Patto debole per la nuova Europa

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Un patto debole per la nuova Europa”. “Juncker a maggioranza verso la guida della Commissione Ue”. “L’opposizione solitaria di Cameron”.  “L’impaziente inglese” è il titolo dell’editoriale, firmato da Antonio Armellini. “Telefonata tra Casa Bianca e Palazzo Chigi”. “Frenata del Pil Usa: meno 2,9 per cento”. Di spalla il “caso Balotelli” dopo l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali di calcio.
A centro pagina: “Legge elettorale, dialogo Renzi-M5S. ‘Preferenze? Prima la governabilità”. “Le inattese conseguenze del confronto” è il titolo del commento di Pierluigi Battista.

La Repubblica: “Giustizia, si cambia, stretta in arrivo sulle intercettazioni”, “Il piano del governo nel Consiglio dei ministri di lunedì”, “Torna il falso in bilancio, ridotti i tempi di prescrizione”, “Milano, la Procura chiede il processo per Bossi e figli”.
A destra, una foto di Mario Balotelli: “Balotelli: io scaricato dai razzisti. Muore il tifoso, calcio sotto shock”.
A centro pagina: “Ue, oggi Renzi tenta il blitz, ‘Fare subito le nomine’”.
In taglio basso, firmato da Francesco Merlo: “Roma, il grande crac culturale”, “Musei vuoti, tagli ai fondi: il fallimento della Capitale”.

La Stampa: “Ue, Renzi chiede garanzie”, “’Flessibilità dei conti, vogliamo certezze’. Oggi Juncker alla Commissione”.
Due foto a centro pagina raffigurano l’antico mercato delle stoffe di Ypres, la città belga duramente colpita durante la Prima guerra mondiale, in cui oggi si tiene il Consiglio europeo: “Ecco a cosa serve l’Europa”. Nella prima foto, il mercato distrutto; nella seconda, l’edificio ricostruito.
Sotto la testata: “Balotelli attacca i compagni, ‘Ho dato tutto, i ‘negri’ non m’avrebbero scaricato”, “’Forse per qualcuno non sono italiano’”.

Il Fatto: “Ciro è morto, rischio vendetta. Pronto il blocco trasferte”.
A centro pagina: “Renzi dialoga con M5S. Meglio tardi che mai”.
L’Unità: “Renzi-M5S, dialogo a sorpresa. Streaming sulla riforma elettorale: questa volta si discute. Il segretario Pd apre alle preferenze ma dice: il Democratellum non garantisce governabilità. Grillo soddisfatto.Di Maio: rivediamoci a giorni”. “Un’occasione per cambiare” è il titolo dell’editoriale. A centro pagina foto di Balotelli (“I ‘negri’ non mi avrebbero scaricato”). E poi: “Esodati, il tempo è scaduto. Oggi in commissione Lavoro la proposta Poletti per una nuova salvaguardia”.

Il Giornale: “Balotelli choc: ‘Italiani? Meglio i negri'”. “L’eliminazione degli azzurri dal Mondiale in Brasile diventa un caso nazionale. Il centravanti risponde alle critiche con un atto di accusa al Paese. Ed esplode la polemica”. L’editoriale di Vittorio Feltri: “Ma sparare su Mario è soltanto da ipocriti”.
A centro pagina: “Grillini in penitenza, Renzi li perdona. Sulla legge elettorale M5S apre e il premier apprezza. Condono fiscale vicino, ma nessuna protesta”. E poi: “Mentre nel centrodestra si lavora per la pace”.

Il Sole 24 Ore: “Accordo con Etihad: agli emiri il 49 per cento di Alitalia. Ancora da risolvere il nodo degli esuberi e l’ok delle banche a cancellare il debito”. “Lupi: così rilanciamo tutto il trasporto aereo”. A centro pagina: “Pil Usa rivisto al ribasso: – 2,9 per cento”. “Peggio delle attese la congiuntura nel primo trimestre, è il maggior calo dal 2009”. “Borse a due velocità: Europa in rosso, bene Wall Street”. In prima anche la notizia di un intervento della Cancelliera tedesca Merkel che “frena i ‘falchi’: usare la flessibilità del Patto”.

