Le aperture
Il Corriere della Sera: “Pagamenti più veloci alle aziende. Ma niente spiagge all’asta e saldi liberi. Sciopero dei benzinai. Compensi dallo Stato alle imprese entro 60 giorni o maxi-interessi. Si tratta sui taxi”.
La Repubblica: “Imprese, lo Stato paga in Bot. Oggi le liberalizzazioni. Blitz della Finanza nella sede di S&P. La novità nel decreto del governo. Rivolta di tassisti e benzinai. La Siclia paralizzata dallo ‘sciopero dei forconi'”. Di spalla: “Il capitano e la ballerina, vino e bravata in plancia nella notte del naufragio”.
Il Sole 24 Ore: “Tutte le novità per famiglie e imprese. Debiti dello Stato pagati con Btp, meno costi per le nuove aziende, risparmi su trasporti ed energia. I conti della deregulation: i consumi salirano dell’8 per cento e i salari reali del 12. Bollette e farmaci meno cari”. A centro pagina il punto sui debiti degli Stati europei: “Tassi, scende la tensione: spread a quota 451. Il successo delle aste in Francia e Spagna e i rialzi dei bancari spingono i listini. Sale l’ottimismo sul negoziato in Grecia”.
La Stampa: “In piazza protesta selvaggia. Liberalizzazioni, oggi il primo ok in Consiglio dei ministri. Sul piede di guerra anche avvocati, farmacisti e ferrovieri. Tregua con i tassisti, ma la base si ribella. Benzinai, dieci giorni di sciopero”. A centro pagina: “Allarme meteo, la Concordia può inabissarsi”.
Libero: “Liberalizzazioni bluff. Altro che ‘cresci Italia’. I provvedimenti di Monti sono timidi e non possono funzionare con questa pressione fiscale. Caos taxi: il governo trova l’intesa con i sindacati, ma gli autisti mandano tutto all’aria”.
Il Giornale: “Napolitano vuole il bis. Il presidente della Repubblica prepara il terreno per ottenere la riconferma nel 2013. Cerca di approfittare del vuoto della politica. Ma nessuno è rimasto a Colle per due mandati”. A centro pagina, con foto: “Basta capri espiatiori, basta eroi. La misteriosa ballerina moldava: ‘Schettino ci ha salvati, ma non è il mio amante'”.
Liberalizzazioni
Il Corriere immagina graficamente una “strada delle liberalizzazioni” cercando di calcolare, seguendo le stime di Adiconsum, il risparmio medio per una famiglia di 4 persone (reddito 80 mila euro lordi l’anno) se si avviassero vere liberalizzazioni. 350 Euro potrebbero risparmiare i consumatori sull’RCauto, anche grazie alla installazione della scatola nera sulle vetture (i costi sarebbero a carico delle compagnie, che però ridurranno gli sconti, come spiega il quotidiano in un articolo ad hoc). 100 euro verrebbero risparmiate nel settore taxi grazie all’aumento del numero delle licenze, degli orari, e, soprattutto, da tariffe più flessibili che potrebbero innescare meccanismi di concorrenza. 400 euro arriverebbero dalla abolizione delle sue tariffe minime per gli studi legali, con l’obbligatorietà di un preventivo da presentare al cliente, mettende il cliente al riparo la revisione al rialzo. 250 euro per i carburanti, grazie alla abolizione dei limiti agli impianti self service fuori dai centri abitati e dalla cancellazione dell’esclusiva per i produttori, poiché i proprietari degli impianti e i gestori potrebbero rifornirsi da più produttori. Per la spesa farmaceutica ci sarebbero risparmi di 70 euro grazie all’obbligo per il medico di invididuare nella ricetta il farmaco generico e meno caro, ma anche dalla liberalizzazione degli orari di apertura delle farmacie.
