Il Corriere della sera: “Marino lascia e avverte: tiro giù tutti”. “La resa del sindaco dopo l’indagine sui rimborsi spese. Renzi: intanto tolto di mezzo, poi vedremo”. “Ha 20 giorni per ripensarci. Il pressing del Pd. M5S: pronti al voto. L’ex pm Sabella: stavamo riportando la legalità”.
“Dimenticare il marziano” è il titolo dell’editoriale di Antonio Macaluso. A centro pagina la foto di Svetlana Aleksievic, “la voce anti Putin” premio Nobel per la letteratura. Accanto, un “forum” del quotidiano milanese con il ministro degli esteri Gentiloni. “‘Un vertice in Italia per cambiare la Ue'”. A fondo pagina: “Scoppia il caso dell’Auditel. Svelati i nomi delle famiglie”.
La Repubblica: “Roma, Marino licenziato dal Pd. ‘Mi dimetto, ma posso ripensarci’”, “Il sindaco: sovvertito voto democratico, ho 20 giorni per cambiare idea. Arriva il commissario”.
La grande foto in prima è per Svetlana Aleksievic, scrittrice nata in Ucraina e vissuta in Bielorussa che ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura: “La sfida del Nobel Svetlana: ‘Amo la Russia, non Putin’”.
“La sporcizia del candore” è il titolo del commento di Francesco Merlo per descrivere “il personaggio” Marino. E, più in basso: “La video-freddezza del chirurgo” di Filippo Ceccarelli.
A centro pagina: “Mafia, indagato Palenzona, numero due di Unicredit”, “Firenze, l’ipotesi è favoreggiamento”. Sulla crisi siriana: “La Nato in difesa della Turchia. Iraq, l’Italia non bombarderà”.
Sulla colonna a destra, dall’inserto R2: “Il mondo global ha smesso di girare”, “Rallentano gli scambi commerciali e sul web. Tornano le barriere” (di Federico Rampini).
L’Unità, con grande foto del sindaco Marino in bicicletta: “Capolinea”, “Roma senza sindaco né giunta: Marino si è dimesso, ma prende 20 giorni per ripensarci. La Capitale al voto in primavera, l’ex prefetto Carpino per il commissariamento”. E l’editoriale del direttore Erasmo D’Angelis: “Vi ricordate Alemanno?”.
Poi, a centro pagina: “La base dem si sente tradita. ‘Qui è tutto da rifare’”, “E per le prossime elezioni il Pd pensa a Gentiloni, Madia e Giachetti”.
A fondo pagina: “La corruzione in Italia intrappola la crescita”, “Inchiesta: in dieci anni almeno cento miliardi di Pil in meno”, “Intervista a Cantone: più trasparenza contro il malaffare”.
La Stampa ha intervistato il sindaco dimissionario: “Marino lascia: temo torni la mafia”, “Intervista al sindaco costretto alle dimissioni. ‘Le note spese? Non ero io a compilarle’”, “Bufera a Roma: prima l’addio degli assessori Pd, poi in serata la decisione che apre le porte al commissario”.
I commenti in prima su questa vicenda: “Il prezzo salato che paga il Pd” (di Federico Geremicca) e “Il campione di autolesionismo” (di Mattia Feltri, in riferimento a Marino). A centro pagina: “La Nato a Puitn: ‘Difenderemo la Turchia’”, “Quattro missili russi cadono per errore in Iran”.
Sull’inchiesta di Firenze su Unicredit: “L’Antimafia indaga su Palenzona”, “Nel mirino finanziamenti chiesti a Unicredit da un costruttore siciliano. Il legale del vicepresidente: ‘Si tratta di ipotesi totalmente infondate’”.
Sulla colonna a destra, il Nobel per la Letteratura: “Aleksievich, la scrittrice della Russia che soffre”, di Cesare Martinetti. Con un inedito della scrittrice (“Le donne dell’Armata russa”).
Il Fatto: “E’ Marino il mostro di Loch Ness”, “Il Pd sfiducia il suo uomo, ormai fuori controllo, per le bugie sulle cene. Lui avverte: ‘Vado via, ma ho 20 giorni per ripensarci’. E accusa il partito, che ora ha il terrore delle elezioni”, “Il premier caccia il sindaco (non inquisito) dopo aver difeso Verdini (5 processi)”.
“Ignaro e gli ignoti” è il titolo dell’editoriale del direttore Marco Travaglio. A centro pagina: “Renzi a Modena col volo di Stato per vedere i banchieri di Elkann”, “Tutti al meeting di miliardari nel museo Ferrari”.
