Gaza, il giorno dei 100 morti

Le aperture

La Repubblica: “Gaza, il giorno dei 100 morti. Obama a Israele: fermatevi”.
In apertura a sinistra: “Berlusconi: ‘Ora voglio ricandidarmi’”, “L’ex premier punta a una norma per superare la legge Severino”, “Riforme, M5S riapre a Renzi”.
A centro pagina: “I Comuni verso la bancarotta, più di 180 a rischio chiusura”, “Scatta la rivolta: troppi aiuti a Roma e Napoli”.
In taglio basso, un’analisi di Tmothy Garton Ash sulla crisi ucraina: “Dalla Crimea al Boeing abbattuto, così cominciò l’ossessione di Putin”.
Un richiamo in prima anche un richiamo all’intervista di Marcus Gunther alla figlia di Claus Schenk Von Stauffenberg, Konstanze: “Mio padre che voleva uccidere Hitler”

La Stampa: “A Gaza un giorno di inferno”, “Le bombe fanno strage, 100 morti. Uccisi anche 13 soldati italiani”, “Colpito il quartiere di Shejaya, Hamas: catturato un militare. Nethanyahu: andremo sino in fondo. La condanna dell’Onu”.
Sotto la testata: “Renzi, pressing su Grasso per accelerare le riforme”, “Il testo del Senato oggi in Aula: previsti 8000 emendamenti”, “Berlusconi al governo: nessuno sgambetto”.
A centro pagina: “Ucraina, i cadaveri ammassati su un treno”, “Gli scontri bloccano la restituzione”.
In taglio basso: “I diritti delle coppie gay? Li riconosce l’azienda”, “Sono in aumento i congedi matrimoniali”.
Il Corriere della Sera: “La battaglia dei cento morti”. Di spalla un commento di Angelo Panebianco, dal titolo: “Il silenzio su Putin che ostacola l’ambizione”. L’editoriale è firmato da Maurizio Ferrera, e si sofferma sui “rinvii” e le “distrazioni” che ostacolano le riformesul lavoro.
In prima anche le vicende della Lega e del centrodestra: ““Salvini rieletto segretario: per ora non vedo alleati”. E poi: “Berlusconi chiama Alfano: ‘Italiani stanchi, basta liti’”.

Il Giornale.  In apertura: “Il fisco a caccia di cameriere”. Sotto: “Piccoli Ingroia crescono”, dedicato ai pm di Palermo e di Napoli. L’editoriale, a fima di Alessadnro Sallusti, è titolato: “Il centrodestra appeso al telefono”. Al centro: “Ogni mese sbarcano mille bimbi il nuovo business dei trafficanti”. Accanto: “Strage a Gaza Hamas usa scudi umani

L’Unità: “Gaza muore, salviamo Gaza”. A centro pagina: “Nomine Ue, Mogherini sempre più in bilico”.  Rocco Cangelosi firma un commento: “Renzi non può cedere ai diktat”. Da segnalare in prima anche una intervista al presidente del Senato Grasso, ancora a proposito della assoluzione per Berlusconi nell’Appello del processo Ruby: “Sbaglia chi tira in ballo la legge Severino”, il titolo.

Gaza

La Repubblica intervista lo scrittore israeliano Abraham Yeoshua: “Ho un figlio di 40 anni a Gaza. Ha due bambini piccoli”, dice, sottolineando che “se i palestinesi avessero accettato il cessate il fuoco non saremmo arrivati a questo punto. Portano la responsabilità di aver detto no”. Ammette che “è cresciuta la destra” in Israele, “è aumentato il fanatismo. Dappertutto, non solo in Israele”. Ma ritiene che Netanyahu parli “direttamente con Hamas, subito”, anziché ricorre alla mediazione dell’Egitto. “La chiusura del valico di Rafah è stato ciò che ha scatenato la guerra. Non è che noi dobbiamo fare la guerra per conto degli egiziani”, “Dobbiamo trattare seriamente con Hamas, aprire il blocco della Striscia e ottenere la demilitarizzazione di Gaza. Ci sono dei falchi nella coalizione di governo di Netanyahu, ma il sentimento della grande maggioranza degli israeliani è questo: bisogna parlare con Hamas sotto l’ombrello dell’Autorità palestinese di Mahmoud Abbas, e dare ad Abbas via libera per i due Stati, quello palestinese accanto a quello israeliano”.
Su La Stampa l’inviato a Gaza Maurizio Molinari racconta: “Truppe speciali all’assalto della Maginot di Hamas. Strage tra le case bunker”: case trasformate in bunker dalle quali si accede a tunnel che penetrano fino in territorio israeliano o si diramano verso la Striscia. Il quotidiano intervista lo scrittore israeliano Aharon Appelfeld: “Generalmente si l’idea che Israele sia un Paese molto forte -dice- armato bene. E nondimeno un piccolo gruppo di terroristi, forse 5000 o 7000, opposti a un Paese di più di 6 milioni di persone, hanno scavato e costruiito un’altra città 30-40 metri sotto terra e hanno gallerie in grado di raggiungere il territori israeliano”. La proposta di Israele -spiega- “è di smilitarizzare Gaza, ma dubito che i terroristi accettino”. Sui rapporti con gli altri Paesi arabi: “Siamo molto fortunati -dice Appelfeld- perché Hamas è diventato un nemico dell’Egitto. Siria e Iraq hanno altri problemi. Per fortuna abbiamo fatto la pace con l’Egitto e la Giordania”.

