale: “Nella tana delle belve”, “Il cuore nero d’Europa”, “Il nostro cronista nella casbah di Bruxelles dove crescono i terroristi del Califfo. E nella notte blitz con 5 arresti”, “Fabbriche del terrore in Italia: viaggio nelle moschee abusive”. Il cronista che offre un reportage da Bruxelles è Fausto Biloslavo. Per quel che riguarda l’Italia, il “viaggio a Milano” tra “le moschee illegali” è firmato da Alberto Giannoni.
In prima un colloquio tra il poeta siriano Adonis e Giuseppe Conte: “Adonis: ‘L’islam è feroce e vuole umiliare la libertà”.
Poi i commenti: “Schiavi del politicamente corretto” di Magdi Cristiano Allam; “Allah e Occidente sono inconciliabili” di Piero Ostellino; “Urge una ricetta liberale sui migranti” di Alessandro Gnocchi.
Sull’allarme lanciato ieri dalla Bce sui Paesi con alto debito: “Flessibilità, Draghi gela Renzi: la manovra bis è inevitabile”. Di Antonio Signorini.
Sulle primarie negli Usa un’analisi di Paolo Guzzanti: “Trump e la tentazione isolazionista”.
A fondo pagina: “Il Papa pensa a pensionare Scola”, scrive Serena Sartini.
Di fianco, un intervento di Marina Berlusconi: “‘Il giorno storico di Mondadori-Rcs”.
La foto a centro pagina è per Johan Cruijff, morto ieri: “Addio Crujiif, il genio totale che inventò i calcio moderno”.
Il Foglio ha un titolo in rosso per un commento di Giuliano Ferrara: “Senza un Dio che ci salvi. Cosa succede a un Occidente senza guida”, “Bruxelles simboleggia un mondo istituzionale non guidato e che non guida i popoli. L’ordine mondiale è inceppato. E oggi per non crepare contro le guerriglie jihadiste abbiamo bisogno di ordini e non di santuari della memoria”.
Più in basso l’editoriale del direttore Claudio Cerasa: “Guardare in faccia l’integralismo islamista. Ecco la foto che nessuno vuole guardare”. La foto in questione è quelle della bimba in lacrime e piena di sangue, all’aeroporto di Bruxelles.
Poi un articolo di Marco Valerio Lo Prete: “Diario di un’infiltrata islamica accusata di aver detto la verità su Molenbeek”. Si tratta di Hind Fraihi, giornalista d’inchiesta belga, musulmana, che nel 1976 chiese al direttore del suo giornale in lingua fiamminga “Het Niewsblad”, di concederle due mesi di tempo per raccontare il quartiere di Molenbeek. Fu accusata -scrive Lo Prete- di islamofobia e “messa all’indice dal sindaco socialista e multiculti di Molenbeek”.
Sulla colonna a sinistra: “Lo specialista israeliano in aeroporti ha la ricetta per la sicurezza in Belgio”, “Troppo amore per la liberté e disprezzo per il controllo degli estremisti, così la politica ha reso Bruxelles inerme”, “‘Per esempio: Roma’”. Lo specialista israeliano è Leo Gesler.
Più in basso: “J’accuse a Bruxelles”, “Un ex dell’intelligence spiega perché il Belgio ha ignorato l’ascesa della minaccia islamista”. Si tratta di Bernard Snoeck, il suo intervento su www.intelligencesecurity.org viene riprodotto a pagina 3.
A fondo pagina, a firma di Adriano Sofri: “Che cosa ci dice sulle guerre di religione la condanna a quarant’anni di Karadzic”.
Sulla colonna a destra: “Accelera la rivoluzione del credito italiano. Le scelte di Draghi e Renzi”, “I massicci interventi per scongelare il ‘bancocentrismo’: Popolari, Bcc, fondazioni, bail-in e fusioni. Dossier”, “Rassicurante flop Bpm-Banco”.
Poi un intervento di Vincenz Boccia, candidato alla giuda di Confindustria: “Io, il governo, il lavoro”, “Le imprese devono aiutare Renzi sulla produttività”.
Sotto la testata: “Il grande studio di Harvard sulla felicità adulta è stato superato da Bruxelles. Le belle speranze e la paura”, di Annalena.
Bruxelles
Su Il Fatto: “Un’altra Primula rossa in fuga. Salah doveva partecipare alla strage”, “Si cerca il terzo uomo del metrò. Il livello di emergenza scende da 4 a 3, come prima degli attentati. Respinte le dimissioni dei ministri”. A pagina 3 il reportage di Leonardo Coen da Doel, città nelle Fiandre occidentali, dove ha sede una centrale nucleare: “La minaccia atomica nel Paese fantasma, ‘Pedinavano dirigente di un mini-reattore'”, “A Doel. sette giorni fa è scattato il piano di massima sicurezza, i tecnici ridotti al minimo”.
A pagina 4 un articolo di Enrico Fierro sulle “mille facce di Salah” Abdelslam: “La ‘pedina’ Abdelslam tra l’avvocato-star e i segreti dei terroristi”. Salah “cambia ancora versione: ‘Voglio essere estradato in Francia’. Dal giallo della cattura alle trame del suo legale Sven Mary”.
