Il Corriere della sera: “Piano profughi: quote e multe”. “L’Ue distribuisce i migranti: metà in Germania e Francia, 40 mila via dall’Italia. Chi rifiuta dovrà pagare una sanzione fino allo 01 per cento del Pil. Scontri al confine Serbia-Ungheria”.
Di spalla un articolo di Aldo Cazzullo: “Quella lezione tedesca per la destra di casa nostra”.
A centro pagina una intervista a Joshcka Fischer: “Merkel mi ha sorpreso. Orgoglioso del mio Paese”.
A centro pagina: “Il governo migliora le stime sulla crescita”. “Renzi: ridiamo ai Comuni le tasse abolite”. “Chi ci guadagna se Imu e Tasi non ci sono più”.
In evidenza – come anche su altri quotidiani – le motivazioni della Cassazione sulla sentenza per l’omicidio di Meredith Kercher: “Meredith e l’inchiesta degli errori clamorosi”.
L’editoriale è firmato da Paolo Mieli, ed è dedicato alle riforme costituzionali. “Bicameralismo. Se 36 anni non bastano ancora”.
La Repubblica: “Profughi, in 40 mila lasceranno l’Italia. Renzi: no raid in Siria”. “A Germania, Francia e Spagna la metà dei rifugiati. Cameron: 20 mila da noi. Hollnde: attaccare l’Is”.
Di spalla Roberto Saviano si sofferma sulla criminalità a Napoli: “La paranza dei bambini nella guerra di Napoli. Una faida generazionale dietro l’uccisione del ragazzo di 17 anni”.
In evidenza anche – con foto – l’intervista al padre di Alan Kurdi, il bambino seppellito a Kobane e morto su una spiaggia turca: “La preghiera del papà di Alan: ‘Mio figlio simbolo di pace'”.
A centro pagina la politica, con foto di Renzi: “‘Pronto all’intesa sulle riforme ma io vado avanti'”.
A fondo pagina un articolo di Paolo Rodari: “Nozze più facili da cancellare. Il Papa cambia la Sacra Rota”.
La Stampa: “I raid in Siria dividono Francia e Italia”. “Sì di Hollande alle missioni anti Isis. Renzi: contrario a iniziative spot. Cameron rivela un attacco con i droni a Raqqa in agosto”. “Pronto il piano dell’Europa per distribuire i rifugiati: chi non li accoglie pagherà sanzioni. Via dall’Italia in 40 mila, la Germania ne avrà 31 mila. Scontri al confine Serbia-Ungheria”.
A centro pagina, con una grande foto: “Mille trattori paralizzano Bruxelles”. “Scontri e feriti. La Ue apre agli agricoltori: in arrivo 500 milioni di aiuti. Al Brennero controlli sul falso made in Italy”.
Il Messaggero: “Pensione anticipata, nuovi paletti”. “Renzi: ‘uscita flessibile, riforma entro qualche mese. Ma solo a costo zero per lo Stato”. “E sulla Tasi avverte: giusto non pagarla più, Comuni rimborsati per il mancato gettito”.
A centro pagina: “Profughi, ecco il piano Ue: metà a Germania e Francia. Via dall’Italia in 40 mila. Scontri al confine tra Ungheria e Serbia”.
E poi: “Parigi lancia i raid anti Isis. Roma si sfila: è solo uno spot”.
In prima il quotidiano dà anche rilievo alla notizia che un passeggero è salito su un aereo diretto a Bruxelles, dall’aeroporto di Fiumicino, privo di biglietto. “Sicurezza beffata, scoperto per caso”.
Il Giornale: “”L’Onu chiede ai ricchi italiani di mantenere gli immigrati”. “Le Nazioni Unite: con 15mila euro a testa i milionari possono salvare i rifugiati”. “La Francia pronta a bombardare l’Isis, l’Italia si sfila”.
Il titolo di apertura: “L’ennesimo annuncio del premier: ‘Una manovra da 25 miliardi’. Però ne rischiamo 10 di tasse”. “Niente promesse da Tsipras” è il titolo dell’editoriale firmato da Marcello Zacché.
A centro pagina una foto di Giorgio Napolitano che “parlando ieri a Bologna per ricordare Renato Zangheri ha detto che il Pd deve rimanere ancorato al suo dna”, come scrive Alessandro Sallusti. “Napolitano comunista e se ne vanta. Re Giorgio: ‘Il Pd non dimentichi che è anche erede del Pci'”.