Tutti i quotidiani si occupano ampiamente di quello che è stato chiamato “il movimento dei forconi”. Il Sole 24 Ore scrive che da lunedì la Sicilia è in mano ai camionisti dell’Aias, capeggiati da Giuseppe Richichi, quello stesso che paralizzò l’isola 12 anni or sono; insieme a lui c’è il movimento politico di Forza D’Urto, i pescatori e il movimento degli agricoltori dei forconi, con a capo Martino Morsello, con un contorno di Agit Prop vagamente schierati politicamente, poiché c’è lo zampino dei neri di Forza Nuova, ma anche consiglieri del Movimento per le autonomie (il partito del governatore Lombardo). Per il quotidiano di Confindustria resta poco chiara la piattaforma rivendicativa, anche se al centro di tutto c’è l’aumento del costo dei carburanti e dei pedaggi autostradali. L’assemblea tenuta ieri sera a Catania ha sancito una spaccatura tra Richichi, che vorrebbe interrompere la protesta, e Morsello, che vorrebbe andare avanti. Abbiamo citato Il Sole 24 Ore perché ospita una intervista al Presidente di Confindustria Lo Bello, che ieri ha denunciato infiltrazioni mafiose. Spiega Lo Bello: “la criminalità organizzata è stata oggetto di una forte attività repressiva da parte delle forze dell’ordine, e il mondo imprenditoriale ha preso coscienza che occorre combatterla. Quindi la mafia tenta di distogliere l’attenzione da sè e di mandare segnali a qualuno”.
Precisa Lo Bello: “Intendiamoci: non penso che la manifestazione sia guidata dalla mafia. Ma nei blocchi di Agusta e Lintini abbiamo avuto prova di presenza mafiosa”. E poi: “Da una parte sono all’opera i professionisti dei blocchi”, dall’altra il movimento dei forconi, “i cui dirigenti hanno avuto e continuano ad avere esperienze politiche”. “Al loro seguito si muove una quantità di gente comune che manifesta in modo genuino: artigiani, commercianti, pensionati, disoccupati”:
Secondo Aldo Cazzullo, che si occupa della rivolta dei forconi sul Corriere della Sera, è facile che una rivolta spontanea si presti ad essere “infiltrata, strumentalizzata, deviata”: “Il paradosso della Palermo di oggi è che pure la mafia è andata in crisi”, poiché “il welfare mafioso si sta prosciugando” dopo i colpi inferti all’organizzazione da magistratura e forze dell’ordine, e non è più in grado “di finanziare come un tempo interi quartieri”.
Capitalismo, Procure
Il Corriere riproduce un ampio stralcio dell’ultimo saggio di Giulio Tremonti dal titolo “Uscita di sicurezza”: “A partire dalla globalizzazione, in questa nuova e contemporanea storia, il nucleo finanziario iniziale del capitale circolante ha accumulato in sé tanta forza da generare un nuovo, mai visto prima, tipo di capitale: il capitale dominante, alla base del superpotere transnazionale del potere finanziario, ciò che esprime configura, nella sua forma ultima, l’odierna dittatura del denaro”. Secondo Tremonti, Stati governi e popoli sono “vittime del mercatismo degenerato nell’assolutismo del mercato finanziario”, ed è per questo necessario separare radicalmente “economia produttiva” da “economia speculativa”, tutelando la prima e neutralizzando invece la “bisca finanziaria”.
Il Pm della Procura di Trani Michele Ruggiero, ieri è andato in trasferta a Milano per seguire le perquisizioni della Guardia di finanza negli uffici della Standard & Poor’s. Spiega La Stampa che l’agenzia di rating è accusata di aver elaborato e diffuso giudizi “falsi, parzialmente infondati o comunque imprudenti, tendenziosi e scorretti” sul sistema economico finanziario e bancario italiano. L’inchiesta è partita l’estate scorsa a seguito degli esposti di associazioni dei consumatori in corrispondenza del downgrade del rating italiano. L’inviato a Trani descrive “la Procura vista mare che va a caccia di potenti”, e ricorda le indagini nei confronti dell’ex governatore di Bankitalia Fazio per la vicenda della Banca 121, quella su Berlusconi (attraverso le intercettazioni che riguardavano Augusto Minzolini al telefono con il commissario AgCom Innocenzi) e le pressioni perché non andasse in onda Santoro. Nei mesi scorsi sono stati sentiti l’ex governatore di Bankitalia Draghi, l’ex premier Prodi, l’ex ministro Tremonti, in qualità di persone informate sui fatti. Il quotidiano racconta anche che consulenti e investigatori della finanza si sono recati negli Stati Uniti, per chiedere al dipartimento di giustizia Usa il rapporto del Presidente Obama sulla Standard & Poors, che il 5 agosto declassò gli Usa dalla tripla A. “Se Monti e Sarkò tacciono, ci pensa il Pm di Trani”, è il titolo di un commento di Francesco Manacorda sul quotidiano torinese.
