I titoli dei quotidiani fanno prevalentemente riferimento alle parole del presidente del Consiglio nel corso della direzione del Pd di ieri pomeriggio, che inevitabilmente si è concentrata soprattutto sul caso “Tempa Rossa” in Basilicata e sul referendum del 17 aprile sulle trivellazioni. Altro tema a questo connesso riguarda il ministro Boschi, che ieri è stata ascoltata dai pm dell’inchiesta di Potenza.
Il Corriere della Sera: “Renzi accusa i pm di Potenza”, “‘Non arrivano mai a una sentenza’. Boschi ai magistrati: io sempre corretta”, “La ministra ascoltata a Palazzo Chigi. Nelle nuove telefonate i nomi di Guidi e altri politici”.
Con un commento di Goffredo Buccini: “Il Sud del ‘non si può’ che fa la guerra al premier”, “Da Emiliano a de Magistris”.
E Massimo Gaggi firma un’analisi dal titolo “In America a lezione di lobby”, “Come funziona negli Usa”.
A centro pagina: “Conti segreti a Panama. L’Italia chiederà i dati”, “Tra le carte anche Inter e Finmeccanica”.
E il retroscena di Federico Fubini: “Denunce e rientro. La doppia strategia per il governo”.
Di spalla a destra: “perché Obama con l’Isis si sta giocando la Storia”, di Franco Venturini.
A fondo pagina: “‘Riina, mio padre’. Una vita con il boss”, “La biografia del figlio del capo dei capi. Aneddoti e omissioni: dalle cene alle stragi di mafia”. Ne scrive Giovanni Bianconi.
In prima anche il caso Regeni: “Regeni, il vertice slitta a giovedì”, scrive Ilaria Sacchettoni.
Di fianco: “Cresce il reddito (e la prudenza)” nelle famiglie, di Dario Di Vico.
L’editoriale in apertura a sinistra è firmato da Gian Antonio Stella ed è dedicato ai numeri del turismo in Italia: “la grande bellezza (sprecata)”.
La Repubblica: “Scandalo petroli, Renzi sfida i giudici. Boschi ai pm: non ho subito pressioni”, “‘Quella procura mai arrivata a sentenza’. Cuperlo: non sei un leader- Potenza, nuovi indagati”.
E il “retroscena” di Goffredo De Marchis: “‘Basta umiliazioni alla politica’” (frasi attribuite allo stesso Renzi, ndr.).
Di fianco, un’analisi di Piero Ignazi: “Le relazioni pericolose”.
A centro pagina, con foto della manifestazione di ieri a Reykyavik contro il premier islandese Gunnlaugsson, coinvolto nello scandalo Panama Papers: “Panama, il fisco a caccia dei conti italiani”, “Inchieste in tutto il mondo. Tra i rifugi degli evasori spuntano anche gli Usa”.
Di spalla a destra, una lettera al direttore dell’ex presidente Giorgio Napolitano: “Il Brennero deve unirci. Cara Vienna non chiuderlo”.
In apertura a sinistra un editoriale dell’ex direttore Ezio Mauro: “Come innaffiare la rosa appassita del riformismo”.
A fondo pagina: “L’ultima corsa delle biciclette”, “I sindaci: ‘Troppi ciclisti indisciplinati’. Scattano multe e divieti”. Se ne occupa Franco Vanni da Milano.
Poi la polemica sulle adozioni: “Caos adozioni, dalle associazioni appello al governo: ‘Vanno sbloccate'”, “‘Procedure ferme da oltre due anni”.
La Stampa: “Petrolio, tutti i no della Boschi ai pm”, “La ministra sentita nel suo ufficio tiene testa ai magistrati: mai ricevuto pressioni. Renzi: le inchieste lucane non arrivano a sentenza”, “Anche i periti nel mirino della Procura: truccarono le relazioni su intervento dell’Eni”.
“Il premier si difende attaccando”, scrive in un commento Federico Geremicca.
E più in basso: “In direzione battaglia sul leader”, “Cuperlo: non sei all’altezza. La replica: la mia è una sinistra moderna che crea lavoro”.
In prima anche l’intervista a Romano Prodi: “‘Europa in crisi, i partiti tradizionali non danno risposte'”. Poi i titoli da Bruxelles sulla crisi dei migranti: “La Commissione discute sulla revisione di Dublino: superata la quota-Paese, i profughi vanno ridistribuiti”.