Vittorio Feltri si occupa delle accuse di Renzi a chi non condivide la linea del governo sull’immigrazione (“Bestie) e della risposta di Salvini (“Verme”): “Bestie & vermi: se Renzi insulta non si lamenti con chi risponde”.
Libero: “Italiani brave bestie. Gli insulti di Renzi”. “Il premier attacca chi critica la sua politica sull’immigrazione”.
Il Sole 24 ore: “Mini ritocco al Pil della Cina. Riserve ridotte di 93 miliardi. Pechino corregge la crescita 2014 da 7,4 a 7,3 e vende valuta pregiata per stabilizzare lo yuan”. “Shangai chiude a -2,5 per cento, bene le Borse europee”.
Di spalla: “Profughi, il piano Ue. Metà saranno accolti in Germania e Francia”.
A centro pagina: “Spunta il bonus investimenti al sud”. “Renzi: credito di imposta di 2 miliardi. ‘Ridaremo ai sindaci quanto togliamo con Imue Tasi’. Squinzi: momento propizio per cambiare rotta sulle relazioni industriali”.
Immigrazione
Su La Repubblica si legge che l’Unione europea “chiederà a Germania, Francia e Spagna di accogliere più di 70mila rifugiati. Una fonte europea ha reso noto che Francia e Germania prenderanno insieme quasi la metà dei 120mila rifugiati, saranno ricollocati in base al nuovo piano che il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, presenterà a breve, forse anche il 14 settembre”. 31 mila saranno accolti dalla Germania, 24 mila dalla Francia, in Italia saranno 15600 che si aggiungono ai 24 mila decisi nel maggio scorso.
Sul Corriere viene intervistato l’ex ministro degli esteri tedesco Joshcka Fischer, che dice che Angela Merkel ha preso “una decisione giusta e coraggiosa”, “con essa si chiude per sempre il dibattito se la Germania sia terra di immigrazione e di asilo: la risposta è sì”. Quella di Merkel è una decisione che lo ha sorpreso, una decisione “sul modello di quella presa dopo Fukushima, quando in una notte cambiò linea e decise la fine del nucleare. Non credo ci sia molta strategia dietro, piuttosto intuito. Allora furono soprattutto ragioni elettorali, stavolta è stata motivata con ragioni umanitarie. Per questo mi levo il cappello”.
Sul Sole 24 ore si spiega che per discutere l’emergenza “è molto probabile” che si terrà un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo la prossima settimana oltre al consiglio straordinario dei ministri dell’interno il 14 settembre. In attesa della proposta ufficiale di Juncker Berlino ha annunciato che sbloccherà sei miliardi di euro per accogliere i richiedenti asilo nel 2016. Ieri mattina, scrive ancora il quotidiano di Confindustria, Renzi ha sentito Angela Merkel.
Renzi, scrive La Repubblica, ha detto a proposito del piano Juncker “vogliamo vedere che questo accada. Come si dice in napoletano ‘ca’ nisciun è fess’. Anche la Gran Bretagna ha fatto sapere che accoglierà nei prossimi cinque anni ventimila siriani.
“Non lasciamo sola l’Europa” è il titolo di un articolo di Michael Ignatieff su La Repubblica. Si rivolge agli Usa, che hanno accolto solo circa 1500 profughi siriani. “Non è giusto che gli Stati Uniti continuino a fingere che la catastrofe dei profughi sia un problema europeo”.
Su La Stampa il contributo di Ian Buruma: “Berlino accolga anche chi fugge per fame”.
Il Giornale dà rilievo all’appello pubblico fatto dall’Unhcr, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati, rivolto ai “milionari italiani”, 219 mila persone che possiedono un patrimonio superiore al milione di euro perché si facciano carico dei conti degli immigrati sbarcati in Italia nell’ultimo anno. Se ognuno di loro, dice l’appello pubblicato dal Corriere, donasse 15 mila euro l’Unhcr disporrebbe di fondi sufficienti per assistere 22 mila famiglie siriane. “Conti in rosso, sprechi certificati e interventi inutili. Le Nazioni Unite affondano e non riescono a intervenure concretamente in quella che è la maggiore emergenza migratori degli ultimi anni”, scrive il quotidiano diretto da Sallusti.