Anche sul Corriere il ritratto del Pm di Trani Ruggiero, “il magistrato di Trani che sogna di processare Wall Street”, sfruttando le pieghe del codice di procedura penale che attribuisce la competenza sui “reati di pericolo”. Secondo il Corriere da oltre un anno e mezzo il Pm studia e scruta i sistemi finanziari, ed avrebbe convocato nei mesi scorsi anche Corrado Passera, allora a capo di Intesa SanPaolo, nonché Giuseppe Mussari. Si muove in tandem con la Consob di Giuseppe Vegas.
Il Sole 24 Ore scrive che gli atti relativi alle verifiche della Guardia di Finanza a Milano sono già arrivati nei giorni scorsi sul tavolo del Procuratore aggiunto del capoluogo milanese Francesco Greco: dovrà valutare se esistano gli estremi per l’apertura formale di una inchiesta che, al momento, non è stata ancora avviata.
Costa Concordia
Il Corriere della Sera intervista Pierluigi Foschi, presidente e Amministratore delegato di Costa Crociere. Dice che il comandante è sempre stato considerato “molto valido tecnicamente” ma potrebbe avere “qualche piccolo problema caratteriale”, “gli piaceva apparire”. Sulla telefonata che il comandante avrebbe avuto con Ferrarini, responsabile dell’unità di crisi, Foschi dice che il colloquio si è verificato alle 22.05, cioé, “se è corretto ciò che leggo sui giornali, 20 minuti dopo l’incidente. Troppi”. Ma sottolinea anche che “il codice di navigazione attribuisce al comandante potere assoluto, l’armatore non può intervenire a modificarne le decisioni”.
La Stampa si occupa del sistema satellitare Ais, che fornisce le rotte di tutte le navi, segnalando ogni dieci secondi gli avanzamenti, le velocità, le correzioni. Un appalto costato allo Stato due milioni di euro che dovrebbe garantire una certa tranquillità in caso di problemi. Ma i brogliacci della capitaneria del porto di Livorno non registrano il percorso alle 22, ovvero quasi venti minuti dopo l’impatto della Concordia: l’operatore in servizio alla sala radio segna sul brogliaccio che il traffico marittimo quella sera è regolare.
Pd, Pci
Inizia oggi l’assemblea nazionale del Partito Democratico, e il Corriere scrive che il Pd continua a crescere nei sondaggi, perché sarebbe arrivato a quota 30 per cento: ma la cifra non può essere presa nel suo valore assoluto, perché pesa, in tutte le rilevazioni, l’astensionismo crescente, e parallelamente in tutta Italia monta quella che il quotidiano definisce “l’insoddisfazione del popolo della sinistra”. Si cita l’opinione del governatore della Toscana Enrico Rossi: “O la sinistra ritrova la sua identità o sarà fagocitata dalla svolta tecnocratica”. Il Corriere ricorda anche che domenica debutterà un nuovo, possibile movimento, che vede insieme Vendola, Luigi De Magistris, il sindaco di Bari Emiliano e il leader della Fiom Landini.
Su La Stampa si parla di un libro, scritto dal giornalista de L’Espresso Marco Damilano: “Eutanasia di un potere”. Il libro offre una rilettura del biennio 92-93, attraverso le testimonianze di alcuni protagonisti della vita politica ed economica italiana. “La più spiazzante è quella proposta dall’ingegner De Benedetti”. Quando gli si chiede una opinione sul pool Mani Pulite, l’Ingegnere dice: “In quella operazione certamente il Pci è stato protetto, perché sia Borrelli che D’Ambrosio volevano distruggere un sistema di potere, non tutti i partiti”. Della guerra per il controllo della Mondadori, dice: “A Berlusconi della Mondadori non interessava niente, il compito che gli aveva affidato Craxi era ‘conquistare Repubblica’”. Poi racconta di un incontro con Andreotti, che si opponevaa Craxi e lo chiamò a Palazzo Chigi dicendogli: A lei la Mondadori non la daremo mai, ma non permetterò che Berlusconi si impossessi di Repubblica, e quando uscirà troverà in anticamera chi le può dare una mano”. E nell’anticamera c’era Luigi Bisignani.
