Di spalla a destra: “Per l’industria il peggior dato sul fatturato da tre anni”, di Lorenzo Salvia.
A centro pagina la foto della voragine sul Lungarno di Firenze: “Così il Lungarno è sprofondato. Paura a Firenze”, “Il sindaco: errore umano”.
A fondo pagina, il referendum sulle riforme costituzionali: “Ma Togliatti, alla fine, vota Sì oppure No?”, “Da Dossetti a Berlinguer e Ingrao, l’incredibile uso del passato nella sfida referendaria”, di Pierluigi Battista.
In prima anche la notizia della condanna a sei anni di carcere per i due aspiranti jihadisti arrestati undici mesi fa a Manerbio, nel bresciano. I due affiliati che l’Isis non sapeva di avere -scrive Luigi Ferrarella- sono un tunisino e un pakistano, parlavano di un attacco alla base Nato di Ghedi.
La Repubblica, con foto della fasi del naufragio davanti alle coste libiche: “Scafisti, strage senza fine. Salvati oltre 500 migranti”, “Libia, si rovescia un barcone. Renzi: un G7 speciale in Sicilia”.
In apertura a sinistra, con foto del Lungarno di Firenze: “Una voragine tra i tesori. Firenze ferita”, “Crollano 200 metri di Lungarno. ‘Le città abbandonate'”. Con un commento di Tommaso Montanari: “Un Paese dai piedi d’argilla”.
Sulla colonna a destra, intervista dell’ex direttore Ezio Mauro all’ex presidente della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky: “Zagrebelsky: no al referendum per non svuotare la democrazia”.
Più in basso, un intervento di Roberto Saviano: “Le mafia silenziosa alla conquista di Londra”. (Se si chiede quale sia il Paese più corrotto al mondo, la risposta più immediata è dettata dal grado di corruzione percepita” e quindi magari si pensa al Messico, ai Paesi latinoamericani, a quelli africani, al Medio Oriente o all’Italia. E invece il più corrotto è l’Inghilterra: “ma non di una corruzione che riguarda gli amministratori pubblici, i poliziotti, i sindaci; ma di una corruzione che è consustanziale al sistema economico”).
Sui dati economici relativi al nostro Paese: “Gelata di marzo, cala il fatturato delle industrie”.
La Stampa, con foto del barcone ce si è capovolto ieri a 20 miglia dalle coste libiche: “I marinati italiani salvano 562 profughi”, “Naufragio al largo delle coste libiche: 5 vittime e molti dispersi nell’affondamento di un barcone”.
Ai temi dell’immigrazione -ma non solo- è dedicata l’intervista di Francesca Schianchi al ministro degli Esteri Gentiloni: “L’Europa non torni in letargo sui migranti: il populismo si sconfigge combattendo le paure, non soffiando sul fuoco”.
In apertura a sinistra: “G7, da Obama a Renzi patto per la crescita. Ma Merkel si oppone”, “Cameron si allinea con la Germania. In agenda commercio e migranti”, “Il piano di Tokyo per far ripartire l’economia”.
Alla riunione del G7 che si apre oggi in Giappone è dedicato il commento di Andrea Montanaro: “Un’alleanza per battere l’evasione fiscale”.
Sulle primarie Usa: “Clinton-Trump, la sfida si avvelena”, di Gianni Riotta.
Sulla politica italiana: “Letta-Speranza, ticket anti premier per la sinistra Pd”, “Italicum prima battaglia”.
E sul M5S: “Allarme di Grillo”, “‘No alle false liste 5 Stelle’ che spopolano da Nord a Sud”, “Candidati non certificati corrono da soli da Rimini a Salerno. Grillini presenti solo in un Comune su 5”.
Il Fatto ha un’intervista all’ex presidente del Consiglio Romano Prodi: “‘Frontiere e Libia: Europa senza guida’”, “Il Professore: ‘In Austria scampato pericolo della destra xenofoba, ma sulla speranza di un continente unito sono pessimista’. Si capovolge un barcone nel Canale di Sicilia: 5 morti. 3 mila migranti sbarcati in 48 ore”.