Renzi-M5S

Il Fatto dà conto dell’incontro di ieri tra il presidente del Consiglio e la delegazione del M5S sulla riforma della legge elettorale sintetizzando così nel titolo: “M5S si ‘scongela’. Renzi lo usa per arginare B.”, “Nell’incontro alla Camera il premier apre a modifiche sull’Italicum: bene preferenze se c’è ballottaggio”. All’incontro hanno preso parte, per il M5S, Maurizio Buccarella (senatore), Luigi Di Maio (vicepresidente della Camera), Danilo Toninelli (estensore della proposta di legge elettorale del M5S) e Giuseppe Brescia (capogruppo alla Camera).
La Stampa: “Renzi-M5S, apertura sulle preferenze”, “Il premier: ‘Non ne abbiamo paura, ma ci sia la governabilità’. E Di Maio: non siamo contro i doppi turni”. In basso, sulla stessa pagina, si dà conto della relazione del leader Beppe Grillo, che è stata -secondo il quotidiano- di ostentata soddisfazione. Ha chiamato Toninelli e Di Maio per dirsi “molto contento”. Ma nell’articolo si legge che l’assemblea grillina contesta e chiede di decidere on-line: “tra gli ortodossi cresce l’insofferenza verso il gruppo di Di Maio che egemonizza tutto”.
Al dialogo avviato ieri è dedicata l’analisi di Piero Ignazi, che compare in prima su La Repubblica: “La svolta tripolare”. Secondo Ignazi “questo ingresso nella politica da parte del M5S modifica le dinamiche del sistema partitito. Fin qui vi erano due soli attori in gioco, il Pd e il centro-destra, con rapporti variamente intrecciati, di cooperazione su alcuni tavoli -quello governativo con il Ncd di Angelino Alfano e quello delle riforme con Forza Italia ed embrionalmente anche con la Lega- ma di opposizione su altri. Questa diarchia sghemba viene alterata dall’uscita dal ghetto dei grillini. Ora il sistema si articola su tre poli, nessuno dei quali escluso dal gioco politico. Vedremo chi trarrà maggior vantaggio dal nuovo assetto”.
Ancora su La Repubblica: “Il dialogo Renzi e M5S, ‘Si torna alle preferenze se c’è il ballottaggio’”, “Il triplo forno del premier: ‘Ora Forza Italia decida cosa fare’. Modifiche su premio e sbarramento”, “Allo studio emendamenti anche per alzare al 40% la soglia per evitare il ballottaggio e per fissare un solo sbarramento al 4%”. E in un’intervista, la vicesegretaria Pd e governatrice della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani dice: “L’Italicum è la strada, la loro è rischiosa”, “nel loro modello elettorale i 5Stelle dicono di volere evitare le ammucchiate, ma se non è sicuro il governo, neppure si sa con chi ci si alea, perché la scelta la fai dopo il voto”.
Su L’Unità si scrive che l’incontro di ieri è una “occasione per cambiare l’Italicum”, nel senso che alcuni dei punti evidenziati ieri dagli esponenti 5Stelle sono “apprezzabli”. Si legge ancora che è “incoraggiante” che da parte del M5S non cis siano state preclusioni assolute su una legge che garantisca governabilità, anche se sarebbe “auspicabile” che i grillini rinuncino a quel “delirante congegno del voto negativo, per di più estendibile anche a candidati di altre liste”, perché “così aumenterebbero, anzichè ridursi, i voti di scambio”.
Secondo Massimo Franco, sul Corriere, “il premier sfrutta bene la voglia di esserci di un M5S in affanno”, dopo “il risultato deludente delle elezioni europee del 25 maggio” ma anche dopo un anno di una “strategia del ‘no'”.
Quanto a Forza Italia, scrive il quotidiano milanese in un altro articolo, “non vuole sorprese: votiamo presto sull’Italicum”.
La Stampa: “Berlusconi adesso si sente alle strette e teme il ‘tradimento’”. Le parole di Denis Verdini: “Questa trattativa del Pd coi grillini non andrà da nessuna parte”. Poi si ricorda che per il Cavaliere la vera angoscia resta il fronte giustizia, anche perché il processo Ruby andrà a sentenza di appello tra un mese.
Il Giornale, in un “retroscena” dedicato alle “mosse del centrodestra”, parla dei “dubbi di Berlusconi” sulle riforme. “I sospetti del Cavalierte sul ‘doppio forno’ del premier. Romani: ‘Forza Italia resta centrale’. Presto l’ufficio di Presidenza azzurro per rilanciare il partito”. Nell’articolo si dà notizia di un pranzo con Verdini e di un incontro con Romani sul tema delle riforme. Berlusconi “conferma il via libera al nuovo Senato anche se inizia a manifestare qualche dubbio sul movimentismo di Matteo Renzi”. Il leader di Forza Italia, “pur sapendo che difficilmente Renzi si metterebbe nelle mani di Grillo, inzia però a sospettare che possa avere la tentazione del cosiddetto ‘doppio forno'”.
Il Sole 24 Ore, con Stefano Folli, parla dei “segnali da non sottovalutare nel secondo piccolo forno aperto da Renzi”.

