Le aperture
La Repubblica intervista il segretario Pd Epifani: “No a qualunque salvacondotto. Letta: evitare l’autolesionismo. Lupi: uscire dalla guerra dei Vent’anni. Bufera sulla Santanché”. “Epifani a Berlusconi: basta ricatti. ‘Voteremo sì alla decadenza’. Ma il Pdl rilancia: mercoledì via l’Imu o è crisi”. A centro pagina un richiamo alle pagine R2: “I destini d’Europa nell’urna tedesca. Germania al referendum sulla Merkel”.
Il Corriere della Sera dedica il titolo più grande alla Siria. “Gas in Siria, Obama preme. La strage e le armi chimiche. Più concreta l’ipotesi di una azione. Mosca: non ripetere vecchi errori. Ora Damasco apre agli isptettori Onu. Gli Usa: è tardi”. Sulla politica interna: “Letta: ‘La crisi ora è una follia’”. “Pdl, sotto accusa il fronte dei falchi”. Sul futuro del centrodestra l’editoriale di Angelo Panebianco: “La solitudine dei moderati”.
La Stampa: “Letta: la crisi ora, una follia. Il giorno dopo il gran consiglio di Arcore, scoppia la rissa nel Pdl. E Berlusconi lascia aperto ogni spiraglio”.
L’Unità: “Letta: ‘La crisi è una follia’. Il premier risponde alle minacce di Arcore. Ma il Cav va avanti: l’Imu o cade il governo”. A centro pagina: “Ecco chi pagherà la guerra di Berlusconi. A rischio Cig in deroga, crediti alle imprese, stabilizzazione dei precari e taglio del cuneo fiscale”.
Il Giornale: “Sinistra coda di paglia. Chiede responsabilità al Pdl ma fugge dalle proprie. E no rinuncia all’allenza con i pm. Sull’Imu il Pd nicchia, il centrodestra tiene duro”. In evidenza a centro pagina, con foto: “Per la Bonino un flop tira l’altro. Dai marò al pasticcio kazako”, di Giancarlo Perna.
Politica
Su La Repubblica intervista al segretario Pd Epifani, che dice che in Giunta al Senato “il Pd rispetterà la legge”, e voterà sì alla decadenza e alla accusa del Pdl che il Pd “affossa il governo Letta” replica “questo è un rovesciamento della verità, Berlusconi è stato condannato in via definitiva, deve scontare una pena principale e la pena accessoria della interdizione”. Quanto al futuro, “sullo scioglimento delle Camere la parola spetta al Capo dello Stato, ma certo tornare alle urne con il Porcellum sarebbe una follia”, ma “non so di faglie interne al Pdl”, e sui 5 Stelle devo constatare purtroppo che l’ultima uscita sul ritorno al voto con il Porcellum conferma che Grillo punta solo al tatticismo, e gioca allo sfascio del Paese”.
Lo stesso quotidiano dà conto nelle pagine successive della “fronda dei senatori del Sud”, guidati dal sottosegretario Giuseppe Castiglione, che sarebbero contrari allo scioglimento delle Camere.”Sarebbe un salto nel buio”.
Nelle pagine successive viene intervistato il ministro Lupi: “La crisi si può ancora evitare, sottoponiamo la legge Severino al parere dei costituzionalisti”.
Sul Corriere il giurista Pd Luciano Violante dice: “”Noi siamo una forza legalitaria. La legalità comprende il diritto di difesa e impone di ascoltare le ragioni dell’accusato”. “Il senatore Berlusconi deve spiegare alla Giunta perché a suo avviso la legge Severino non si applica. E i membri della Giunta hanno il dovere di ascoltare e valutare la sua difesa”. “La Giunta ascolterà il discorso del relatore e poi deciderà”. “La Corte Costituzionale ha ritenuto che il procedimento davanti alla Giunta è di carattere giurisdizionale. Quindi la Giunta, se ritenesse che ci fossero i presupposti, potrebbe sollevare l’eccezione davanti alla Corte. Ma questa non sarebbe una dilazione: sarebbe applicazione della Costituzione”.