Di fianco: “Caschi blu, si indaga sul traffico di cibo”, “Libano. El Pais: ‘Italia coinvolta’. La Difesa: ‘Non c’entriamo’”, “Parte dei rifornimenti alla missione di peacekeeping verrebbero rivenduti e finirebbero anche nei supermercati. Accuse ai contingenti asiatici e africani. La Procura militare: ‘Per ora nessuna inchiesta’”.
A centro pagina il titolo in maggior rilievo, presenta un “dossier”: “Referendum, le 30 bugie del Sì”, “Propaganda e ragioni del No su una ‘riforma’ disastrosa e pericolosa”, “Il bicameralismo resta, ma nel caos. E i senatori non sono più eletti”, “I risparmi annunciati sono risibili. Le leggi continueranno a passare da entrambe le Camere (ma con procedure molto più complicate e confuse). E i consiglieri regionali e sindaci nominati senatori avranno una assurda immunità”.
Al tema è dedicato l’editoriale del direttore Marco Travaglio: “Fiato alle trombe” (“In attesa del virile e patriottico giuramento dei Mille Professori al Manifesto del S’ (non si sa ancora se il saluto romano e il salto nel cerchio di fuoco saranno obbligatori o facoltativi), prosegue la caccia agli antenati illustri del ddl Boschi-Verdini. Dopo Berlinguer, Ingrao e Nilde Jotti, i tombaroli del Nazareno sono al lavoro per scovare altri cadaveri eccellenti che, con la loro lungimiranza, anticiparono il Sì alla Grande Riforma. E ne hanno già rintracciati un discreto numero”. E sarcasticamente si citano, a mo’ di esempio, l'”inequivocabile” Marco Tullio Cicerone e il suo “senatores boni viri, Senatus mala bestia”).
In prima anche la foto del Lungarno crollato: “La voragine di Firenze e la Giglio Magico Spa”, “Sotto accusa Publiacqua”.
In prima anche le vicende dell’Agfghanistan all’indomani dell’uccisione, con un drone americano, del Mullah Akhtar Mansour: “La morte di Mansour apre le porte all’Isis”, scrive Massimo Fini.
Il Giornale: “Lo scandalo delle pensioni gratis”, “Gli enti pubblici non pagano i contributi per 50 miliardi. Per questo non ci sono i soldi”, “Fregatura di Stato”, “Cala la produzione industriale, Berlusconi invoca politici capaci”.
A questo “scandalo pensioni” è dedicato l’editoriale del direttore Alessandro Sallusti.
A centro pagina, con foto del Lungarno crollato a Firenze: “Ecco la rottamazione di Renzi”, “Firenze, figuraccia mondiale”, “Voragine sul Lungarno, nel mirino la società dell’acqua gestita da un consulente del governo”.
Con un appello di Vittorio Sgarbi: “Ripartire da qui per prenderci cura della bellezza”.
Con foto del presidente del Consiglio: “Premier nel pallone”, “E Matteo pensa alla Nazionale. Vuole Ct l’amico Montella”.
Sulla colonna a destra: “Legge salva casta. Nove anni se si diffamano politici o magistrati”. Ne scrive Giorgio Mulé, direttore di Panorama. Si fa riferimento all’approvazione alla quasi unanimità in commissione Giustizia al Senato di una norma che prevede -scrive Mulé- una pena fino a 9 anni di carcere nei confronti dei giornalisti condannati per diffamazione ai danni di un politico o di un magistrato.
Più in basso, sulla campagna referendaria: “Il comitato del sì ha occupato tutti i canali Rai”, di Giancarlo Mazzuca.
A fondo pagina: “Compagnie elettriche, gara a risarcire il canone”, “Edison lancia l’idea sulle bollette”. Di Massimo Malpica.