Giustizia, condono 

Scrive La Repubblica che la riforma della giustizia “si è materializzata a Palazzo Chigi 48 ore fa” e, “a sbirciarci dentro, già alcuni titoli, come la riforma delle intercettazioni e quella del Csm, sono più foriere di scontro che di incontro. Tant’è che i magistrati già sono in pre-allarme e oggi, in una riunione dell’Anm, butteranno giù il loro programma alternativo delle emergenze. Così, sul tavolo, ci saranno le loro ‘linee guida’ accanto alle ‘linee guida’ del Governo”. Anche se, fa notare il quotidiano, nel piano sulla giustizia del presidente del Consiglio e del ministro della Giustizia Andrea Orlando, ci sono interventi graditi alle toghe come l’allungamento dei termini di prescrizione, il falso in bilancio in chiave anti-Berlusconi e l’auto-riciclaggio. Questo tema occupa le prime tre pagine del quotidiano per intero. Si legge, fra l’altro, che l’allarme dei magistrati è provocato soprattutto dalla legge per eleggere i membri del Consiglio Superiore della Magistratura: il progetto di Orlando è cambiare il sistema di voto per il Csm introducendo un meccanismo di panachage, che consente il voto disgiunto, suscettibile di cambiare gli equilibri delle correnti. Altro fronte su cui sono in allarme le toghe, è quello della responsabilità civile dei giudici. Il governo non intende certo seguire la strada indicata dall’emendamento del leghista Pini, che introduce la responsabilità civile diretta, ma vorrebbe limitare fortemente il filtro per l’azione risarcitoria e rimodulare la rivalsa dello Stato nei confronti del magistrato condannato facendola salire al 50 per cento (ora è a un terzo).
Il Giornale si sofferma invece sulla notizia anticipata ieri da La Repubblica  (vedi Rassegna Italiana di ieri ndr) di un possibile condono agli evasorifiscali. “Il condono agli evasori non indigna nessuno se arriva dalla sinistra. Renzi a caccia di risorse si aggrappa alla sanatoria. E i moralisti che accusavano il centrodestra tacciono”, scrive Carlo Lottieri.

Lega

Il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e i pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini, scrive La Repubblica, hanno chiesto il rinvio a giudizio per un pezzo del vecchio stato maggiore della Lega: Umberto Bossi, i suoi due figli, l’ex tesoriere Belsito, fra gli altri. Le accuse: truffe da 40 milioni di euro che sarebbero stati sottratti dai fondi pubblici attribuiti al partito. Appropriazione indebita per 500 mila euro spesi per multe, auto e laurea in Albania (77 mila euro, per la laurea di Renzo Bossi). Archiviazione invece per l’ex vicepresidente del Senato Rosy Mauro. Il quotidiano intervista lo stesso Umberto Bossi: “Ovvio che finiva così dopo quel gran casino, ma siam innocenti”, “Noi non abbiamo fatto nulla, abbiamo le prove. Rosi? Buon per lei”.

Alitalia

Sull’accordo con Etihad Il Sole 24 Ore intervista il ministro dei trasporti Lupi: “‘Un progetto per tutto il trasporto aereo’. Lupi: intesa pronta, mancano solo gli esuberi”. Lupi dice che l’altro punto critico, quello dei debiti con le banche, è “sostanzialmente risolto”, anche se “resta qualche dettaglio da definire” con alcune. Nell’intervista si parla anche del decreto cosiddetto “sblocca Italia”, delle opere infrastrutturali da completare, e anche dei poteri alla Autorità Anticorruzione.