E l’inchiesta Unicredit: “Unicredit, Palenzona indagato: favori alla mafia”. Sotto la testata: “Aleksievic, il Nobel che narra la Russia dopo la fine dell’Urss”.
Il Sole 24 ore: “Volkswagen, perquisizioni in impianti e case private. La polizia nelle fabbriche del gruppo e le abitazioni dei dipendenti. Delrio: presto nuovi test in Italia”.Di spalla: “Marino lascia dopo il pressing Pd. Per Roma commissario in arrivo. Il sindaco: ora verifica, tra 20 giorni potrei rientrare”. “Giornata di tensioni. Le opposizioni: ora al voto”.
In alto: “Siria, la Nato contro Mosca: fate i raid solo per salvare Assad. Pronte truppe per la Turchia”.
A centro pagina: “Poste, ok di Borsa alla quotazione”. “Oggi il via libera della Consob al prospetto. Lo sbarco a Piazza Affari previsto il 28 ottobre”.
Da segnalare in prima anche un intervento del direttore generale Rai Antonio Campo Dall’Orto: “Una Rai libera, creativa e per un vasto pubblico”.
Il Giornale: “Roma liberata. Dopo essersi asserragliato in Campidoglio, alla fine è costretto a lasciare. Ma minaccia: posso ripensarci. Per Renzi e il Pd è una figuraccia capitale”.
A centro pagina: “Immigrazione e sprechi. Ogni scafista fermato ci costa 2,4 milioni”. “Disastro Mogherini, arrestati solo 16 trafficanti di uomini, speso un patrimonio”. A fondo pagina: “Svetlana, la reporter da Nobel che ha smascherato il comunismo”.
Marino
Su La Stampa a pagina 3 l’intervista a Ignazio Marino: “Pur di cacciarmi mi avrebbero messo la cocaina in tasca”, “Renzi? Non ho avuto l’opportunità di conoscere il pensiero del presidente del Consiglio. Ma metà dei consiglieri Pd piangeva”. Sulle cinque note spese su cui è accusato di aver mentito Marino dice: “Io non so cosa ci hanno scritto sopra. Ho consegnato gli scontrini agli uffici, come si fa in questi casi. Non escludo che possa esserci stata qualche imprecisione da parte di chi compila i giustificativi”. Poi difende il suo operato: “Ho rotto le uova nel paniere del consociativismo politico. Ho riaperto gare di acquisti di beni e servizi che erano in prorogatio da una vita. Ho tolto il business dei rifiuti a una sola persona e il patrimonio immobiliare a una sola azienda che ha incassato dal Comune 100 milioni negli ultimi anni, la Romeo”. Poi: “non sono mai andato nei salotti e alle cene della Roma che conta. Non ho mai frequentato il mondo che in passato era abituato a decidere assieme alla politica le strategie economiche della città”.
A pagina 4, a raccontare “il caso” è Carlo Bertini: “Renzi stacca la spina: ‘Ora basta’. E nel Pd è già partito il totonomi”.
Su La Repubblica a pagina 2 il “retroscena” di Giovanna Vitale: “Il chirurgo ora vuole vendetta. ‘Apro le mie agende colorate, ogni nome, un favore richiesto’”. Questo sarebbe il suo “piano” e lo avrebbe detto chiaramente al commissario del Pd romano Matteo Orfini, che gli aveva preannunciato la decisione di Renzi (o te ne vai o il Pd ti sfiducerà in aula, aveva comunicato Orfini). Si racconta le resistenza alle pressioni da parte di Marino: è turbato e offeso, sul tavolo ha una montagna di fogli e quaderni colorati (“Ecco la mail con cui Veltroni mi raccomanda di assumere Luca Odevaine capo dei vigili urbani”, “E in queste schede ci sono tutti i favori che in due anni mi hanno chiesto consiglieri comunali ed esponenti politici”).
A pagina 4 un’intervista al commissario del Pd romano e presidente del partito, Matteo Orfini: “Ho provato a salvarlo, ma lui fa troppi errori”. Marino si è preso 20 giorni per decidere, fa notare Tommaso Ciriaco, che lo intervista. Orfini: “Anche alla luce di quanto è emerso in questi giorni, il capitolo è chiuso. Avevamo il dovere di voltare pagina”. Quindi se ci ripensa lo sfiducerete? “Oggi ho riunito assessori e consiglieri, già lavoriamo al futuro. Neanche prendo in considerazione altre ipotesi. Tra venti giorni ci sarà il commissario. Il suo (quello di Marino, ndr.) è solo un mero riferimento normativo”.
A pagina 4: “Renzi ha già deciso: ‘Niente primarie, il nome lo scelgo io’”, “Tra i candidati a sindaco Gabrielli e Giachetti, che però resistono. In corsa anche Moretti, Lanzillotta, Gentiloni”.
Il Fatto, a pagina 2, racconta la giornata di ieri e riassume i contenuti del videomessaggio postato su Facebook da Marino: “’Lascio, però fra venti giorni. Il partito mi ha sabotato’”, “Lo sfogo del sindaco Marino: ‘Senza di me finivano tutti travolti da Mafia Capitale’. Orfini: ‘Se insiste vi dimettete tutti’. Il clima: ‘Pareva il Gran Consiglio del 25 luglio”.
E a pagina 3: “L’ordine di Renzi all’alba: ‘Cacciatelo’. Voto in primavera”, “Nel Pd c’è chi punta su Giachetti, ma non tramonta l’ipotesi Alfio Marchini (corteggiato anche da Berlusconi)”.
In prima il commento del direttore Marco Travaglio: “Marino paga colpe sue e altrui”, la sua storia di chirurgo-marziano “faceva comodo a tutti nel 2013, quando Alemanno lasciava la Capitale come neanche Nerone. E il Pd, tanto per cambiare, non sapeva chi candidare. Il centrosinistra montò su quel taxi intestandoselo come ‘società civile’ e riuscendo a nascondere il suo pedigree politico di uomo di D’Alema (in Parlamento e alla Fondazione Italianieuropei) sposato dalle correnti che spadroneggiano in città”; “i palazzinari che controllano la stampa capitolina ci giocavano come con i pupazzi: lo coccolavano quando assecondava i loro interessi e lo infilzavano con gli spilloni quando li ostacolava”; “dieci mesi fa, quando scattò la prima retata di Mafia Capitale, si discuteva della sua Panda. Tutto perché lui non obbediva al Pd e ai poteri retrostanti. Poi si scoprì che il guaio non era la Panda, ma la Banda. Della Magliana. Il Pd ci era dentro fino al collo, come il centro e la destra: ma si salvò grazie a lui, che non s’era accorto di nulla ed era persino credibile, come Ignaro, perché era appena arrivato”.
L’Unità intervista Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio: “Faceva il moralizzatore e diceva bugie”, “Marino ha vestito i panni del moralizzatore, ha lanciato un’operazione manichea sui dipendenti capitolini, ha fatto le pulci a tutti. Doveva chiarire il pasticcio degli scontrini. Invece ha taciuto, la sua è una contraddizione inaccettabile”.
Sul Resto del Carlino Bruno Vespa scrive che “le elezioni primarie, bagno di democrazia del Pd in quasi tutte le grandi città, hanno portato a risultati opposti a quelli auspicati dal partito di maggioranza”. Vespa cita Napoli, Cagliari, Milano, Genova, Palermo e aggiunge che Marino a Roma era un candidato che “né Bersani né Renzi avrebbero mai voluto”.
Un “retroscena” sul Messaggero firmato da Alberto Gentili è titolato: “Renzi: ‘Un addio tardivo’. La frenata sulle primarie”. Si legge che Renzi sarebbe “tentato di archiviare lo strumento delle primarie” in vista della “importante tornata elettorale” di primavera. Si cita il renziano Anzaldi: “Visto come siamo messi la prima cosa è ricompattare e rifondare il partito, poi individuare un candidato forte e condiviso. A quel punto sarebbe una jattura andare alle primarie”. Secondo lo stesso retroscena il candidato non potrebbe essere Roberto Giachetti, “che del resto si chiama fuori” né Gentiloni, Madia o Orfini. “Molto meglio” sarebbe Gabrielli o Malagò, “in ottimi rapporti con il premier”.
Secondo il “retroscena” di Laura Cesaretti su Il Giornale, il Pd sarebbe già rassegnato a “stare fermo un giro” o magari “appoggiare una lista civica fuori dagli schieramenti”. “C’è Alfio Marchini che sta lavorando proprio su questa ipotesi di ‘modello Venezia’”. C’è, in alternativa, la “candidatura di destra dura, ma in chiave giovane e donna” di Giorgia Meloni; e poi c’è il “convitato di pietra grillino”. Il titolo dell’articolo e una foto inseriscono tra i nomi di candidati Pd anche quello di Cantone.
Antonio Macaluso, che firma l’editoriale del Corriere, scrive che Marino “tra un avvertimento e l’altro, tirerà la corda fino all’ultimo giorno, minacciando un ripensamento che francamente non ci auguriamo. Non si rende ancora conto, Marino, che in tutti quei paesi dove pur spesso si è recato in questi anni, un sindaco non sarebbe sopravvissuto a un’inchiesta come quella su Mafia Capitale e ad una reprimenda del Papa per il suo atteggiamento da furbetto”.