Naufragi nel Mediterraneo
A diciotto miglia dalle coste libiche, ieri la Marina Italiana e la Guardia costiera stavano lanciando salvagenti ai migranti -quasi 600- assiepati in una sgangherata barca, dopo aver ricevuto una richiesta d’aiuto da un cellulare. Ma, spiega il Corriere, alla vista delle nostre navi, gli occupanti della barca si sono proiettate tutte su una sponda dell’imbarcazione, che si è letteralmente capovolto in pochi minuti.
Sul Corriere della Sera a pagina 5 l’articolo di Fiorenza Sarzanini: “La ripresa degli sbarchi”, “Ogni giorno duemila arrivi, i trafficanti hanno trovato nuovi scafi da far salpare: gommoni cinesi con motori del Qatar”. Ormai sono due i percorsi battuti dalle organizzazioni criminali per giungere in Europa attraverso la “porta” meridionale attraverso Sicilia, Calabria e Puglia: quello che parte dalla LIbia, in particolare da Zwara e dalle spiagge vicine. E quello che comincia in Egitto. Entrambi redditizi, almeno a leggere i dati del Dipartimento per l’immigrazione guidato dal prefetto Morcone.
Su La Stampa: “Barcone si rovescia durante i soccorsi. Salvati in 562 al largo della Libia”, “Panico dei migranti durante l’arrivo di due navi della Marina. Recuperati cinque corpi. Usati gommoni ‘made in China’. E crescono le pressioni di chi vuole lasciare l’Egitto”, scrive Guido Ruotolo.
Su La Repubblica: “La speranza, poi il naufragio davanti ai militari italiani. E’ strage, ma 540 in salvo”, “Nuova tragedia dei profughi tra la Libia e le nostre coste. Renzi: nel 2017 un G7 speciale sui migranti in Sicilia”.
E il quotidiano intervista Francesco Iavazzo, comandante del pattugliatore d’altura “Bettica”, che racconta: “Quei bimbi presi per i capelli vivi grazie ai miei marinai”.
Frane sul Lungarno a Firenze
La Repubblica, a pagina 2: “la voragine di Firenze, sfregio tra i gioiello ammirati dal mondo”, “Salta un tubo, buca di 200 metri vicino a Ponte Vecchio. Auto inghiottite e palazzi evacuati. Scoppia la polemica”. E’ il racconto di Massimo Vanni dalla città. In basso, intervista al sindaco Dario Nardella: “Il sindaco: chi ha sbagliato pagherà”. Ieri aveva parlato di “errore umano” e ora spiega a Ernesto Ferrara che lo intervista: “E’ l’ipotesi di cui mi sto convincendo sempre più. Intorno alla mezzanotte di mercoledì c’è stato un intervento sul lungarno Torrigiani per un primo allagamento, è intervenuta una squadra di Publiacqua (la società che gestisce la rete idrica, ndr.) che non ha ritenuto di dover fare controlli più accurati sulla strada e un monitoraggio totale. Hanno pensato di aver riparato il danno e se ne sono andati. Alle 6.15 è crollato tutto. Forse sarebbe servita una verifica più approfondita. Ci chiediamo anche se l’intervento effettuato dalla ditta sul primo allagamento non abbia influito sullo sprofondamento del lungarno. Ora Publiacqua dovrà dare risposte”.
Su Il Fatto: “Voragine a Firenze. Accuse alla società del Giglio Magico”, “Un tubo rotto davanti agli Uffizi”, “Franano 200 metri di Lungarno: ‘Perdite già segnalate’ a Publiacqua, gestita dai fedelissimi di Renzi. Indagano i pm”. Nell’articolo di Davide Vecchi si legge che Publiacqua fa pagare ai fiorentini una delle bollette più care d’Italia, secondo Federconsumatori: 406 euro contro i 100 dei milanesi”. Publiacqua è -scrive Vecchi- dal 2009 la culla del renzismo: presidente nominato dall’allora sindaco Renzi era Erasmo D’Angelis, poi messo a capo della struttura sul dissesto ecologico dal Renzi premier, prima di essere insediato come direttore dell’Unità dal Renzi segretario del Pd. A D’Angelis, nel 2009, venne affidata una giovane e inesperta Maria Elena Boschi, inserita per volere del primo cittadino nel consiglio di amministrazione della partecipata.