Riforme, M5S

“Renzi, pressing contro l’ostruzionismo”, titola La Stampa riferendo così l’orientamento del premier: “non sono preoccupato, c’è un accordo di maggioranza e non credo che il Paese sia in mano ad una minoranza che fa ostruzionismo”. Il quotidiano riferisce anche che sarebbe pronto un “piano” per tagliare i tempi delle riforme costituzionali in Aula, “ma serve l’ok di Grasso”, il presidente del Senato. Si tratta di affrontare i circa 8mila emendamenti di Sel e M5S: l’ipotesi è che si applichi “la regola del Canguro”, per saltare tutti quegli emendamenti che hanno lo stesso testo ma sono costruiti su scala numerica (si propone per esempio che la Camera sia composta da 315 deputati, poi 314, 313 e via dicendo).
Su La Repubblica: “Renzi: ‘Basta ostruzionismo, un sasso sui binari dell’Italia’”. Grillo vuole riaprire il dialogo”. Si riferisce quindi del post pubblicato da Beppe Grillo sul proprio blog: “Torneremo al tavolo non appena avrete risposto per iscritto ai nostri 6 punti”. Vuol capire cosa pensa il Pd del doppio turno che il M5S osteggia, chiede una soglia di almeno il 35 per cento per fare scattare il premio di maggioranza, vuole chiarezza sui contrappesi istituzionali che si intende introdurre con l’abolizione del Senato e l’elezione di una Camera con metodo maggioritario. Più la questione preferenze, caldeggiate dai pentastellati dall’inizio. Sulla stessa pagina: “L’ultimatum di Palazzo Chigi: ‘Manovre per i franchi tiratori, ma se salta tutto si va al voto’”. Il sospetto è che la presidenza del Senato accetti la richiesta del voto a scrutinio segreto.
Sulla pagina di fianco, si dà conto però della contrarietà dei “falchi” grillini contrari al dialogo con i Dem. E il quotidiano intervista il deputato M5S Tommaso Currò, che chiede un congresso e dice che Luigi Di Maio (vicepresidente M5S della Camera ed uno dei protagonisti dei confronti con Renzi sulle riforme) è “leader senza merito”.

Riforme, Cav

Su La Stampa: “’Riabilitazione internazionale’. Il nuovo obiettivo di Berlusconi”, “L’ex premier confida nella Corte dei diritti umani: sentenza nel 2015”. Qui l’ex Cavaliere ha presentato due ricorsi: in uno si fa leva sulla presunta violazione dei diritti della difesa (il cosiddetto ‘ne bis in idem’), nonché sul divieto di infliggere una doppia sanzione tributaria e penale; nell’altro si contesta l’applicazione retroattiva delle legge Severino, che ha sancito la decadenza di Berlusconi da senatore e la sua incandidabilità.
La Repubblica “La strategia di Berlusconi: ‘Restituitemi il mio onore, una legge per ricandidarmi’”, “Dopo l’assoluzione nel processo Ruby, l’ex premier punta a una soluzione per superare la legge Severino”. L’altro “pallino” dell’ex Cavaliere sarebbe quello di tornare a seder da leader anche al cospetto delle cancellerie europee e in particolare a Bruxelles: cosa che intende fare già da marzo, quando gli sarà restituito il passaporto e saranno conclusi i servizi sociali. Tornerà a frequentare i vertici Ppe (“dal prossimo anno Angela Merkel dovrà tornare ad avere a che fare con me”, avrebbe confidato ai suoi).
Su Il Giornale, sui rapporti nel centrodestra: “‘Con Angelino ci parlo io. Da solo. Senza mediatori né ambasciatori’”. Il quotidiano scrive che “nel pomeriggio Berlusconi e Alfano si riparlano, al telefono, cosa che non avveniva da tempo. Non è successo venerdì scorso, giorno dell’assoluzione, sebbene il ministro dell’Interno abbia cercato il Cavaliere per congratularsi personalmente con lui”. E più avanti si parla di “rimettere insieme i cocci di un’alleanza andata in frantumi; ricostruire la casa dei moderati che restano la maggioranza del Paese; favorire un’alternativa a Renzi che, soprattutto sull’economia, è destinato al flop: sono questi i pensieri principali dell’ex premier pronto all’‘operazione disgelo’ con l’Ncd. Un’operazione preparata principalmente da Toti e da alcuni ambasciatori alfaniani rimasti legati ad Arcore”. Ma, appunto, Berlusconi dice che “‘con Angelino ci voglio parlare da solo”
L’altro nodo è quello con la Lega, che ieri si è candidata a guidare il centrodestra. “Il Cavaliere sarebbe propenso alla sintesi ma i due contraenti non ne vogliono sapere l’uno dell’altro. E lo stesso Alfano, in un’intervista al Messaggero, aveva dettato le proprie condizioni per rinnovare la liaison con Arcore: ‘Silvio scelga se stare con noi o con gli estremisti; se ricominciare dal Ppe o dalla destra estrema’. Insomma, sì con Casini, no con Salvini”.
Anche su L’Unità si parla del “cantiere del centrodestra”: “Dopo la telefonata di disgelo tra l’ex Cav e Alfano, il ministro Lupi rilancia: ‘Sì al dialogo ma Forza Italia rinunci per sempre ai toni estremisti’. Ma Matteo Salvini, Lega, fa sapere di non essere interessato: ‘Il centrodestra è finito’. L’obiettivo è quello di strappare altri voti a Forza Italia dopo il buon risultato delle Europee”.