Sul Corriere un retroscena dal Quirinale parla delle “preoccupazioni del Colle” e della “scommessa sulla tenuta dell’esecutivo”. Spiega che il Quirinale “ha già messo le carte in tavola e dal suo punto di vista qualsiasi ripensamento o negoziato ‘politico’ appare impensabile”.
Su La Stampa si parla dei “dubbi del Cavaliere”, che “rallenta e prende tempo: ‘Napolitano può tutto’”. Secondo il quotidiano personaggi “della cerchia più intima del Cavaliere, estranei alle congiure di partito, a sorpresa assicurano che ‘Silvio non ha ancora deciso’”. Secondo il quotidiano dunque, “se si dà retta a quanti vivono in simbiosi col condannato, qualunque sbocco politico è ancora possibile”.
Secondo Il Giornale il fatto che Letta non fosse presente al vertice di venerdì ad Arcore “la dice lunga sullo stato dell’arte”. Berlusconi è convinto che dal Quirinale non ci si possa aspettare nulla se non “eventuali ati ostili, come potrebbe essere quello di fare il possibile (o l’impossibile) pur di dar vita ad un secondo governo guidato da Enrico Letta”. Al Senato, per poter costituire un governo, Letta avrebbe bisogno di una ventina di senatori. E dunque partirebbe la “campagna acquisti”, come la definisce Berlusconi.
Egitto, Siria
Il Giornale intervista il magnate delle comunicazioni Naguib Sawiris: “L’Egitto si è liberato di una dittatura”. Secondo Sawiris “è chiaro che la maggioranza della popolazione si oppone alla Fratellanza e alle loro attività terroristiche”. Sui morti durante gli scontri “mi dispiace molto per qualsiasi goccia di sangue egiziano versata”, ma “non possiamo imputare alle forze di sicurezza di aver risposto al fuoco che arrivava dalla parte dei dimostranti”.
Sulla situazone siriana, dopo il via libera di Damasco agli osservatori Onu, scrive la Repubblica: “Siria, sì agli ispettori Onu ma gli Usa gelano Assad: ‘Adesso è troppo tardi’. La Francia rivela: ‘Armi chimiche, abbiamo le prove’”. Alla pagina successiva, una intervista al politologo e docente di Affari Internazionali alla Georgetown University: “Il regime non può restare impunito, però il modello Kosovo non funziona”. L’ipotesi di un intervento “leggero”, contro obiettivi legati al lancio delle armi chimiche”, senza però colpire i depositi di agenti tossici, “invierebbe un messaggio al regime di Damasco”, mentre uno pesante, sul modello Kosovo, permetterebbe di bypassare l’Onu e di colpire l’infrastruttura militare, precipitando l’inizio della fine del regime, ma “comporterebbe gravi rischi” aggiuntivi, e “sul terreno non funzionerebbe”, anche perché l’opposizione siriana “è frammentata” e “nessuno sa”, se cade Assad, “chi né cosa lo sostituirà”.
Anche sul Corriere, intervista all’ex ministro Scognamiglio. “Questo non è il Kosovo. Servono le Nazioni Unite”. “Una decisione unilaterale potrebbe avere conseguenze drammatiche”.
Sullo stesso quotidiano l’analisi di Renzo Guolo è titolata: “Obama prigioniero della sua linea rossa”. “E’ un dilemma tragico quello del presidente. L’attaco alla Siria rischia di produrre un effetto domino incontrollabile”.
La Stampa intervista Edward Luttwack: “Chiunque prevalga perde l’America. Meglio lo stallo”. La vittoria di Assad “vorrebbe dire il successo dell’Iran, Hezbollah, e degli sciiti più estremisti”, mentre l’opposizione “sono una miriade di gruppi diversi tra loro, tra cui fanatici islamici legati ad Al Qaeda, i talebani, i salafisti stanno prendendo il sopravvento”. “Dobbiamo aiutare i ribelli quando Assad sta per vincere e frenarli quando stanno vincendo loro”, dice Luttwack.