Siria, Isis
Ieri il presidente francese Hollande ha annunciato che da oggi il suo Paese inizierà “i primi voli di ricognizione contro lo Stato Islamico in territorio siriano”. In seguito, ha detto, l’aviazione del suo paese passerà a raid veri e propri contro obiettivi militari di Daech. Hollande ha invece confermato che, al pari del passato, la Francia non invierà truppe per agire via terra. Scrive Andrea Bonanni su La Repubblica che Francia e Gran Bretagna, “prese in contropiede” dalla iniziativa tedesca sui rifugiati, “cercano di riprendere l’iniziativa politica in Europa”.
La Stampa ricorda che fino ad oggi i francesi hanno operato in Iraq ma non in Siria anche per non “fare il gioco” di Assad. Ora la linea è cambiata perché – ha detto Hollande – “alcuni attentati in Francia degli ultimi mesi sono stati organizzati da Daech direttamente dal territorio siriano”. La Francia agisce nell’ambito della coalizione Chammal, quella creata lo scorso anno a guida Usa, che riunisce diversi Paesi occidentali ed arabi.
Il Manifesto titola in apertura “Franco tiratore”. Si spiega che Parigi “non farà nulla che possa consolidare Assad”, che “i voli di ricognizione serviranno a ‘conoscere cosa si prepara contro di noi e contro la popolazione siriana’” e che “‘secondo le informazioni raccolte, saremo pronti a colpire'”. “Con questa decisione, la Francia ‘assume le proprie responsabilità’, come ha già fatto in Mali, nel Sahel contro Boko Haram, in Centrafrica (con tutte le differenze del caso, in questo ultimo caso), ha sottolineato Hollande. Ma non ci saranno truppe a terra: sarebbe una scelta ‘incoerente e irrealista’” anche perché “per Parigi la ‘soluzione’ resta ‘politica in Siria’, con il coinvolgimento dei paesi del Golfo, della Russia, dell’Iran oltre che della coalizione”.
Sul Sole 24 ore Marco Moussanet scrive che “stando ai sondaggi” l’ipotesi di bombardare le posizioni dell’Isis in Siria “riscuote il 61 per cento dei consensi dell’opinione pubblica” francese.
Sul Corriere spazio per le dichiarazioni del premier britannico Cameron, che ieri “ha rivelato che in ‘agosto due miliziani dell’Isis, cittadini britannici sono stati uccisi in Siria con un attacco compiuto da un drone della Raf in agosto'”. L’attacco, ha detto Cameron, era “del tutto legale”.
Su La Stampa una analisi di Maurizio Molinari spiega che “Occidente, russi, turchi” procedono “in ordine sparso” . Se Teheran e Mosca inviano uomini e armi per “sostenere il regime di Assad”, i Paesi sunniti aumentano la pressione aerea contro l’Isis sostenuti da Francia e Usa mentre la Turchia continua a combattere senza tregua i curdi. Si spiega anche che l’Italia ha un “approccio diverso” perché nel nord Iraq è “per il consolidamento, anche militare, del Kurdistan” e spinge perché in Libia ci sia un “accordo tra le fazioni”.
“Le iniziative spot non servono”, ha detto ieri Renzi a Porta a porta. Alla parole di Renzi è dedicato anche un commento di Marta Dassù su La Stampa, dove si sottolinea che nelle parole del premier c’è “la legittima convinzione che sia indispensabile un accordo politico”.
Il Giornale dà conto di una visita che Berlusconi farà in Russia da domani a domenica: “Berlusconi vola da Putin. Incontro su Isis e migranti”. “L’impegno in una diplomazia parallela sulle questioni mondiali”. Si tratta di “colloqui che non impegnano i governi dei due Paesi” ma che sono “importanti anche alla luce del fatto che – è il pensiero del Cavaliere – c’è un deficit di leadership internazionale”.
Dal nord dell’Iraq su Il Giornale una corrispondenza di Fausto Biloslavo racconta la missione di 500 militari italiani “contro il Califfo”, missione battezzata Prima Parthica, dalla legione romana che alla fine del secondo secolo dopo Cristo marciò fino in Mesopotamia. Oltre ai 200 paracadustisti italiani ci sono i carabinieri a Baghdad, che addestra la polizia e l’aeronautica in Kuwait con quattro caccia Tornado ed i droni. In tutto 500 uomini che fronteggiano la minaccia delle bandiere nere. I caccia non bombardano, ma scattano fotografie per individuare gli obiettivi dello Stato islamico. Un velivolo senza pilota ha filmato una gigantesca bandiera nera al centro di una città occupata dallo Stato islamico”.
Economia, governo
Ieri il presidente del consiglio Renzi è stato ospite della prima puntata della stagione di Porta a porta. Oltre che di riforme, opposizione interna, immigrazione, ha parlato anche di economia. Sulla tassa sulla prima casa ha confermato che la abolirà, ha annunciato un meccanismo di compensazione per i Comuni per le entrate mancanti. “Renzi rassicura i sindaci”, scrive La Stampa. “Renzi rassicura i Comuni”, scrive Il Messaggero.
Sulle pensioni – come scrive il Corriere – ha detto che occorre trovare “un meccanismo per cui chi vuole andare in pensione un po’ prima rununciando a un po’ di soldi possa farlo”, ma “il problema è quanto prima e quanti soldi” perché “per lo Stato deve essere a somma zero”. Sulla prossima legge di Stabilità ha detto che ci si aspetta maggiore flessibilità dall’Europa, “spero di avere un deficit il prossimo anno che non sia l’1,4% che prevede il Fiscal compact”. Ha anche annunciato misure per il sud come decontribuzione o credito di imposta.
Sul Sole spazio per le dichiarazioni del presidente di Confindustria Squinzi, ieri ad una assemblea di industriali di Bologna. Squinzi ha detto che è meglio “ridurre le tasse sulle imprese piuttosto che ridurre le tasse sulle case, come Imu e Tasi”. “Noi non chiediamo incentivi o aiuti, ma semplicemente che questo Paese faccia le riforme e i provvedimenti che peraltro il primo ministro ha individuato e sui quali possiamo essere d’accordo”. Occorre inoltre “stabilizzare” il provvedimento che fornisce incentivi a chi assume “perché sennò non ha molto senso e diventa una stabilizzazione fittizia”. I dati sul Pil, “anche se con gli zero virgola”, sono positivi “ma per dire che c’è una ripartenza c’è ancora molta strada da fare”. Servono le riforme, “da quelle istituzionali a quelle della Pubblica amministrazione e del fisco”. Squinzi ha anche rilanciato il tema della riforma della contrattazione.
Riforme
Sul Sole: “Renzi apre sui poteri del Senato ma dice no a ‘ripartire daccapo’”. “Non ci sarà riscrittura dell’articolo 2”.
Su La Repubblica Stefano Folli si sofferma sulla sfida che per Renzi rappresenta la riforma costituzionale, rispetto al “partito del premier”: “Se Renzi vince la strada per lui sarà spianata. Il Pd continuerà ad esistere ma sarà in sostanza a tutti gli effetti il partito del presidente del consiglio” con il suo “rapporto carismatico con la base” visto in questi giorni alle feste de L’Unità. Se invece “Renzi inciampa” sulla riforma costituzionale “rischia di venir giù l’intero castello del renzismo e la storia del Paese prenderà un’altra strada”.
Sul Corriere Paolo Mieli (“Se 36 anni non bastano ancora”) sottoscrive quello che ha scritto qualche giorno fa Michele Ainis: sarebbe stato meglio abolire il Senato, bastavano 4 righe che però nessuno di coloro che criticano la riforma di Renzi ha pensato di proporre. Oggi la questione dell’elettività dei senatori “si presenta solo come un modo per riaprire il dossier, rimettere in discussione la legge elettorale e riportare in mare aperto la nave della riforma (nell’evidente speranza che affondi)”.
E poi
Sul Sole 24 ore si legge che Thomas Piketty, “una star dell’economia”, ha deciso di “andare in soccorso di Podemos”, il movimento politico spagnolo che da mesi è “in caduta di consensi” in Spagna, dove si vota tra poco. Lo ha annunciato lo stesso Piketty in una conferenza stampa insieme a Pablo Iglesias, leader del movimento spagnolo. Il quotidiano di Confindustria ricorda che alle elezioni amministrative di maggio Podemos e Ciudadanos “hanno registrato ottime performance” mentre un sondaggio del mese scorso “ha evidenziato un ampliamento del vantaggio del Partito popolare, pur al di sotto della maggioranza necessaria per governare da solo. Il Pp si attesterebbe al 28,2%, mentre i socialisti sarebbero al 24,9. Podemos e Ciudadanos hanno perso parecchio terreno e il loro consenso sarebbe rispettivamente al 15,7 e all’11,1 per cento”.
La Stampa si occupa degli “indipendentisti catalani” perché il 27 settembre ci saranno le elezioni regionali e i sondaggi dicono che la coalizione del fronte favorevole alla secessione da Madrid ha la maggioranza per decidere, per via parlamentare – dopo il referendum del 2014 dichiarato illegale dalla Corte costituzionale spagnola.
(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)