Europa

Sul Corriere si dà conto della “due giorni del Consiglio dei Capi di Stato e di Governo della Ue” che si apre oggi, e della “dura trattativa in corso tra Paesi ‘rigoristi’ e ‘flessibili’ sui vincoli di bilancio. Il punto “flessibilità” sarebbe stato lasciato “aperto” dagli “sherpa” dei 28 governi, e “l’aspettativa è per un accordo generico di compromesso, i grado di accontentare sia il fronte della crescita, guidato da leader di centrosinistra come il premier Renzi o il Presidente Hollande, sia quello rigido sui conti pubblici impersonato dalla cancelliera tedesca di centrodestra Merkel”.
Si ricorda che c’è accordo su Juncker a capo della Commissione, con l’opposizione “dura” del premier britannico Cameron, che ha chiesto un voto, “chiudendo la tradizione del consenso dei leader e portando fonti diplomatiche a prevedere un contrasto al summit con ‘fuochi d’artificio'”.
Un altro articolo si sofferma sulle critiche britanniche a Juncker (anche da parte del Financial Times) e sullo “scenario” di un “consenso tiepido che già indebolisce il neo-presidente”.
Un “ritratto” de L’Unità descrive così Juncker: “Da ‘un uomo del passato’ a simbolo della rivoluzione”. La prima definizione è di Cameron, quella di  “simbolo della rivoluzione”, perché la sua nomina è stata sostenuta “anche dalla sinistra di tutta Europa, e dagli appelli di intellettuali del calibro di Habermas e Bauman”.
Sul Sole 24 Ore si parla della “posizione del governo tedesco”, e del “segnale di disponibilità verso Renzi” da parte della Cancelliera, che ieri ha pronunciato al Bundestag quello che il quotidiano definisce “Intervento chiarificatore” dopo le parole dell’altroieri di Schauble e Weidmann. “Il governo tedeesco è d’accordo che il Patto offre eccellenti condizioni per promuovere la crescita, con eccellenti ‘guard rail’ e limiti da una parte e molti strumenti che consentono flessibilità dall’altra. Dobbiamo usare entrambi come abbiamo fatto in passato”. Secondo il quotidiano “il ripetuto richiamo alla flessibilità già contenuta nel patto nelcorso dell’ultima settimana è da parte tedesca un modo per cementare l’accordo sulla scelta dell’ex premier lussemburghese Juncker alla guida della Commssione europea e una dichiarazione di buona volontà nei riguardi del semestre italiano di presidenza che inizia la prossima settimana”.
Un altro articolo, sulla stessa pagina, ricorda che “è stata franco-tedesca la prima infrazione della regole del 3 per cento”, nel 2003, quando la situazione economica era peggiorata dopo la bolla sui titoli internet, e la crescita era rallentata. “Quando a sforare fu Berlino. Dal 1997 il trattato è stato allentato sul fronte degli obiettivi, inasprito su quello dei controlli. Ora la crisi spinge a un nuovo equilibrio”.

Internazionale

E’ dedicata all’Iraq la pagina de La Stampa firmata da Francesco Semprini, inviato in Kurdistan. E in particolare alla risposta che il premier sciita Al Maliki ha dato a quanti gli chiedevano un governo inclusivo e di coalizione nazionale. “Iraq, Al Maliki gela l’America: ‘Governo da solo’”, “Il pressing di Kerry va a vuoto, il premier sciita dice no a sunniti e curdi: ‘Ho vinto io le elezioni’”. Sulla stessa pagina, un retroscena da New York: “Ma è la saldatura tra Al Qaeda e l’Isis a spaventare gli Usa”, perché l’alleanza che potrebbe essere suggellata cambierebbe lo scenario.
Anche su L’Unità: “Al Maliki snobba Usa e Iran. Non al governo di emergenza”.
Su La Repubblica, reportage da Baghdad di Vincenzo Nigro: “Tra le guerriere della città assediata, Baghdad ha paura, ma la difenderemo’”.
Ancora su La Repubblica, il corrispondente Federico Rampini racconta “la svolta di Obama”: “’Pronti dopo 40 anni a esportare il petrolio’”. L’obiettivo è alleviare la dipendenza energetica da Medio Oriente e Russia. Rampini ricostruisce la storia della “autarchia energetica” inaugurata dopo lo shock petrolifero del 1973.
Il Corriere racconta con un reportage il carcere iracheno di Abu Grahib, “luogo di torture di Saddam e poi degli americani”, dove oggi “dominano i banditi”.
Sul Sole si parla del voto ieri in Libia, dove si eleggevano 200 membri del nuovo Parlamento: “Libia al voto per uscire dal caos. Scarsa partecipazione tra i pochi elettori registrati”. “Il Paese è spaccato in due e in un anno si sono alternati quattro premier”.
Su La Stampa: “Bolivia, lo sciopero dei bambini, ‘Lasciateci lavorare a 10 anni’”, “Proteste e scontri a La Paz. E il governo abbassa l’età per l’impiego legale”. Questa mattina il Parlamento approverà una legge che consente ai dodicenni di lavorare. Purché manifestino l’intenzione di farlo, abbiano il consenso dei genitori e delle istituzioni di protezione dell’infanzia. Se ne occupa Filippo Fiorini.

 

redazione grey-panthers:
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