A centro pagina: “Il Fisco: vogliamo i conti di Panama”, “Nella rete migliaia di tedeschi e 28 banche. Putin: ‘E’ solo una montatura della Cia’”.
Paolo Mastrolilli intervista lo scrittore americano Jonathan Franzen, che dice: “‘Quest’inchiesta è l’esempio di quello che racconto nel mio romanzo, ‘Purity’, quando parlo della possibilità di far convivere leak e giornalismo. Ci servono entrambi.
Ancora su questo tema un commento di Massimo Russo: “L’infoguerra tra poteri a colpi di leak”.
Il Fatto: “Regeni, lo slalom del Cairo sul vertice con i nostri 007”, “Al Sisi, ultimo schiaffo. Rinviato l’incontro a Roma. Si terrà davvero?”, “Gli egiziani dovevano consegnare i dossier dell’inchiesta: tutto slittato a giovedì. La Reuters: ‘Incontro saltato del tutto'”.
Con i commenti di Armando Spataro (“La magistratura di Roma ha già fatto il massimo”) e di Antonio Ingroia (“Delitto politico: si può indagare anche all’estero”).
Il titolo che ha maggior rilievo si trova a centro pagina: “Renzi dichiara guerra ai pm che osano disturbare la Boschi”, “La gaffe. Chiede sentenze proprio mentre il Tribnale di Potenza condanna la Total”, “Mentre la Procura sente per due ore la ministra a Palazzo Chigi, direzione Pd agitata per il premier. Emiliano gli dice che non studia e Cuperlo che non ha ‘la statura del leader’, ma solo ‘l’arroganza del capo’”.
“Tempa Rossa la trionferà” è il titolo dell’editoriale del direttore Marco Travaglio.
A centro pagina anche i Panama Papers: “I Panama files scatenano una nuova guerra fredda”, “Putin grida al ‘complotto della Cia’”.
Sull’accordo Ue-Turchia che è in applicazione da ieri: “Migranti, l’accordo Ue col buco: per due espulsi ne arrivano tre”.
A fondo pagina, su Raffaele Sollecito (caso Meredith): “Sollecito, intenditore di delitti”, “In tournée. Assolto dall’omicidio Meredith, pontifica su Mediaset e fa serate”.
Libero: “Renzi cade nel pozzo”, “Il premier attacca i magistrati: le loro inchieste non arrivano mai a sentenza. Ma lo fa nel giorno in cui a Potenza condannano i dirigenti Total. Una gaffe dettata dal nervosismo e dalle elezioni che avanzano. Boschi interrogata: sorride ma non dice perché il suo ministero spingeva per l’emendamento”, “E mezzo Pd: non sei un leader”.
A questo tema è dedicato l’editoriale del direttore Maurizio Belpietro e un articolo di Franco Bechis dal titolo che, in riferimento al “ragazzo della Guidi”, descrive “il conflitto di interessi nella coppia di fatto”.
Più in basso,con caricatura del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: “L’unico governatore che taglia le tasse”.
Poi un articolo di Sandro Iacometti: “Il salvataggio di Banca Etruria fa salire la pressione fiscale”, “Disoccupazione: su nella Ue, giù in Italia”.
Il Giornale: “Gli ottocento italiani con i soldi a Panama”, “Nella lista non solo vip e politici. E l’Agenzia delle Entrate chiede nomi e cifre”, “verso una nuova proroga allo scudo fiscale”. “E’ l’inferno fiscale che genera il paradiso fiscale”, scrive Carlo Lottieri.
Poi, con foto del candidato sindaco a Milano del centrosinistra Giuseppe sala: “La casa ‘fantasma’ di Sankt Moritz mette nei guai Sala. Ora rischia il processo”.
In apertura a sinistra “Il caso Guidi”: “Boschi sotto torchio: interrogata per due ore. E il Pd va in pezzi”, “Renzi attacca i pm e Cuperlo lo sfida: inadatto. Mozione di sfiducia di Lega, Fdi e Cinque Stelle”.
“Petrolio, meglio poco che niente” è il titolo di un editoriale di Vittorio Feltri sul petrolio in Basilicata.
A centro pagina: “Il Ppe boccia Alfano: niente simbolo”, “Angelino sconfessato: Ncd non potrà usare il logo dei Popolari europei”.
Pd, trivelle, inchieste di Potenza.