Su Il Giornale: “‘Gli attentatori? Non li conosco’. Ma Salah doveva sparare con loro”, “Nuovi dubbi sulle sue dichiarazioni: per gli inquirenti era pronto a colpire in centro mentre il commando faceva esplodere metro e aeroporto. E ora dice sì all’estradizione in Francia”, scrive Francesco De Remigis.
In basso il ritratto dell’avvocato di Salah tracciato da Giuseppe Marino: “Messaggi trasversali, pugni e cavilli: l’avvocato del diavolo odora di zolfo”, “Ha difeso i peggiori, incluso il complice di Dutroux e i duri islamisti. Ma con l’attentatore di Parigi è diverso: troppe mosse sospette”.
Un altro articolo su Il Fatto di Federico Coen da Bruxelles racconta “il lato finanziario della ‘guerra’”: “Attacco jihad al capitale: quattro miliardi di danni”, “Bruxelles, con 50 mila euro ‘investiti’ in esplosivi e costi logistici, gli attentatori hanno affondato lo 0,9% del Pil del Belgio”.
A pagina 6 de Il Giornale Gian Micalessin, in un’analisi: “I due kamikaze arrestati e poi subito rilasciati. Tutti gli errori dei belgi”, “I fratelli Baraoui erano già stati fermati ma non considerati pericolosi. E’ solo l’ultimo disastro dell’autorità Bruxelles”.
Su Il Giornale: Volevamo fare saltare in aria la centrale di Thiange”, “Il progetto dei jihadisti era quello di far esplodere uno dei reattori e causare migliaia di morti in tutta Europa. Nella motta blitz nel quartiere Schaerbeck, esplosioni, 5 arresti”. Ne scrive Luigi Guelpa.
Stefano Feltri su Il Fatto: “Ue, nuove misure anti-terrore destinate ad impantanarsi”, “Al summit i ministri assicurano informazioni condivise e più controlli alle frontiere. Come dopo ogni attentato”.
Ne scrive anche il generale Fabio Mini: “I nostri errori che aiutano l’Isis”, “Integrare l’intelligence non basta. E nessuno vuole farlo per davvero”.
Su Il Giornale: “Così l’intelligence europea prova a copiare l’anti-mafia”, “Poca condivisione di dati e troppe gelosie: i Paesi cercano di superare i limiti dei servizi segreti. Puntando sul coordinamento, come in Italia”, scrive Anna Maria Greco. Per Salvatore Tramontano, che firma un editoriale in prima, è “La guerra chiacchiere e distintivo” (“Siamo in guerra e non l’abbiamo dichiarata noi”, “non è razzismo. E’ sopravvivenza”).
Su Il Foglio: “Il baco dell’antiterrorismo”, “Super procura europea? Bene. Ma Orlando ricordi cosa è successo con la procura antimafia in Italia”, “le ragioni nobili del coordinamento e dei maggiori poteri, dal 1992, si sono scontrati con il feudalesimo giudiziario”, scrive Giuseppe Sottile.
Ancora su Il Giornale: “In Olanda si tifa Jjihad: a favore 8 islamici su 10”, “I risultati choc di un sondaggio tra i giovani musulmani prima dell’attacco a ‘Charlie Hebdo’ A Londa un quinto è favorevole ai combattenti”, scrive Massimo Malpica.
La “provocazione” di Livio Caputo su Il Giornale: “Via dal Belgio, cambiamo capitale all’Ue”, “Bruxelles troppo islamizzata e fuori controllo, meglio puntare su Lussemburgo”.
“E se fosse il Kosovo la capitale dello Stato islamico in Europa?”, chiede su Il Foglio Cristina Giudici (“La rotta degli aspiranti jihadisti che non sono cresciuti in Europa ma che attraversano l’Italia subito dopo la radicalizzazione”).
Su Il Foglio: “I nemici dell’Occidente”, “L’origine della guerra totale dell’islam politico a libertà, mercato e secolarizzazione”, di Luciano Pellicani. Si tratta di tralci del libro di Pellicani “L’Occidente e i suoi nemici”.
Il caso Regeni
Su Il Fatto: “Regeni, l’Egitto ci riprova e punta su una banda locale”, “I media: ‘5 sequestratori uccisi dalla polizia. Nesso con il caso del ricercatore'”, “Scetticismo italiano. Il team di investigatori al Cairo chiede un incontro, rinviato per tutto il giorno”.
Karadzic
Su Il Giornale: “Karadzic condannato a 40 anni, ‘E’ colpevole di genocidio'”, “Il Tribunale dell’Aja: l’ex leader serbo responsabile della strage di Srebrenica dove morirono 8mila musulmani. Altri 10mila morti nell’assedio a Sarajevo”. Ne scrive Riccardo Pelliccetti.
Usa
“La psicosi del terrorismo piomba sulle primarie Usa”, “Trump: ‘Appena insediato porterò l’ambasciata americana in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme, che ne è la vera capitale'”. Ne scrive Paolo Guzzanti su Il Giornale.
E poi
Su Il Giornale: “Ma il Califfo perde terreno in Irak e in Siria”, “Lo Stato islamico subisce dure offensive a Palmira (dove prova a resistere) e a Mosul”.