Su La Stampa: “Lega all’attacco: azienda governata dal ‘giglio magico’, lì esordì la Boschi”.
E sulla stessa pagina: “Senza manutenzione, ‘è tutta colpa loro’. Sott’acqua un’Italia fragile e irresponsabile”, “Condotta cambiata dopo l’alluvione del ’66 e non monitorata, specchio di un Paese arretrato”. Di Giuseppe Salvaggiulo.
Referendum, Pd
Su La Stampa: “Letta e Speranza. Un ticket anti Renzi per la sinistra Pd”, “La prossima battaglia dell’ex premier: l’Italicum”, secondo Carlo Bertini, che firma l’articolo.
Sulla stessa pagina: “Quando il Pds di Occhetto voleva una riforma in stile Renzi”. Il quotidiano riproduce il frontespizio del programma di governo del Pds del 1994. “L’ex ministro Mussi: ma la nostra proposta era equilibrata”.
Sul Fatto un “dossier” di due pagine che si propone come “vademecum per i lettori”. E’ curato da Massimo Villone, Domenico Gallo e Alfiero Grandi”Costituzione e Italicum, 30 ragioni per votare No al referendum di ottobre”. “Velocizzare? Nella legislatura 2008-2013 le leggi del governo sono state approvate in 116 giorni di media. Per i decreti sono bastati 38 giorni”. Incostituzionale è “il premio di maggioranza della legge elettorale di Renzi, come lo era quello del Porcellum: assegna 340 seggi (il 54% del totale) a chi è in minoranza per voti presi”.
Su La Repubblica un’intervista di due pagine (10 e 11) dell’ex direttore Ezio Mauro all’ex presidente dela Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky: “Renzi e il referendum, il mio No per evitare una democrazia svuotata”, “Per l’ex presidente della Consulta la riforma del Senato sommata all’Italicum ‘realizza il sogno di ogni oligarchia: umiliare la politica a favore delle tecnocrazie'”. Dice ancora Zagrebelsky: “Al Quirinale dissi una volta a Napolitano: quando le condizioni sociali si fanno strette l’alternativa è tra chiusure autoritarie e aperture democratiche”; “Il linguaggio dei riformatori è brutale e ingenuo. Sì, si saprà subito chi ha vinto ma guai a ritenere la vittoria un’unzione sacra che permette di insultare”; “Il governo sta facendo bene su varie cose, non ho pregiudizi. Ma non mi piace che un dibattito sulla Costituzione si trasformi in un plebiscito sul premier”.
Ancora su La Repubblica a pagina 12: “Il premier: ‘Per il Sì anche elettori non Pd’. Ma Bersani attacca”, “‘L’Italicum va cambiato o sarò tentato dal No’. Roma, Berlusconi vira: con Meloni se va al ballottaggio”.
Sul Corriere: “Sinistra pd, cresce la tentazione del No”, “La minoranza alza l’asticella delle richieste. E Orfini: nei ritagli di tempo dovremmo batterci per giugno”. Di Monica Guerzoni. In basso, il “retroscena” di Maria Teresa Meli: “Renzi esclude defezioni: cederanno. Ipotesi 2 ottobre per la consultazione”.
Europa, migranti, populismo
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, in un’intervista a La Stampa, dice: “L’Europa non torni in letargo sui migranti. Il populismo si sconfigge combattendo le paure”, “L’addestramento in Libia partirà solo dopo aver coinvolto le Camere e l’Onu”, “Ci siamo riunti a Roma con i sei Paesi fondatori dell’Ue: ci vedremo anche dopo il referendum inglese”, “Abbiamo un piano di pronto intervento in 17 Paesi africani da attuare nel breve periodo”, “In Libia cerchiamo un accordo con il generale Haftar, che deve riconoscere il governo Sarraj e vedersi riconosciuto un ruolo nella nuova struttura del Paese”.
Russia-Ucraina
Su La Stampa: “Putin riapre alla trattativa con l’Ue e libera la top gun ucraina”, “Scambio di prigionieri Mosca-Kiev: ‘Gesto per ridurre il conflitto nel Donbass'”. Francesca Sforza, inviata a Kiev, spiega che la liberazione di Nadja Savchenko, la pilota ucraina condannata a 22 anni con l’accusa di aver offerto le coordinate che provocarono la morte di due reporter russi, è stata liberata ieri mattina a Rostov sul Don non per effetto di un procedimento di grazia emanato dal presidente Putin. La grazia non era stata mai richiesta e non si è trattato di un gesto unilaterale, ma di uno scambio: nelle stesse ore in cui veniva liberata, a Mosca all’aeroporto arrivavano due soldati russi. “La decisione di perdonare Savchenko -ha detto Putin- è stata dettata da un senso di umanità, spero che il gesto contribuisca a ridurre il conflitto nel Donbass”. Il senso politico, scrive Sforza, è molto chiaro: in vista della discussione sul prolungamento delle sanzioni economiche contro la Russia il prossimo 31 luglio, il presidente russo ha voluto lanciare un segnale di apertura alla comunità europea. Sforza riferisce anche le parole del presidente ucraino Poroshenko: “Abbiamo atteso in preda all’ansia per 709 lunghi giorni, abbiamo pregato, abbiamo agito sul campo e organizzato proteste per far sì che la giornata di oggi si compisse: come abbiamo fatto ritornare Nadja, così riavremo il Donbass e la Crimea sotto la sovranità ucraina”.
Usa
Su La Stampa l’articolo di Francesco Semprini da New York: “Email-gate, tegola su Hillary: ‘Ha violato le procedure'”, “Il Daily Telegraph attacca Trump: ‘Frode al fisco da 50 milioni di dollari'”.
Sulla stessa pagina l’analisi di Gianni Riotta: “Ma la guerra politica che corrode l’America non sposterà voti”, “Il Paese sempre più radicalizzato è disgustato da entrambi i leader”.
Su La Repubblica la corrispondenza di Alberto Flores D’Arcais da New York: “‘Decine di milioni frodati al fisco’. L’accusa dei media inglesi a Trump”, “Il ‘Telegraph’: investimenti mascherati da prestiti. Il tycoon: ‘Estraneo a quella transazione’. Il Dipartimento di Stato: c’è un altro caso di uso improprio da parte della Clinton”.
Di fianco, Alexander Stille, a proposito di Trump, scrive che “la violenza verbale lo porterà al successo”.
Sul Corriere: “Hillary, torna lo scandalo delle email: ‘Violati gli standard del governo'”, “Nuove rivelazioni sulle tasse si Trump: ha sottratto al fisco cinquanta milioni”.
E poi
Su La Stampa, alle pagine della Cultura i lettori troveranno un articolo di Luca Molinari sulla 15° Biennale che si apre sabato a Venezia: “L’architettura operaia salverà il mondo”, “Immigrazione, dissesto ambientale, crescita smodata delle periferie: la 15° Biennale che si spare sabato a Venezia mette al centro gli autori impegnati a migliorare la vita di milioni di persone, senza rinunciare alla bellezza”.
Alla pagina seguente: “La Spezia ricorda l’esodo ebraico con un premio a Napolitano”, “Settant’anni fa salpavano dalla città ligure due navi cariche di profughi diretti verso il futuro Stato d’Israele”. Ne scrive Stefano Stefanini.
Sul Corriere un commento di Francesco Grillo: “Le idee per affrontare la sfida tecnologica”, “La fabbrica intelligente. Siamo in prossimità di un enorme cambiamento paragonabile all’introduzione del telaio a vapore, l’inizio della prima rivoluzione industriale. L’Italia deve sfruttare le sue debolezze e renderle un vantaggio competitivo”.