Ieri il ministro Boschi è stata ascoltata a Palazzo Chigi come persona informata dei fatti dai pm che indagano sul caso petrolio in Basilicata che ha portato alle dimissioni di Federica Guidi da ministro dello Sviluppo economico. I pm vogliono capire se ci siano state pressioni per l’approvazione dell’emendamento relativo all’impianto di Tempa Rossa. “La Boschi ai pm: ‘Nessuna pressione'”, titola La Stampa a pagina 2. Grazia Longo scrive che la ministra ha negato qualsiasi sponsorizzazione di qualsiasi genere per l’emendamento alla legge di Stabilità del 2105, che aggiunge opere come quelle per l’impianto di Tempa Rossa tra quelle la cui approvazione compete al governo. “‘Domani passa l’emendamento…è d’accordo anche Maria Elena’”, diceva al telefono l’ex ministra Guidi al fidanzato Gianluca Gemelli il 13 dicembre 2014. Secondo la procura, l’emendamento avrebbe favorito le aziende di Gemelli con un guadagno di 2 milioni e mezzo. Ma la Boschi ha ribadito che si è trattato di una scelta fortemente voluta dal governo, “slegata da interessi perorati da chicchessia”.
Sul Corriere, pagina 2, le parole della Boschi: “‘Parlai con Guidi, è il mio compito'”, “I pm lucani sentono Boschi a Palazzo Chigi. Il procuratore: era necessario. La trasferta per chiarimenti sull’emendamento per ‘Tempa Rossa’”.
A pagina 3 Fiorenza Sarzanini: “Nell’inchiesta nuove telefonate con Gemelli. L’ex ministra in settimana sarà a Potenza”, “per i magistrati altri politici agirono per raggiungere il risultato voluto dalla Total”. Anche Guidi verrà ascoltata come persona informata dei fatti e dovrà ricostruire quanto accadde tra l’ottobre 2014 -quando fu bocciato l’emendamento inserito nella normativa Sviluppo Italia- e dicembre dello stesso anno, quando arrivò invece il via libera alla legge di Stabilità che conteneva il provvedimento. Più volte il dirigente della Total Cobianchi parla con Gemelli delle pressioni esercitate su ministri e il 23 ottobre spiega, al telefono: “lei sa che c’è una parte importante del progetto che si sviluppa a Taranto e la situazione è anche abbastanza complessa diciamo, suindi, stiamo cercando”, “so che anche a livello centrale con i ministeri, insomma i colleghi di Roma hanno dei contatti continui, frequenti, quindi mi auguro che quello che viene dichiarato a livello governativo poi possa trovare applicazione, insomma”. Il fatto che Cobianchi parli al plurale, pe ri magistrati sarebbe la conferma che oltre alla Guidi anche altri si siano adoperati in quei due mesi per raggiungere il risultato.
Ancora su La Stampa si parla di un nuovo filone dell’inchiesta dello scandalo petrolio: ci sarebbero state pressioni dei periti dell’Eni sui consulenti della procura per falsificare la relazione sull’inquinamento ambientale a favore dell’azienda. La nuova tranche nasce dalla costola di indagini relativa al capitolo del traffico illecito di rifiuti.
Francesco Grignetti su La Stampa, in un “retroscena”, si occupa del compagno di Federica Guidi: “‘Quello lì è il marito di un ministro’. Così Gemelli aprì la strada alla Total”, “Nel settembre 2014 il primo incontro: spunta la stella del compagno della Guidi”.
Per Il Fatto (pagina 2): “La Boschi conferma ai pm gli incontri tra i petrolieri francesi e il suo ufficio”.
La Repubblica: “La trincea di Maria Elena: ‘Non ho subito pressioni, volevo solo opere più veloci'”, “La Boschi ripete che la priorità erano i posti di lavoro. Spunta una nuova intercettazione in cui la Guidi piange e dice al compagno: ‘Mi stai utilizzando'”. L’articolo di Giuliano Foschini fa riferimento quindi alla posizione dell’ex ministro Guidi, che potrebbe nelle prossime ore farsi più delicata per via di alcune telefonate in cui sembra accorgersi, ad un certo punto, che il fidanzato aveva messo la sua posizione a disposizione di altri interessi. Tanto da scoppiare in lacrime in un colloquio con il compagno registrato dalla Polizia di Potenza.
L’Unità riproduce il testo della relazione introduttiva di Matteo Renzi ieri alla Direzione Pd, riassumendola con il titolo “Non è reato sbloccare le opere”.