Internazionale
I quotidiani raccontano quella che, ad esempio, Federico Rampini su La Repubblica definisce la “spettacolare rimonta” del Repubblicano Newt Gingrich alle primarie. L’ex presidente della Camera, leggendario avversario di Bill Clinton, si sta prendendo una rivincita, allorché Mitt Romney credeva di averlo affondato per sempre, nell’Iowa e nel New Hampshire. Siamo alla vigilia delle primarie in South Carolina, Perry siè ritirato, ed esplode su Gingrich uno scandalo sentimentale alimentato dalla sua ex moglie: la signora Marianne ha rivelato che l’ex marito le chiese di adottare un “matrimonio aperto” allorché scoprì una sua relazione sentimentale. Non è il modello di moralità cui aspirano i tanti elettori cristiani evangelici, fondamentalisti religiosi, delle primarie in South Carolina. Ciò non ha impedito, al momento, che Gingrich fosse assai gradito agli ultraconservatori.
Il Corriere della Sera scrive che Romney rimane il grande favorito, ma la sua corsa è in salita. L’ultimo sondaggio in South Carolina dà Gingrich al 33 per cento, contro il 31 di Romney.
Il Sole 24 Ore: “Perry lascia e Romney perde quota”. Romney ha perso nell’Iowa a vantaggio di Rick Santorum per 34 voti. Resta sotto attacco per le sue finanze e per l’aliquota fiscale del 15 per cento. Newt Gingrich emerge come candidato d punta della destra: non solo ha ricevuto ieri l’endorsement di Perry, ma ha ricevuto anche quello dei Tea Party”.
Su La Stampa la vicenda denunciata dalla ex moglie di Gingrich e la risposta di Gingrich: “il fallimento di un matrimonio è una esperienza terribile per chiunque vi è coinvolto”. Poi un riquadro su Romney: “Un guaio da 250 milioni di dollari”. La tv Abc ha rivelato che il candidato repubblicano ha investito soldi alle Cayman Island, noto paradiso fiscale”.
Il Giornale parla di “farsa nell’Iowa”, dopo che un lungo riconteggio ha capovolto il risultato delle primarie, poiché il vincitore dei caucus repubblicani sarebbe l’ultraconservatore cattolico Santorum.
E poi
Sulla prima pagina del Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia ricorda che oltre alla casta di cui si parla quotidianamente, vi è una “supercasta” invisibile, composta da un “ceto di oligarchi” costituito dalla alta burocrazia dei ministeri (direttori generali), consiglieri di Stato, alti funzionari della presidenza del consiglio, giudici delle varie magistrature, dirigenti e membri delle sempre più numerose Authority. Una oligarchia sottratta a qualunque controllo reale, mai selezionata da alcuna scuola di formazione (poiché noi non abbiamo l’Ena) ma designata dalla politica con un grado altissimo di arbitrarietà. Una volta in carriera, l’oligarchia si svincola dalla protezione politica diretta e tende a costruire rapidamente un potere personale che la rende inamovibile. Somma spesso incarichi che portano a conflitti di interesse, incassa doppi e tripli stipendi.
Sulla prima pagina de La Repubblica, si dà conto delle polemiche nate intorno ad una pièce teatrale firmata da Romeo Castellucci. Lo spettacolo si chiama “Sul concetto di volto nel figlio di Dio”, ha già suscitato manifestazioni di tradizionalisti in Francia, e il Vaticano ha già fatto sapere di considerarla offensiva. Il quotidiano intervista il regista, racconta dell’arcipelago di tradizionalisti, lefevriani ed esponenti dell’estrema destra che annunciano veglie e messe di riparazione. A questo tema è dedicato anche il commento di Adriano Prosperi, che spiega il senso della pièce (Il volto di Gesù e l’integralismo della Chiesa). Lo spettacolo andrà in scena a Milano a partire da martedì.
Il testo parla di un padre vecchio e incontinente, accudito dal figlio che deve pulirlo dalle feci. A far da fondale una gigantografia del volto di Gesù Cristo. Dice Castellucci: “Cambiare il pannolone al padre è un atto d’amore concreto, anche se spiacevole. Quest’opera è stata concepita come una preghiera, ed è un lavoro profondamente cristiano”.
Antonio Socci sulla prima pagina di Libero spiega perchè vuole vedere la piece su Gesù, che considera tutt’altro che blasfema. Un riquadro, peraltro, su Libero, ricorda che lo spettacolo è andato in scena a Roma nell’ottobre 2010, a due passi dai sacri palazzi, senza che nessuno avesse avuto nulla da ridire.
DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini