MANOVRA: ALLARME DI COMUNI E REGIONI. Troppi tagli

Le aperture

Il Giornale: “La casa gratis di Tremonti”, “I pm chiedono l’arresto del deputato Pdl Milanese, uomo di fiducia del titolare dell’Economia. E’ accusato di corruzione. Ma per i magistrati pagherebbe anche l’affitto dell’abitazione del ministro”.

Il Fatto: “‘Arrestate Milanese’. Pagava la casa di Tremonti”, “Mandato di cattura per il deputato fedelissimo del ministro dell’Economia: è accusato di incassare soldi e regali. Perché versava 8 mila euro al mese per l’affitto del capo?”.
In taglio basso, la registrazione del fuori onda che ieri ha impazzato su tutti i siti web. Le parole sono del ministro Tremonti e si riferiscono al collega Renato Brunetta, durante la conferenza stampa di illustrazione della manovra: “Adesso è ufficiale: ‘Brunetta è un cretino’. L’irresistibile fuori onda di Tremonti contro il collega della Funzione pubblica interpreta finalmente un giudizio pressoché unanime nel governo e non solo. Le scuse successive servono solo a render più grottesca l’agonia della maggioranza”.

Corriere della Sera: “Richiesta d’arresto per Milanese”, “I pm di Napoli accusano di corruzione il deputato ex consigliere del titolare dell’Economia”, “Il gip: pagava la casa a Tremonti. Il ministro: solo ospite, vado via”. In prima ancora il giallo della norma ‘salva-Fininvest: il quotidiano parla di “tensione nel governo”. “Il Cavaliere: Giulio sapeva. Ma Bossi lo difende”. “Missioni, gelo di Napolitano su Berlusconi e Lega”.

La Padania punta l’attenzione sulla missione in Libia e le decisioni prese dal Consiglio dei ministri: “Riportiamo i ragazzi a casa”, “Bossi: grazie alla Lega iniziano le operazioni di rientro per qualche migliaio di giovani, ‘saranno contenti i genitori’. Calderoli: via dalle zone di guerra 2078 soldati, con un importante risparmio complessivo di quasi 200mln di euro”.

La Stampa: “Tremonti-premier, resa dei conti”, “Berlusconi e la salva-Fininvest: Giulio d’accordo, ripresenteremo la norma. Chiesto l’arresto per corruzione di Milanese, ex-braccio destro del ministro”. E sotto la testata, i titoli sulla missione in Libia: “Missioni, il governo taglia. Ma Napolitano frena sul ritiro”, “Il Quirinale: ci vuole il consenso degli alleati”.

La Repubblica: “‘Paga la casa usata da Tremonti'”, “Il gip: arrestate Milanese, soldi da tangenti. Il ministro: la lascio”, “Si allarga l’inchiesta di Napoli, il deputato Pdl accusato di corruzione. Scontro sulla salva-Fininvest, il Cavaliere: la ripresenterò”.
Ma in prima c’è il richiamo di un’intervista esclusiva del quotidiano al presidente del Consiglio: “Berlusconi: nel 2013 non mi candiderò, al mio posto Alfano”.

Il Sole 24 Ore: “Dai tagli all’assistenza 5 miliardi”, “Nella delega, stretta su invalidità e reversibilità. Allarme di Comuni e Regioni: troppi tagli. Sì di Trichet”, “Scontro Berlusconi-Tremonti sulla norma salva-Fininvest. Fuorionda su Brunetta”.
E di spalla: “‘Arresto per Milanese’. Giallo sulla casa a Roma che usa anche Tremonti”, “il ministro: ‘Utilizzo temporaneo offerto dal deputato, già da stasera lascio”.

Politica, Italia.

L’inchiesta napoletana che vede coinvolto il deputato Pdl Milanese, ex consigliere politico del ministro Tremonti (si è dimesso il 28 giugno) nasce -secondo il Corriere– dalla deposizione dell’imprenditore Paolo Viscione, il 19 dicembre scorso. Milanese e Viscione sono originari dello stesso paese, Cervinara, provincia di Avellino. Raggiunto il prestigioso incarico al ministero dell’Economia, Milanese si sarebbe fatto vivo con l’imprenditore nel 2004. Milanese ha fatto parte della Guardia di Finanza. Ricorda Viscione: “Ha cominciato a portarmi notizie e a intimorirmi sulle posizioni mie che sembravano proccupanti rispetto a indagini da parte della magistratura”, con ipotesi di reato come associazione a delinquere. Ma poi Milanese avrebbe garantito: “Ci penso io”. Ma in cambio avrebe chiesto soldi, auto, e via dicendo. In un’altra occasione Milanese si sarebbe presentato all’imprenditore con intercettazioni che lo riguardavano, informandolo di altre inchieste sul suo conto. Secondo l’accusa Milanese avrebbe, in cambio di cospicue somme di denaro, favorito nomine ai vertici di società controllate dal Ministero dell’Economia: il direttore generale di Finmeccanica Borgogni, avrebbe confermato che Milanese gli aveva fatto il nome di Guido Marchese, anche lui da ieri agli arresti domiciliari, che avrebbe pagato a Milanese 100mila euro.
Parallelamente, si sviluppa la vicenda della casa in pieno centro di Roma di cui avrebbe usufruito il ministro Tremonti. Per gli inquirenti soltanto una volta, nel 2008, Tremonti avrebbe versato 8mila euro di locazione a Milanese.
Il gip definisce i rapporti tra Tremonti e Milanese “assolutamente poco chiari” e scrive che il secondo “paga mensilmente un canone molto alto i lcui complessivo ammontare rispetto alle rate già pagate risulta di oltre centomila euro; le fonti di rimborso da parte del beneficiario Tremonti non risultano all’esame di conti esplorati dal consulente, il quale riferisce di non avere rinvenuto assegni o bonifici provenienti da Tremonti; l’assegno del febbraio 2008 attiene evidentemente ad altra partita economica tra i due”.
La vicenda viene ricostruita pressoché negli stessi termini da La Repubblica: “‘Gioielli, orologi e viaggi a New York, in cambio nomine e notizie riservate”. Ma il quotidiano intreccia questa nuova indagine della procura napoletana con quella della P4, incentrata sulla figura di Luigi Bisignani. Lo fa puntando l’attenzione sulle parole pronunciate dallo stesso ministro Tremonti, nel corso di un suo interrogatorio in qualità di testimone. I pm chiedono dei suoi rapporti e di quelli del suo collaboratore Milanese con i vertici della Guardia di Finanza. E Tremonti, cui viene fatta ascoltare un’intercettazione tra Berlusconi e Michele Adinolfi (capo di Stato maggiore della Gdf, indagato per la P4 e sospettato di essere una ‘talpa’ per Bisignani), pare abbia parlato dell’esistenza, all’interno del corpo, di “due cordate”: una farebbe capo al presidente del Consiglio e a Gianni Letta, l’altra avrebbe avuto in Milanese il suo punto di riferimento.

Restiamo a La Repubblica per l’intervista a Berlusconi: “l’intesa con Bossi è solidissima”,  dice. E sul futuro: si candiderà alle prossime elezioni politiche? “Assolutamente no. Il candidato premier del centrodestra sarà Alfano. Io, se potessi, lascerei già ora”. Se Alfano sarà candidato premier, lei cercherà di andare al Quirinale? “Non è per me. Al Quirinale ci andrà Gianni Letta”. Di Tremonti: “Pensa di essere un genio e crede che tutti gli altri siano cretini”,  “è l’unico che non fa gioco di squadra”. Ha fatto mettere lei la norma salva-Fininvest nella manovra? “Hanno fatto tutto Tremonti e Alfano. Io nemmeno la volevo. Ma resto dell’idea che sia un provvedimento sacrosanto”, “la riproporremo in Parlamento, anche perché, ne sono sicuro, i cinque giudici della Cassazione (sul risarcimento alla Cir di De Benedetti che devono pronunciarsi a giorni, ndr.) ribalteranno il verdetto”.

“Giulio con chi sta?”, si chiede oggi sulla prima de Il Giornale Vittorio Feltri:  “con le sue idee da socialista”, per Feltri Berlusconi si illude di “convertire il suo superministro al liberalismo. Giulio vuole la pace sociale: non smonterà mai lo Stato-mamma”.

Botta e risposta tra Massimo D’Alema e Marco Travaglio su Il Fatto, in prima, ed in riferimento alle inchieste che fanno emergere finanziamenti alla Fondazione ItalianiEuropei da parte di personaggi sotto indagine. Risponde D’Alema: “i contributi alla Fondazione sono pervenuti da grandi aziende ma anche da piccole imprese e privati cittadini. Non si può rimproverare alla Fondazione Italianieuropei di aver accettato contributi da imprenditori che, successivamente, sono stati oggetto di indagine. Sarebbe come chiedere al ‘Fatto’ la garanzia che nessuna delle imprese che sottoscrivono contratti pubblicitari con il quotidiano sarà mai oggetto di indagine”, “escludo nella maniera più assoluta che imprenditori abbiano versato contributi dietro promessa, da parte della Fondazione Italianieuropei o mia, di favori o appalti”. “Grazie per la risposta, ma non basta”, ribadisce Travaglio, e giù nuova lista di richieste di chiarimenti.

E poi

Su tutti i quotidiani, con richiami in prima, la vicenda che vede coinvolto l’editore Rupert Murdoch: dopo lo scandalo delle intercettazioni illegali pubblicate dal tabloid di punta del gruppo, News of The world, la notizia è che  il tabloid sarà per l’ultima volta in edicola domenica. La vicenda, però, ha risvolti politici, perché colpisce anche Andy Coulson, ex portavoce del premier britannico Cameron, che oggi potrebbe essere arrestato. Il tabloid, ricorda il Corriere, vendeva tre milioni di copie.
In prima su La Repubblica il direttore della rivista Reset ricorda l’inziativa “Se non ora quando”, che si terrà a Siena sabato 9 e domenica 10 luglio. Le donne che vi prenderanno parte “vogliono diventare un movimento sociale organizzato e duraturo nel tempo” e “con loro si affaccia non solo un bacino elettorale, ma anche una promessa di ricambio della classe dirigente politica”, scrive Bosetti.

(Fonte: La Rassegna Italiana di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)

 

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