La Repubblica, pagina 2: “Renzi contro la procura, ‘Mai arrivata a sentenza’. Cuperlo: non sei leader”, “Dopo l’attacco ai pm lucani la notizia del verdetto su Total. Pd, offensiva della minoranza in direzione”. E Goffredo De Marchis, in un “retroscena” sulla “strategia de premier nel rapporto con le toghe” dà conto della reazione del Presidente de Consiglio, che avrebbe spiegato ai collaboratori: “ci hanno screditato, hanno sputtanato la politica, mi sembra ovvio sfidarli a mostrarci i risultati”. Per De Marchis “il leader Pd non vuole attaccare tutta la magistratura ma sfidare la procura di Potenza”.
Il quotidiano intervista il segretario dell’Anm Maurizio Carbone, che dice: “Così si delegittimano inchiesta e magistrati”.
“Diciamolo, questa è sfiga”, scrive Marco Travaglio su Il Fatto in riferimento alla coincidenza per cui proprio nelle ore in cui Renzi, in direzione Pd, dichiarava guerra alla Procura lucana dicendo che ci sono indagini a Potenza che non sono mai arrivate a sentenza, a Potenza è arrivata una sentenza: “e non una a caso: proprio quella sui vertici della Total e su alcuni imprenditori e amministratori locali per le tangenti sull’appalto truccato del Centro Oli Tempa Rossa, in seguito a un’inchiesta del 2008 del pm Henry John Woodcock. Una raffica di condanne in tribunale per turbativa d’asta, concussione, corruzione, truffa aggravata e favoreggiamento. Tra i condannati, l’ex ad di Total Lionel Lehva e gli ex manager della compagnia Paul juguet, Roberto Pasi e Roberto Francini. Il 20 dicembre 2007, nella sede Total di Potenza, si discuteva di come scambiare le buste per far vincere la gara all’imprenditore Francesco Ferrara”. A pagina 3 l’articolo di Marco Lillo: “Il premier chiede sentenze e i giudici condannano Total”, “Pene da due a sette anni, in un’altra inchiesta, per gli ex vertici della compagnia petrolifera”.
A pagina 2 de Il Fatto: “Emiliano sul petrolio dà scacco matto a Renzi”. Qui i titoli si riferiscono allo scontro nel corso della direzione Pd di ieri.
Panama Papers
Su La Stampa: “Lo scandalo si allarga: 28 banche e migliaia di tedeschi coinvolti”, “Politici e vip smentiscono, nei file anche affari con Paesi della black list”.
E sui “potenti nel mirino” un articolo di Cecilia Attanasio Ghezzi da Pechino (“Comunisti e grandi evasori. I familiari dei leader cinesi nell’indagine sull’offshore”) e di Anna Zafesova sulla Russia (“La difesa degli uomini di Putin ‘Campagna contro il presidente. Siamo sotto attacco della Cia’”). Sul fronte italiano un retroscena di Alessandro Barbera e Francesco Spini: “Parte l’indagine del fisco italiano, ‘Dateci la lista dei nostri evasori'”, “La Procura di Roma verso l’apertura di un suo fascicolo. Unicredit e Ubi si difendono: agito secondo regole”.
E il quotidiano intervista lo scrittore americano Jonathan Franzen: “In questo caso la collaborazione fra leakers e giornalisti funziona”, dice a Paolo Mastrolilli.
Su Il Sole 24 Ore in un’analisi Ugo Tramballi scrive che è “il vero primo scandalo geopolitico globale”.
Sul Corriere: “Panama Papers, via alle inchieste. Putin: c’è la mano degli agenti Cia”, “Dalla Francia all’Australia i pm in azione azione. Cameron sotto pressione per il padre”. Di Stefano Montefiori.
E sulla stessa pagina: “Il premier dell’Islanda scoperto in diretta tv: ‘Ma non mi dimetto'”.
E poi
Sul Corriere un commento di Franco Venturini: “Perché Obama con l’Isis si sta giocando la storia”, “Il bivio. Il presidente è alla vigilia della scelta più difficile: scendere a compromessi con Mosca, oppure uscire dalla Casa Bianca senza aver davvero affrontato quella che definisce la più terribile minaccia che pesa sull’Occidente”.
Il Foglio intervista Beppe Grillo: “‘ Mi sono trovato a fare il leader, ora non lo sono più'”, “‘La tv? Il contenitore è esaurito, prim’ancora che contenuto'”.
Su La Stampa: “Crisi economica e corruzione. Brasile diviso sulla fine di Dilma”, “Impeachment più vicino per la presidente mollata dagli alleati. La borghesia in festa, Lula e gli intellettuali difendono la leader”.