Ucraina, Mogherini

L’inviato a Donetsk de La Repubblica, Paolo Brera: “Boeing abbattuto, l’odissea dei corpi, ‘Stivati in un treno per salvarli dai cani’”, “Mistero sulla destinazione dei cadaveri delle vittime. Gli ispettori Osce: vigiliamo ma non siamo attrezzati”. Scrive Brera che “c’è grande confusione sulle scatole nere” e “non è chiaro se i ribelli le abbiano trovate”. Intanto “cresce la pressione su Putin. Hollande, Cameron e Merkel: ‘L’Europa pronta a reagire’”.
Sulla prima del Corriere della Sera (“Il silenzio su Putin che ostacola l’ambizione”) Angelo Panebianco si rivolge anche al governo italiano, scrivendo che “se c’era un ministro degli esteri europeo che avrebbe avuto la convenienza a uscire immediatamente” con un duro comunicato contro Putin, “quel tal ministro era Federica Mogherini”. Invece – anche se “prima o poi arriverà” – la condanna sarà ormai “fuori tempo massimo”. In ogni caso la Mogherini, scrive Panebianco, se è interessata al ruolo di Miss Pesc, ha il dovere di “rassicurare i suoi critici”, dimotrando “l’infondatezza dei loro argomenti”. E poi è “forse venuto il momento di discutere se è davvero nell’interesse nazionale italiano” onorare impegni e rapporti dell’Eni.
su L’Unità Paolo Soldini scrive che è “sempre più in ballo” la nomina di Mogherini. Il quotidiano si chiede: “Sarà la francese Elisabeth Guigou l’Alta Rappresentante per la politica estera e della sicurezza dell’Unione europea? L’ipotesi è sul tappeto da ieri e proietta una nuova ombra sulla candidatura, a quella carica, di Federica Mogherini, su cui il governo italiano resta, finora, fermo”.  Il nome della Guigou, scrive ancora L’Unità,  è stato buttato sul tappeto dallo Spiegel. Il settimanale tedesco cita ‘proprie informazioni’, ma tra le righe si capisce che la fonte, o una delle fonti, dell’indiscrezione è l’europarlamentare della Cdu Elmar Brok, già capo del gruppo Ppe, che vedrebbe in Madame Guigou ‘una candidata molto qualificata’”.
Per tornare alla situazione sul campo in Ucraina: La Stampa: “I corpi in ostaggio fra i ribelli e Kiev”, “Dopo 4 giorni, oltre 200 cadaveri sono bloccati nei vagoni frigorifero di un treno: accuse incrociate”.
Il “caso” raccontato è quello della “rabbia repressa” dell’Olanda “in un’Europa che non sa parlare”, mentre “la stampa è indignata” (ci comportiamo come un piccolo Paese, dice). E il premier Rutte sperava che la questione fosse presa in mano dall’Ue. Di fianco: “La Casa Bianca accusa Putin: ‘Il lanciamissili dalla Russia’”, “Il segretario di Stato Kerry: abbiamo rilevato la traiettoria”.

redazione grey-panthers:
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