Ieri Marino nel suo messaggio affermava tra l’altro di aver avviato un risanamento dei conti della città.
Il Corriere intervista Alfonso Sabella, “il magistrato in Giunta”. Dice che il modo in cui si è arrivati alle dimissioni “è la cosa che più mi fa rabbia” perché “stavamo facendo qualcosa di importante” “stavamo riportando il rispetto delle regole e la legalità e ora rischia di andare tutto in malora per una bottiglia di vino.da 55 euro”.
Il Sole dedica un ampio articolo ai problemi di bilancio della Capitale (“Partecipate e conti: il buco nero di Roma”), dove si ricorda che mancano sessanta giorni all’inizio del Giubileo “che doveva essere un banco di prova importante per la giunta guidata da Ignazio Marino, già “commissariato” dal governo che gli aveva imposto la coabitazione forzata con il prefetto Franco Gabrielli”. Ma sui due punti cruciali, le aziende Atac e Ama, la svolta attesa” è lontana”.
Internazionale
Stampa: “La Nato avverte Putin: ‘Difenderemo la Turchia’”, “Mosca lancia ancora missili, ma quattro cadono per errore in Iran”. Marco Zatterin, da Bruxelles, dà conto delle dichiarazioni del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: “’La Nato vi difenderà, la Nato è sul terreno, la Nato è pronta’. Con una frase da film hollywoodiano, il segretario Jens Stoltenberg ha assicurato ai cittadini e ai loro possibili nemici -la Russia in particolare- la piena indisponibilità dell’Alleanza atlantica a porgere l’altra guancia. La confermano i ministri della Difesa del Patto altlantico che ieri hanno calato nuove carte di deterrenza per rispondere alla ‘preoccupante escalation militare russa’, in Siria come in Ucraina. Raddoppieranno a 40 mila uomini la forza di intervento rapido, con l’intenzione di schierarla ‘anche sul fronte Sud nei prossimi mesi’. Un impegno, questo, che implica piena attitudine a proteggere ‘ogni alleato’ e ‘dispiegare le forze in Turchia, se necessario’”.
La Repubblica: “La Nato pronta a difendere la Turchia: ‘Quattro missili russi caduti in Iran’”, “’Più caccia ad Ankara per proteggerla dagli sconfinamenti dei jet di Mosca’. Gli Usa: ‘Sbagliati i bersagli’. Ma per il Cremlino colpiti obiettivi in Siria”.
Sul Resto del Carlino una intervista da Grozny, Cecenia, a Ramzan Kadirov, premier di quella regione. “C’è una sola ricetta per fermare i militanti dell’Isis e impedire la costituzione di uno Stato islamico: sterminarli tutti”, dice. “Bombardare in Siria è giusto.e inevitabile”, “mi chiedo come mai terroristi dell’Isis siano stati addestrati in campi paramilitari americani o francesi, forse sono loro che hanno interesse a non far sparire l’Isis”.
Sul Corriere un “colloquio” con il ministro degli esteri Gentiloni nella sede di via Solferino. Si parla di Medio Oriente, Russia ed Europa. Il titolo è dedicato proprio all’Europa perché Gentiloni dice di aver appena inviato una lettera ai colleghi degli altri cinque Paesi fondatori della Ue per “rilanciare l’integrazione europea facendo leva sul blocco più omogeneo”. Preannuncia per i prossimi mesi a Roma, “la città del primo Trattato”, un incontro tra i sei fondatori.
Sulla “nuova Intifada” a Gerusalemme il Carlino offre una intervista al demografo della Università ebraica di Gerusalemme Sergio della Pergola. Dice che per ora si tratta di iniziative “sporadiche e spontanee”, ma proprio perché poco prevedibile è anche una situazione pericolosa, dice.
E poi
Sul Corriere, che pubblica anche un brano dal libro “La guerra non ha il volto di donna”, in uscita a novembre per Bompiani, un lungo articolo di Maria Nadotti con un ritratto di Svetlana Aleksievic. Che dice tra l’altro: “Che i miei libri siano stati pubblicati in tanti Paesi dipende dal fatto che non parlo di eventi ma di sentimenti”.
Il Messaggero: “Vince Aleksievic, Nobel dissidente”‘ “‘Amo il mondo russo, ma non quello di Stalin e Putin”.
Su Il Giornale Fausto Biloslavo dedica un articolo alla “liberale ma non dissidente” Aleksievic. “Fuori luogo e strumentale” il paragone con Anna Politkovskaya, secondo Aldo Ferrari, esperto di Russia ed Asia centrale, citato da Biloslavo.